1) Lo stato civile di Gesù - Nei Vangeli vi sono indizi, diretti o indiretti, che facciano pensare che Gesù era sposato? Naturalmente, non vi è mai affermato esplicitamente che lo fosse. D'altra parte, non è mai affermato esplicitamente che non lo fosse: e questo è più curioso e significativo di quanto potrebbe apparire a prima vista. Come osserva il dottor Geza Vermes dell'Università di Oxford: « Nei Vangeli c'è un silenzio totale per quanto riguarda la stato civile di Gesù... E questo è abbastanza insolito, nell'antico mondo ebraico, per suggerire indagini più approfondite » (9).
Affresco "Ultima Cena" (1495-1498) di Leonardo da Vinci, conservato a Milano, con i nomi "ufficiali" dei commensali. Clicca sull'immagine per ingrandirla. |
Affresco "Ultima Cena" (1495-1498) di Leonardo da Vinci, restaurato con tecniche digitali. Clicca sull'immagine per ingrandirla. |
Jacopo Robusti, detto il Tintoretto: Maria Maddalena (1598). |
Giovanni Francesco
Barbieri, detto il Guercino:
Maria Maddalena che medita
sulla corona di spine (1632).
|
Antonio del Pollaiolo: Assunzione di Maria Maddalena (1460), conservata a Staggia Senese. |
Francesco Hayez: Maria Maddalena penitente (1825) |
Lì Giuseppe sarebbe stato consacrato da san Filippo e inviato in Inghilterra, dove avrebbe fondato una chiesa a Glastonbury. Tuttavia, Lazzaro e la Maddalena sarebbero rimasti in Gallia. La tradizione vuole che la Maddalena morisse ad Aix-en-Provence o a Saint Baume, e Lazzaro a Marsiglia, dopo avervi fondato la prima diocesi. Uno dei loro compagni, san Massimiliano, avrebbe fondato invece la prima diocesi di Narbona. Se Lazzaro e il « discepolo prediletto » erano una sola persona, vi sarebbe una spiegazione per la loro duplice scomparsa. Lazzaro, il vero « discepolo prediletto » avrebbe preso terra a Marsiglia, insieme alla sorella che, come afferma la tradizione successiva, portava con sé il Santo Graal, il « sangue reale ». E le disposizioni per la fuga e l'esilio sembrerebbero organizzate dallo stesso Gesù, insieme al « discepolo prediletto », al termine del Quarto Vangelo.
Maria Maddalena in un affresco nella chiesa a lei dedicata, a Villafranca Piemonte (TO). |
N.d.R. - E quando sbarcò, la Maddalena avrebbe veramente portato in Francia il SangRaal, il «Sangue Reale» riportato poi erroneamente, non si sa se in buonafede o per nascondere e quindi proteggere la cosa, come San Graal, e quindi Santo Graal, mentre si trattava della confluenza della schiatta della casa reale di Davide da parte di Gesù, (così come indicato sulla croce della sua esecuzione romana) per la via matrilineare, cara agli ebrei, con la stirpe della nobile Maddalena della tribù di Beniamino, legittimata al trono di Gerusalemme.
"... La vita di Gesù si svolse approssimativamente durante i primi trentacinque anni di una fase di inquietudini, disordini e rivolte che si estese per centoquaranta anni. I disordini non finirono con la sua morte, anzi continuarono per un altro secolo, e generarono il clima psicologico e culturale che accompagna inevitabilmente una sfida prolungata contro un oppressore. Di questo clima psicologico faceva parte la speranza dell'avvento di un Messia che liberasse il suo popolo dal giogo tirannico. Solo per una coincidenza storica e semantica questo termine finì per venire riferito specificatamente ed esclusivamente a Gesù. Agli occhi dei contemporanei di Gesù, un Messia non sarebbe apparso divino. Per loro, anzi, l'idea di un Messia divino sarebbe stata assurda, se non impensabile. La parola greca per Messia è Christos, « Cristo ». Il termine, sia in greco che in ebraico, significava semplicemente « l'unto », e in genere si riferiva a un re o ad un re-sacerdote, come ai tempi dei Sadducei. Quindi Davide, quando fu unto re come narra l'Antico Testamento, divenne esplicitamente un « Messia » o un « Cristo ». E ogni successivo re ebreo della casa di Davide venne chiamato con lo stesso appellativo. Persino sotto l'occupazione romana della Giudea, il sommo sacerdote nominato dai Romani era chiamato « il Messia Sacerdote » o « il Cristo Sacerdote » (24). Per gli zeloti e per gli altri avversari di Roma, tuttavia, questo sacerdote-fantoccio era inevitabilmente un « falso Messia ». Per loro il « vero Messia » era qualcosa di ben diverso: il legittimo roi perdu, il discendente ignoto della casa di Davide che avrebbe liberato il suo popolo dall'oppressione romana. Durante la vita di Gesù, l'attesa di questo Messia aveva raggiunto un culmine che sconfinava nell'isteria collettiva. E l'attesa continuò anche dopo la morte di Gesù. Anzi, l'insurrezione del 66 d.C. fu istigata in gran parte dalla propaganda degli zeloti, imperniata su un Messia il cui avvento veniva annunciato come imminente. Il termine « Messia », perciò, non
comportava la divinità dell'individuo così designato. A stretto
rigore, non significava altro che un re unto o consacrato; per il
popolo passò a significare un re consacrato che sarebbe stato anche
il liberatore. In altre parole, era un termine tipicamente politico,
ben diverso dalla successiva idea cristiana di un « Figlio di Dio ».
E questo termine terreno e politico venne riferito a Gesù, che era
chiamato « Gesù il Messia » o, in greco, « Gesù il Cristo ».
Solo più tardi questa designazione divenne « Gesù Cristo », e un
titolo che si riferiva esclusivamente a una funzione fu trasformato
in nome proprio...
9 - Vermes, Jesus the Jew, p. 99.
10 - Charles Davis, dichiarazioni pubblicate dall'« Observer » (London, 28 marzo 1971), p. 25.
11 - Phipps, Sexuality of Jesus, p. 44.
12 - Smith, Jesus the Magician, pp. 81 sgg.
13 - Brownlee, « Whence the Gospel According to John », p. 192.
14 - Schonfield, Passover Plot, pp. 119,134 sgg.
15 - Ibid., p. 256.
16 - La tradizione più comune è contenuta in Jacobus de Voragine, The Golden Legend, in Life of S. Mary Magdalen, pp. 73 sgg. (traduzione inglese della Leggenda aurea di Jacopo da Varazze). Il testo risale al 1270. La forma scritta più antica di questa tradizione sembrerebbe la « Vita di Maria Maddalena » di Rabano (776-856), arcivescovo di Mainz. In The Antiquities of Glastonbury di William di Malmesbury appare per la prima volta l'estensione della leggenda: l'arrivo di Giuseppe d'Arimatea in Britannia. Spesso è ritenuta un'aggiunta più tarda all'opera di William.
17 - Vermes, Jesus the Jew, p. 21, ricorda che in vari detti talmudici il sostantivo aramaico che significa falegname o artigiano (naggar) sta per dotto o sapiente.
24 - Maccoby, Revolution in Judaea, p. 99."
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca QUI
Per "Il fiume sotterraneo che collega Beniaminiti, Arcadi, Spartani e i sovrani Merovingi" clicca QUI
Icona di Maria Maddalena da: https://frognews.bg/laif -stail/etno-kalendar/pochi tame-mariia-magdalina -dnes.html |
alogia_di_gesu_e_di_maria_1089786.html) quella che nei Vangeli è chiamata Maria Maddalena, si chiamava in realtà Mariamne Migdal-Eder, Principessa della tribù di Beniamino, per cui Maddalena è la derivazione da Migdal. Era figlia di Mariamné, Principessa di Beniamino, Nazarena e di Erode I il Grande.
Immagine del Mandylion,
ritenuta la prima icona di
Gesù, da: http://www.inter
|
Migdal Eder |
Ubicazione dell'antica Béthania, un sobborgo di Gerusalemme. |
/genealogia_di_gesu_e_di_maria_1089786.html), a Béthania (chiamata oggi al-Eizariya, sita a pochi chilometri a est di Gerusalemme), Mariamne Migdal-Eder (Maddalena), Principessa della Tribù di Be (Beniamino, la tribù a cui era stato assegnato il territorio di Gerusalemme e territori limitrofi), nata a Béthania e morta nel 63 in S.te Beaume, Provence, sposa Joanan Le Baptiste (Giovanni Battista) Ben (figlio di) Zachariah le Sadok (in ebraico, il giusto, nome del Sommo Sacerdote), morto nel 26 a Gerusalemme, probabile cugino di Yeshuah Ben Yossef (Gesù figlio di Giuseppe). Dal loro matrimonio nascerà Jean Yeshuah le Tzadik, nato nel 20 a Béthania e morto nel 118 a Shingo, nell'Heraï, in Giappone.
Ubicazione di Tabgha, in Galilea. |
Santa Sara la Nera, cripta di Saintes-Maries-de-la-Mer, in Camargue, Francia. |
Nel 33, secondo i documenti del Priorato di Sion, in Giudea, da quello stesso matrimonio nasce Yeshuah-Joseph Yuz Asaf Jésus le cadet, Joseph Harama Théo du Graal Ben (figlio di) Yeshuah, morto nel 120 in Srinagar, Cachemire.
Per quanto riguarda i discendenti di Gesù e Maddalena, va precisato che l'ebraismo è trasmesso per via matrilineare, in particolare quindi è la tribù a cui appartiene la madre quella di cui fa parte la prole. Da http://www.chabad.
it/global/print.asp?ID=109&title=Il%20Matrimonio%20Misto:
La fonte primaria sulla quale si basa la proibizione per un ebreo di
sposare un non ebreo, si trova nella Bibbia (Deutoronomio, 7:3): “Non
li sposerai [i gentili, (non ebrei n.d.r.) dei quali la Bibbia parla
nei versi precedenti], non darai tua figlia al loro figlio e non
prenderai sua figlia per tuo figlio”. E poi continua nel verso
successivo: “Giacché lei condurrà tuo figlio via da Me e
serviranno altri dei…”. Il Talmud rimarca (23a) - e Rashi nota
nel suo commento - che dall’espressione precisa del verso possiamo
distinguere due casi. Se ‘tua figlia’ sposa ‘il figlio loro’,
lui condurrà i tuoi nipoti fuori dalla strada della Torà: i loro
figli saranno quindi considerati ancora ebrei, ma inevitabilmente si
allontaneranno dal cammino dell’ebraismo. Nel caso invece che tuo
figlio sposi la loro figlia non ebrea, i loro figli non sono più
considerati figli tuoi, ma figli suoi: ossia, non sono più ebrei. Il Talmud e la Cabbala ci insegnano che
il matrimonio non è semplicemente l’unione tra due individui
completamente indipendenti, ma è invece la riunificazione tra due
metà della stessa unità. Col matrimonio, esse si riuniscono e
divengono, ancora una volta, complete. Ciò di cui parliamo qui non è
solo un’unione sul piano fisico, emotivo e intellettuale. Ma
un’unione al livello più profondo, più essenziale del sé; la
nostra anima. Cos’è un ebreo? Attenzione, perché
qui la domanda non è ‘chi è un ebreo’ ma ‘cos’è un ebreo’.
La risposta alla domanda ‘chi è un ebreo’ è infatti molto
chiara: uno che è nato da madre ebrea o si è convertito
all’ebraismo in accordo con le leggi stipulate nella Torà. Ciò non risponde, tuttavia, alla
domanda ‘cos’è un ebreo’. C’è chi risponde a questa domanda
dicendo che essere ebreo significa ‘sentire un senso di
appartenenza al popolo ebraico’. Ma si tratta di una risposta non
soddisfacente, perché trasferisce semplicemente la questione
dell’identità fuori dall’individuo. ...Dopo aver studiato la questione per
molti anni e aver avuto innumerevoli conversazioni con ebrei di ogni
grado di osservanza e fede, penso che la risposta più convincente
sia che l’elemento che distingue l’ebreo è la Neshamà (anima)
che ogni ebreo possiede. L’anima dell’ebreo è differente
dall’anima del non ebreo. Hanno differenti caratteristiche,
differenti potenziali, differenti bisogni. Ciascun ebreo ha essenzialmente lo
stesso tipo di anima di ogni altro ebreo. Questa anima ebraica è
ereditata dalla propria madre. È il denominatore comune che connette
l’ebreo russo con l’ebreo siriano, yemenita, canadese, italiano o
uruguaiano, anche se non parlano la stessa lingua e possono avere
costumi e abitudini diverse. La sola differenza significativa tra un
ebreo e un altro è il livello e l’intensità dell’espressione di
questa essenza comune. In alcuni, tale essenza si manifesta
costantemente (i cosiddetti ‘ebrei osservanti’), mentre in altri,
essa si esprime una volta all’anno e in altri ancora si può
esprimere anche una volta sola in tutta la vita.
Da http://www.ugei.it/ebrei-a-meta-matrilinearita-ebraismo-e-popolo-ebraico:
Il concetto di matrilinearità all’interno dell’ebraismo è
dedotto soprattutto da un pasuk (verso del Tanakh, la bibbia ebraica
n.d.r.) in Devarim (Deuteronomio 7:3) e dalle successive
interpretazioni rabbiniche, e sebbene dibattuto nel corso dei secoli
è ormai consolidato nell’ebraismo ortodosso... ...Il principio matrilineare è pensato
in parte sulla locuzione dei latini “mater semper certa” e più
propriamente, come scrisse rav Gianfranco David Di Segni, non da un
fattore genetico ma dal forte legame che può crearsi tra la madre e
il proprio figlio, più intenso di quello col proprio padre, da un
discorso dunque di educazione ebraica.
Da https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_di_sangue_di_Ges%C3%B9: ...La
linea di sangue di Gesù è l'ipotetica sequenza dei diretti
discendenti del Gesù storico e di Maria Maddalena, o di un'altra
donna, generalmente considerata la sua presunta moglie. Versioni
diverse e contraddittorie della linea di sangue di Gesù sono state
promosse da numerosi libri, siti web e film fiction e non-fiction nel
tardo XX secolo e inizio del XXI secolo, che sono stati quasi tutti
respinti come opere di pseudostoria e di teorie cospirative. Secondo una maggioranza qualificata di
storici e studiosi di campi correlati, non esiste alcuna prova
storica, biblica, apocrifa, archeologica, generalogica e genetica che
supporti irrefutabilmente questa ipotesi moderna. L'ipotetica linea
di sangue di Gesù non deve essere confusa con la genealogia di Gesù
biblica o con i parenti storici di Gesù e i loro discendenti noti
come Desposini...
- Già nel XII secolo il monaco Pièrre des Vaux-de-Cernay, riferendosi ai Catari, scriveva: "Gli eretici dichiaravano che Santa Maria Maddalena era la concubina di Gesù Cristo".
- L'idea di Maria Maddalena come moglie o compagna di Gesù venne ripresa nel XIX secolo. Nel 1886 il socialista Louis Martin pubblicò il libro "Les Évangiles sans Dieu", in cui sosteneva che il Gesù storico avrebbe sposato Maria Maddalena e avuto un figlio da lei.
- In seguito la Maddalena fu la protagonista dell'opera teatrale "L'amante du Christ", scritta nel 1888 da Rodolphe Darzens con il frontespizio realizzato da Félicien Rops.
- Nel XX secolo, l'ipotesi della linea di sangue di Gesù secondo la quale il Gesù storico avrebbe sposato Maria Maddalena e avuto una figlia da lei venne portata alla ribalta da Donovan Joyce nel suo libro del 1973 "The Jesus Scroll".
- In un libro del 1977, "Jesus died in Kashmir: Jesus, Moses and the ten lost tribes of Israel", Andreas Faber-Kaiser esaminò la leggenda secondo cui Gesù incontrò una donna del Kashmir, la sposò ed ebbe da lei diversi figli. L'autore intervistò anche il fu Basharat Saleem il quale dichiarava di essere un discendente kashmiro di Gesù.
- Già nel XII secolo il monaco Pièrre des Vaux-de-Cernay, riferendosi ai Catari, scriveva: "Gli eretici dichiaravano che Santa Maria Maddalena era la concubina di Gesù Cristo".
- L'idea di Maria Maddalena come moglie o compagna di Gesù venne ripresa nel XIX secolo. Nel 1886 il socialista Louis Martin pubblicò il libro "Les Évangiles sans Dieu", in cui sosteneva che il Gesù storico avrebbe sposato Maria Maddalena e avuto un figlio da lei.
- In seguito la Maddalena fu la protagonista dell'opera teatrale "L'amante du Christ", scritta nel 1888 da Rodolphe Darzens con il frontespizio realizzato da Félicien Rops.
- Nel XX secolo, l'ipotesi della linea di sangue di Gesù secondo la quale il Gesù storico avrebbe sposato Maria Maddalena e avuto una figlia da lei venne portata alla ribalta da Donovan Joyce nel suo libro del 1973 "The Jesus Scroll".
- In un libro del 1977, "Jesus died in Kashmir: Jesus, Moses and the ten lost tribes of Israel", Andreas Faber-Kaiser esaminò la leggenda secondo cui Gesù incontrò una donna del Kashmir, la sposò ed ebbe da lei diversi figli. L'autore intervistò anche il fu Basharat Saleem il quale dichiarava di essere un discendente kashmiro di Gesù.
Vetrata con Gesù e Maria Maddalena da http://www.prieure-de- sion.com/1/sang_ real_1014525.html |
com/1/genealogia_di_gesu_e_di_maria_1089786.html.
- Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln svilupparono e resero popolare l'ipotesi secondo cui una linea di sangue di Gesù e Maria Maddalena diede vita alla dinastia Merovingia nel loro controverso saggio del 1982 "Il santo Graal".
- Nel suo libro del 1992 "Jesus and
the Riddle of the Dead Sea Scrolls: Unlocking the Secrets of His Life
Story", anche Barbara Thiering sviluppò l'ipotesi di una linea
di sangue di Gesù e Maria Maddalena, basando le sue conclusioni
storiche sull'applicazione della cosiddetta tecnica Pescher al Nuovo
Testamento.
- Nel suo libro del 1993 "The Woman
with the Alabaster Jar: Mary Magdalen and the Holy Grail",
Margaret Starbird sviluppò l'ipotesi che Santa Sara fosse la figlia
di Gesù e Maria Maddalena e che questa fosse la fonte della leggenda
associata con il culto a Saintes-Maries-de-la-Mer dove, secondo una
tradizione riportata dalla Legenda Aurea, Maria Maddalena sarebbe
sbarcata dopo avere lasciato la Palestina. Margaret Starbird dichiarò inoltre che
il nome "Sara" significa "Principessa" in
ebraico, rendendola così la figlia dimenticata del "sang réal",
il sangue reale del Re dei Giudei.
- Nel suo libro del 1996 "", Laurence Gardner presentò gli alberi genealogici di Gesù e Maria Maddalena come gli antenati di tutte le famiglie reali europee dell'Era volgare. Da http://www.angolohermes.com/Approfondimenti/Graal/Arimatea.html: Gardner (Laurence Gardner nel suo libro del 1996 "Bloodline of the Holy Grail: The Hidden Lineage of Jesus Revealed", N.d.R.) parte dall'ipotesi che Gesù fosse discendente diretto dalla linea di Davide e che, di conseguenza, il suo concepimento e quello dei suoi fratelli avesse seguito le normali regole di successione davidica. La sua analisi prosegue, vagliando attentamente ogni fonte disponibile, canonica o apocrifa, storica o letteraria, accettata dalla chiesa ufficiale o rifiutata, senza disdegnarne alcuna, con la ricostruzione della cosiddetta "Linea di Sangue", cioè la discendenza diretta di Gesù originata con il suo matrimonio con Maria Maddalena. L'analisi delle testimonianze porta Gardner a delineare la tesi che Gesù e Maria Maddalena ebbero tre figli: una primogenita femmina, che chiamarono Tamar, e due maschi: Joshua, ossia Gesù, detto "il Giusto" (chiamato Gais nei romanzi del Graal), il maggiore, e Josephes, il minore.
- Nel suo libro del 1996 "", Laurence Gardner presentò gli alberi genealogici di Gesù e Maria Maddalena come gli antenati di tutte le famiglie reali europee dell'Era volgare. Da http://www.angolohermes.com/Approfondimenti/Graal/Arimatea.html: Gardner (Laurence Gardner nel suo libro del 1996 "Bloodline of the Holy Grail: The Hidden Lineage of Jesus Revealed", N.d.R.) parte dall'ipotesi che Gesù fosse discendente diretto dalla linea di Davide e che, di conseguenza, il suo concepimento e quello dei suoi fratelli avesse seguito le normali regole di successione davidica. La sua analisi prosegue, vagliando attentamente ogni fonte disponibile, canonica o apocrifa, storica o letteraria, accettata dalla chiesa ufficiale o rifiutata, senza disdegnarne alcuna, con la ricostruzione della cosiddetta "Linea di Sangue", cioè la discendenza diretta di Gesù originata con il suo matrimonio con Maria Maddalena. L'analisi delle testimonianze porta Gardner a delineare la tesi che Gesù e Maria Maddalena ebbero tre figli: una primogenita femmina, che chiamarono Tamar, e due maschi: Joshua, ossia Gesù, detto "il Giusto" (chiamato Gais nei romanzi del Graal), il maggiore, e Josephes, il minore.
Vetrata nella Round Church di Cambridge, dove Gesù è rappresentato con tre bambini: la femminuccia più grande e i maschietti più piccoli... E' un'allusione ai suoi tre figli Tamar, Joshua e Josephes? Da http://www. angolohermes.com/Approfondimenti /Graal/Arimatea.html |
Dopo la Crocifissione, la Maddalena e
Giuseppe d'Arimatea lasciarono la Palestina e si imbarcarono diretti in Francia,
dove l'apostolo Filippo era stato mandato ad annunciare la parola di
Dio. Fu così che mentre Maria Maddalena rimase in Francia con Tamar
e Josephes, Giuseppe d'Arimatea portò con sé il piccolo Gesù Giusto in
Britannia e quindi le leggende su Gesù adolescente che giunge in
Inghilterra al seguito di Giuseppe di Arimatea hanno un plausibile
fondamento. Non solo: questa ipotesi spiega anche l'apparente
dicotomia delle leggende sul Graal. Infatti, i due più grandi filoni
sul Santo Graal sostengono che esso sia stato portato da Maria
Maddalena in Francia, e contemporaneamente da Giuseppe di Arimatea in
Britannia. Se il Graal metaforicamente indica la discendenza di
Cristo, allora ecco spiegata l'apparente contraddizione!
- Il seguito del 2000 di quel libro,
"Genesis of the Grail Kings: The Explosive Story of Genetic
Cloning and the Ancient Bloodline of Jesus" è unico nelle sue
affermazioni secondo cui la linea di sangue di Gesù può realmente
essere fatta risalire fino ad Adamo ed Eva ma che il primo uomo e la
prima donna erano ibridi primati-alieni creati dagli Anunnaki (del
pianeta X, secondo la teoria di Zecharia Sitchin, N.d.R.) della
teoria degli antichi astronauti.
- Il libro del 2000 "Rex Deus: The True Mystery of Rennes-Le-Chateau and the Dynasty of Jesus", Marylin Hopkins, Graham Simmans e Tim Wallace-Murphy svilupparono l'ipotesi secondo cui una linea di sangue di Gesù e Maddalena faceva parte di una dinastia ombra discendente dai 24 sommi sacerdoti del Tempio di Gerusalemme nota come "Rex Deus" - il "Re Dio".
- Il libro del 2000 "Rex Deus: The True Mystery of Rennes-Le-Chateau and the Dynasty of Jesus", Marylin Hopkins, Graham Simmans e Tim Wallace-Murphy svilupparono l'ipotesi secondo cui una linea di sangue di Gesù e Maddalena faceva parte di una dinastia ombra discendente dai 24 sommi sacerdoti del Tempio di Gerusalemme nota come "Rex Deus" - il "Re Dio".
- Il romanzo del 2003 "Il codice da
Vinci" di Dan Brown presentò alcune di queste ipotesi come
valide.
- Elementi di alcune ipotesi sulla linea di sangue di Gesù vennero proposte dal documentario del 2007 "La Tomba Perduta di Gesù" di Simcha Jacobovici incentrato sulla scoperta della Tomba Talpiot, che fu anche pubblicata in un libro intitolato "La Tomba della Famiglia di Gesù".
- Elementi di alcune ipotesi sulla linea di sangue di Gesù vennero proposte dal documentario del 2007 "La Tomba Perduta di Gesù" di Simcha Jacobovici incentrato sulla scoperta della Tomba Talpiot, che fu anche pubblicata in un libro intitolato "La Tomba della Famiglia di Gesù".
- Nel documentario del 2008 "Linea
di sangue", Bruce Burgess, un produttore cinematografico con
interessi nel paranormale, dichiara di essere in collaborazione con
un presunto ricercatore soprannominato "Ben Hammott", il
quale avrebbe trovato diverse salme mummificate (una delle quali
sarebbe la presunta di Maria Maddalena) a Rennes-le-Château, in
Francia, comprovanti ipoteticamente l'esistenza di una linea di
sangue di Gesù. Ma nell'aprile del 2012 "Ben Hammott" ha
ammesso che era tutto falso.
- La divulgazione del dibattuto
contenuto del cosiddetto "Vangelo della moglie di Gesù",
avvenuta a Roma nel settembre del 2012, ha riportato alla ribalta il
tema della relazione tra Gesù e Maria Maddalena. Il "Vangelo
della moglie di Gesù" è un piccolo frammento di un antico
papiro che riporta un brano in lingua copta che include le parole:
"Gesù ha detto loro: 'mia moglie ...' ". Il frammento è
una copia del IV secolo di ciò che si pensa essere "un vangelo
scritto in greco, probabilmente nella seconda metà del II secolo." Alla luce di questi presupposti, è molto suggestiva la descrizione di un viaggio (http://www.duepassinel
mistero.com/Midi.htm a cura di Marisa Uberti) nei territori in cui si rifugiò la Maddalena (e la sua probabile figlia, portatrice del Sang Raal), in cui si perpetuarono i cavalieri Templari al ritorno dalla Terrasanta, custodi della stirpe che, affluita nei merovingi si era poi incrociata con varie case reali europee, come supposto in: "Il Santo Graal" di Michael Baigent, Richard Leigh, Henri Lincoln e dei Catari, o Albigesi, aggettivo derivato dalla città di Albi. Per maggiori dettagli vedi anche "Occitani: storia e cultura" QUI.
Sulle orme di Maria Maddalena - Un breve tour sulle 'orme di Maddalena' nella Francia meridionale, si è trasformato in un percorso veramente speciale, attraverso paesaggi e luoghi indimenticabili. Non pretendiamo di offrire al lettore qualcosa di inaspettato, di unico, ma sicuramente i nostri consueti 'due passi' hanno toccato dei 'misteri' affascinanti, spesso inestricabili, talvolta forse solo intrisi di leggenda, ma capaci di emozionare, di renderci curiosi, desiderosi di regalare anche a voi quanto abbiamo vissuto.
Insieme alla storia documentata, quindi, incontreremo altri 'universi', senza tempo e senza soluzione di continuità, destinati a coinvolgere ogni turista che si accosti al 'mistero' desideroso di capire qualcosa di più. Abbiamo pensato che fosse utile trovare una connotazione quanto meno 'cronologica' per questi reportages, sebbene gli eventi, i personaggi, i misteri e la storia stessa travalichino i ristretti compartimenti stagni delle classificazioni rigide e stereotipate, a nostro avviso. Un fatto 'leggendario' potrebbe essere avvenuto, così come il contrario: ciò che conta (e che resta) è quanto è giunto fino a noi di quel 'fatto', di quella tradizione, dei protagonisti simbolici o reali; visitare i luoghi è ridare voce a tutto quel miscuglio di avvenimenti che ciascuno è libero di rielaborare come ritiene più vicino alla propria capacità di Pensiero, Fede o Ricerca.
La prima 'tappa' del nostro tour è in territorio francese, dipartimento del Var, che va dal mare fino ai massicci alpini, in un turbolento quanto conturbante paesaggio in cui ogni angolo è estasi. La Provenza verde, la chiamano, in cui convivono assieme monasteri e abbazie, castelli e fiumi, montagne e una foresta sacra, in cui c'è una grotta, la Sainte Baume, a sud-sudest di Nans-les-Pins, un luogo specialissimo scavato nel massiccio roccioso in cui Maria Maddalena avrebbe vissuto trent'anni in eremitaggio, dopo che sarebbe sbarcata in Provenza alla morte di Gesù.
Il massiccio della Sainte Baume. |
Carta della Sainte Baume. Clicca sull'immagine per ingrandirla. |
La Sainte Baume, immersa in una foresta primaria di querce. |
Le Marie del Mare - Dopo una 'discesa' nella Provenza mediterranea, che costeggia paesaggi fiabeschi, punteggiati di località balneari rinomate spesso in tutto il mondo, eccoci 'sconfinare' nella Camargue, a Saintes Maries de la Mer, anticamente chiamato Saintes- Maries -de- Ratis, luogo di approdo -secondo una tradizione- di Maria Maddalena e altri apostoli, o -secondo un'altra leggenda- delle 'due Marie', Maria Jacobi (di Giacomo) e Maria Salomè, le cui reliquie sarebbero tuttora conservate e venerate nella splendida cattedrale.
In rosso Saintes-Maries-de-la-Mer. Clicca sull'immagine per ingrandirla. |
E qui è oggetto di enorme culto la statua nera di Sara, figura enigmatica di incerta provenienza che nei vangeli canonici non è mai citata. Il ridente villaggio, baciato dal sole e da un clima mite, da un cielo azzurro e dal mare, dalle case in prevalenza bianche, i mercati e le bancarelle all'aperto, ospita annualmente il raduno dei Gitani (il misterioso 'popolo itinerante', la cui provenienza è sostanzialmente ignota) che lo affollano per venerare Sara-La-Kali (Sara la Nera), che viene portata, dalla cripta in cui normalmente 'risiede', fino al mare, in un corteo di candele e di festa.
Santa Sara la Nera. |
Andare a Saintes-Maries-de-la-Mer, in Camargue, è un bellissimo un viaggio, essendo questo un luogo particolare, costituito da una sorta di isola (85.000 ettari) posta tra i rami della foce del fiume Rodano e il mare Mediterraneo. Il dipartimento in cui si trova è infatti denominato Bouches-du-Rhône (bocche del Rodano). Qui la terra e l'acqua hanno saputo creare spazi selvaggi in cui convivono zone paludose, strisce di terra in cui si allevano prevalentemente cavalli, tori e montoni, in cui si possono incontrare con facilità i fenicotteri rosa e stormi di uccelli che qui trovano un habitat ideale. Dal 1928 è stata istituita una Riserva nazionale e poi nel 1970 un Parco naturale regionale, che ha permesso di salvaguardarne e preservarne il paesaggio. Fu da tempi immemorabili un territorio importante, sia per la posizione strategica che per l'ambiente naturale. E' certo che vi fu un villaggio più antico, che si trovava nell'entroterra, un Oppidum Râ (citato da Festus Avienus nel IV sec.a.C.) -quello su cui sarebbero approdati Maddalena e compagni dalla Palestina?- oggi scomparso, ma porto fiorente già a quei tempi. Ciò che visitiamo oggi è un ridente villaggio, dalle case in prevalenza chiare, in cui la natura è vivace, le strade piene di colori, di bancarelle, di mercatini, di movimento. Tutto ruota attorno ad una costruzione che dà l'idea di una fortezza: la chiesa parrocchiale di Saintes-Maries-de-la-Mer, le cui merlature si vedono a dieci chilometri di distanza e nella quale il popolo ha potuto trovare un rifugio sicuro in tempi di predazioni. La cosa importante è che da sempre esiste un pozzo d'acqua all'interno, tuttora attivo, e dunque consentiva l'approvvigionamento idrico in caso di necessità a fermarsi più giorni chiusi nella chiesa per difendersi da eventuali attacchi. La presenza dell'acqua ha da sempre legami indissolubili con la natura, con quella Mater che dà vita e fecondità. I culti legati all'acqua sono antichi come il mondo e presenti in ogni parte del nostro pianeta, indipendentemente dalla religione/filosofia spirituale predominante. Una leggenda narra che in Camargue sarebbe sbarcata Maria Maddalena dopo la crocifissione di Gesù, insieme ad altri suoi compagni, ciascuno dei quali prese poi strade diverse. Di loro, Maria Jacobi e Maria Salomè sarebbero rimaste qui, in quello che allora era l'Oppidum Râ. Qui le 'due Marie' sarebbero sepolte e sono molto venerate tutt'oggi, ma c'è un altro personaggio strettamente e misteriosamente connesso con loro: Sara la Nera, venerata nella cripta della chiesa-fortezza del villaggio.
Abbiamo trovato, durante la ricerca presente, che il nome occitano del villaggio medievale era La Vila de la Mar / Nòstra Dòna de la Mar. In precedenza, dal VI sec.d.C., il santuario era noto come Santa Maria de Ratis, o Sainte-Marie de l'Ilot (perchè era un isolotto boscoso); la chiesa era nota anche come Notre Dame de la Barque. Pare che nell'VIII o IX secolo vi sia stata una devastazione da parte di truppe saracene, ma non si è certi se venne ricostruita la chiesa sul modello di una precedente. Nel 1080 il vescovo di Arles dona l'edificio ai monaci di Montmajour, che vi svolgeranno funzioni fino al 1786. Nel XII secolo il nome è cambiato in Notre Dame de la Mer e si continua a edificare una nuova chiesa sulla precedente (l'attuale nome venne stabilito nel 1837). Con la costruzione delle mura difensive della cittadella, nel 1244, la chiesa rimane inglobata in esse e diventa parte del sistema di fortificazione. Nel 1315 viene fondata la Confraternita delle Saintes Maries de la Mer (menzionata nel 1388, ma se le reliquie ancora non c'erano? Mistero!). Nel 1349 si scava la cripta, che verrà ampliata nel 1449 da re Renato d'Angiò, che l'anno precedente aveva trovato le reliquie delle Sante Marie, con scavi autorizzati da Bolla papale. In questa vicenda vi sono sicuramente degli elementi storici che si intrecciano inevitabilmente con componenti mitiche e pittoresche, e non mancano i misteri e le contraddizioni. Ad esempio, la figura delle due Marie nei Vangeli Canonici non si trova, o almeno così chiamate. Solo in Luca, 24.10 si cita una Maria di Giacomo, ma non se ne indica il grado di parentela, che comunque -secondo la versione accettata e diffusa- si identifica con la sorella della madre di Gesù, quindi sua zia, sposa di Cleofa e madre di parecchi figli (Giacomo il Minore, Joses, Giuda, Simone e delle figlie); Salomè sembra non avesse il prenome Maria, ma che per rispetto di una tradizione che voleva questa 'leggenda' la trasposizione cristiana di un culto 'pagano' , delle 'trois matres o matrones' venne aggiunto posteriormente. Quando il culto di Maddalena, inizialmente presente a Saintes Maries de Ratis, venne 'spostato' alla Sainte Baume, si dovette aggiungere un'altra figura, quella di Sara. In Mc 15:40 e 13 si parla di Salomè (senza 'Maria'). Viene identificata con la madre dei figli di Zebedeo, cioè Giacomo il Maggiore (venerato a Compostela come SantJago) e Giovanni l'Evangelista. Le due figure (Marie) sarebbero presenti alla crocifissione (Mc 15:40, Mt 27:56). Maria di Giacomo si troverebbe con Maria Maddalena anche davanti alla chiusura del sepolcro. Le tre Marie sarebbero quindi andate al sepolcro la mattina della resurrezione per andare a imbalsamare Gesù, dopodiché, i Vangeli tacciono sulle loro vite, delle quali ci giungono le gesta in narrazioni posteriori e non ufficiali. I Gitani elessero in Sara la loro santa protettrice. Essi iniziano a palesarsi in zone vicine (Arles) nel 1438, quando le reliquie ancora non erano state ritrovate, (?) cosa che avverrà dieci anni dopo. Ma a quanto ci è dato capire, solo nel 1496 essi inizieranno un culto alla tomba di Sara, e solo nel 1521 che questa (Sara) viene citata in un documento ('Leggenda delle Sante Marie', manoscritto presso la biblioteca di Arles).
Carta della Francia Occitana con
Tolosa, Albi, Narbona,
Rennes-le-Château e
Saintes-Maries-de-la-Mer.
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Sara la Nera e il culto delle Vergini Nere - Il territorio dell'odierna Provenza era stato colonizzato dai Greci in epoca pre-romana e vi avevano fondato le attuali Marsiglia, Nizza, Antibes e Agde. Si può pensare che vi portassero anche i loro culti, che avevano ricevuto una chiara influenza dall'Antico Egitto, di cui erano noti i culti dedicati a Iside che tradizionalmente erano “misterici”: spesso statue della dea erano venerate in luoghi ipogei, come le cripte. Fulcanelli nel suo “Il Mistero delle cattedrali” ci dice che queste statue diventarono, al tempo dell'introduzione del Cristianesimo in Gallia, quelle delle Vergini Nere, che il popolo circonda di una venerazione particolare. Il significato di queste Virgo pariture (Vergini che devono partorire) è in senso ermetico, quello della terra prima di essere fecondata (la terra primitiva scelta dal Filosofo come soggetto della grande opera), ben presto rianimata dai raggi solari. E' anche la Madre di tutti gli dei (o la madre di Dio), appellativo che non manca di avere la Madonna per i Cristiani. Quando abbiamo parlato della Sainte Baume, abbiamo accennato al fatto che nel V secolo d.C. Jean Cassien, un frate proveniente dall'Oriente, aveva fondato un'abbazia a Marsiglia, Saint-Victor, in onore di Maria Maddalena, per celebrarne il culto che parallelamente aveva poi portato alla grotta santa. I monaci benedettini di Saint Victor erano gli stessi che amministravano anche la primitiva chiesa di Saint Maximin, quella dove si conservavano le reliquie e la tomba della Maddalena (poi scacciati da Carlo II d'Angiò e sostituiti con i domenicani). Bene, nella cripta dell'abbazia di Saint Victor c'è una Vergine Nera, chiamata Notre Dame de Confession, che ha con sè il Bambino (tutto il blocco statuario è nero) che tiene nella mano destra uno scettro (terminante con il giglio di Francia) e reca sul capo una corona a triplice fiorone. Ora, è possibile che il culto di Maddalena fosse legato al culto che va così di moda oggi definire “sacro femminino”? Ma, meglio ancora, potrebbe la figura leggendaria di Maddalena aver incarnato quella Iside, quella divinità ancestrale sinonimo di terra primitiva, sostanza nera e pesante, materia minerale, che si cela nella massa rocciosa (la pietra)? E qual'è il legame tra Maddalena e Sara, la statua nera venerata nella cripta della chiesa di Saintes Marie de la Mer? Certo, quella attuale è una statua ovviamente di realizzazione piuttosto recente, ma c'è un particolare non trascurabile: è la santa patrona dei Gitani, la loro dea, alla quale dedicano un culto e una venerazione sconfinati. Secondo loro, Sara era già presente nel villaggio quando sbarcarono le Marie, dunque questo potrebbe far pensare che il 'culto' di una Vergine Nera (i nomi sono poi tutti da interpretare) fosse già ben radicato in loco, derivante appunto da un ipotetico culto Isiaco. I Gitani sono tra l'altro un enigma per gli storici: da dove vengono? E chi sono?
La festa gitana a Saintes-Maries- de-la-Mer. |
Sembra che la loro patria di origine sia l'Oriente (ancora una volta!) ma non c'è una memoria scritta che permetta di risalire alle sorgenti della loro 'genesi'. Una delle teorie più accreditate è che essi fossero stanziati nell'India nord-orientale da cui -per ragioni che ignoriamo- si spostarono verso l'anno 900 d.C. migrando in Persia (Iran attuale), dove si sarebbero scissi in diversi rami, spargendosi anche in Europa. A questo popolo itinerante vengono dati nomi differenti, così si conoscono come Gitani, Rom, Romanischels, Manouches (che in sanscrito significa 'uomo'), Bohémiens, Sinti, Yénich e anche, più genericamente, come Tsigani (Zingari), 'gente del villaggio', popolo itinerante... Amano il contatto con la natura e gli elementi che la costituiscono (l'acqua tonificante, il fuoco purificatore, il vento, la terra (sanno lavorare molto bene i metalli e il legno, ad esempio, arti che progressivamente anche presso di loro vanno scomparendo); adorano le feste, la musica, la danza. Non sempre sono stati accettati, anzi: in Romania subirono una schiavitù durata seicento anni, fino al 1800, per non parlare dello sterminio nazista perpetrato su quattrocentomila di loro, ma hanno anche ricevuto attestazioni di simpatia e nel 1438 cominciano ad essere citati nei documenti (ad Arles). La loro dea è Sara-Kâli (nella loro lingua Sara la Nera, che ricorda nel nome la celebre dea Kalì indiana), che è custodita sottoforma di simulacro di legno scuro nella cripta della chiesa del villaggio. Le hanno confezionato 59 abiti, di cui la rivestono nelle diverse cerimonie religiose, che cadono il 24 e 25 maggio di ogni anno, quando una folla di pellegrini, circa 10.000 gitani, si riunisce a Saintes Maries de la Mer per partecipare con devozione al trasporto della statua dalla cripta fino al mare (il 24 di maggio). Nella cripta della chiesa, il cui soffitto è stato rifatto, è custodita quindi la statua di Sara, insieme ad alcune ossa. Molti gli ex voto ('Grazie Santa Sara'), i lumini e le candele accese nell'ipogeo. Sara però, non risulta essere mai stata elevata alla santità per la Chiesa ufficiale cattolica. Ma chi era Sara, secondo la tradizione cristiana? Perché, da quanto s'è capito, il culto dei Gitani verso di lei è 'paganeggiante' o almeno ha radici in fonti diciamo... 'universali'. La figura di questa Sara non è mai citata nei Vangeli Canonici. Dunque si sono fatte unicamente delle ipotesi, anche per giustificarne la presenza nel contesto della tradizione legata alle Sante Marie qui venerate.
- Si dice che fosse una loro ancella (chi dice 'schiava') che però non sarebbe stata imbarcata con loro al momento del loro esilio in mare aperto(come raccontato nella Legenda Aurea). A quel punto si sarebbe compiuto un prodigio: Salomè avrebbe steso sull'acqua il proprio mantello, cosicché Sara lo avrebbe usato come passerella per raggiungere la barca e salirvi sopra. Insieme al gruppo dunque, avrebbe poi raggiunto la costa provenzale.
- E se Sara fosse stata Egiziana? Esiste pure tale ipotesi, che la vorrebbe badessa di un convento Libico o facente parte di un gruppo di martiri persiani.
- Ma potrebbe anche essere stata già presente in Camargue, e niente affatto proveniente dalla Palestina. In tale ottica sarebbe discendente di una nobile famiglia e regina della sua tribù! In questa veste avrebbe dato accoglienza alle Sante Marie, convertendosi poi alla fede che loro andavano diffondendo con l'evangelizzazione della Provenza.
- Non ultimo, perché recentemente se ne sente spesso parlare in una 'nuova ondata' di letteratura alternativa, Sara sarebbe stata la figlia di Gesù e di Maria Maddalena, la quale avrebbe potuto giungere in Provenza gravida di un 'seme' di Gesù, partorendo poi la figlia che avrebbe chiamato Sara. Oppure sarebbe potuta arrivare li già con Sara al seguito, avuta magari quand'era ancora in Palestina. Al ritiro di Maddalena alla Sainte Baume, Sara sarebbe rimasta con le altre due Marie? Tutte queste supposizioni non apportano granché alla ricerca storica. Ciò che sappiamo con certezza è che questa figura di Vergine Nera conservata nella cripta della chiesa delle Saintes Maries de la Mer è tutt'oggi veneratissima dal popolo Gitano. E' un po' meno chiaro perché si lasci prosperare questo culto accanto a quello, tutto cristiano, delle Sante Marie. Ben venga questo incontro di fedi, ma è possibile che la Chiesa non sia mai riuscita a sradicare un culto 'paganeggiante' e nemmeno a trasformarlo in quello verso una Madonna Nera, come sono tante altre sparse per il mondo. Sara è rimasta Sara. Anche se è assai probabile che il simbolo 'esoterico' sottinteso sia identico. Ma fu grazie all'intercessione di un signore locale, il marchese Baroncelli se si riuscì a far accettare il culto di Sara alle autorità ecclesiastiche locali e a quelle civili, che acconsentirono affinché i Gitani potessero liberamente radunarsi in occasione della festa della loro patrona per celebrarne il culto con feste e processioni. Questo dal 1935. Bisogna però risalire al 1496, quando si diffuse la notizia del ritrovamento delle reliquie delle 'Marie' (e di Sara), per trovare le prime notizie del pellegrinaggio di Gitani a questo villaggio. Perché per loro era importante questo ritrovamento? Cosa potevano conoscere della leggenda che coinvolgeva Sara? Mistero. Maria Jacobi e Maria Salomè, morte poco prima di Sara e a distanza di alcuni mesi l'una dall'altra, avrebbero trovato sepoltura, dopo aver ricevuto i sacramenti da San Trofimo di Arles, vicino ad un oratorio (una cappella) che avevano eretto. Non si ha alcuna documentazione in merito fino all'XI secolo (dopo dieci secoli dai supposti fatti) e solo nel 1448 si effettuarono degli scavi nella zona che si riteneva quella giusta. Un discendente di Carlo II d'Angiò, colui che aveva trovato le supposte reliquie di Maria Maddalena nel 1279 a Saint Maximin, il conte di Provenza e re di Francia, Renato, rinvenne un piccolo cimitero nel dicembre 1448: vi si trovavano dei crani disposti a croce (un'inumazione rituale?) e i corpi di due donne.Vennero riesumati anche un altare di terra battuta e una lastra di marmo, che verrà chiamata "Guanciale delle Sante" (Oreiller des Saintes Maries) e che oggi è incastonato in una colonna della chiesa.
Carta con Carcassonne. A nord di Carcassonne, in rosso, è segnalato il sito di Lastours. |
La Tour Régine a Lastours, a nord di Carcassonne. Clicca per ingrandire. |
A nord di Carcassonne c'è il sito Lastours, singolare per i suoi quattro castelli costruiti a 300 metri sul livello del mare, sulla sommità di uno sperone roccioso. Cabaret, Surdespine, Tour Régine e Quertinheux sono a dominare il corso dei torrenti Orbiel e Grézilhou. Lastours ha tracce storiche risalenti all'età del bronzo, in una grotta è stato trovato il corpo di una ragazza, ricoperto di gioielli che ricordano l'arte egiziana e micenea. I castelli di Cabaret, Surdespine e Quertinheux esistevano prima della crociata contro gli Albigesi, in una forma diversa dal loro aspetto attuale. Signore del luogo, nel momento di massimo splendore per i Catari, era Pierre Roger de Cabaret, molto legato al Catarismo, per questo motivo fu assediato, da parte dei crociati, già nel 1209. Tra il 1223 e il 1229, l'attività dei Catari è forte e i castelli saranno assediati, invano, una seconda volta nel 1227, ma bisognerà attendere fino al 1229 per assistere alla resa di questi baluardi e vedere gli ultimi Perfetti fuggire, profughi, verso i Pays de Sault (Saut in occitano) nel dipartimento del Vaucluse. Dopo le crociate, il re di Francia riprende le proprietà appartenute a Pierre Roger de Cabaret, rade al suolo il villaggio e i castelli e innalza sul crinale, una quarta torre: la Tour Régine.
Carta con Lastours, Rennes le Château, Carcassonne, Narbonne e Béziers. Clicca sull'immagine per ingrandirla. |
Il demone Asmodeo, all'interno della chiesa di Rennes le Château. Clicca sull'immagine per ingrandirla. |
Perfino la piccola chiesina, con tanto di musica di sottofondo stile 'noire', non ci incute alcun timore reverenziale, e Asmodeo, di guardia o da monito a sinistra dell'entrata, sembra più indifeso che offensivo...! Interessante la visita ai locali attigui: Villa Betania, la Tour Magdala, i giardini, la tomba di Sauniere, la raccolta di reperti 'originali' allestiti nel piccolo museo e...i sentieri, le colline, i ruderi intorno al borgo. Tra Rennes le Chateau e Carcassone si possono incontrare alcune delle località rientranti nelle vicende che gli appassionati di questo 'mistero' hanno sicuramente in mente:Limoux, ad esempio, o Alet-les-Bains, città di antichi studi alchemici, in cui abbiamo visitato le sorprendenti rovine della grandiosa abbazia-cattedrale di Notre Dame d'Alet, accanto alla quale sorge l'attuale parrocchiale, l'Eglise Saint-André (chiesa di Sant'Andrea). In Place de la République, con case dalle facciate 'à pans de bois' (XVII-XVIII secolo), si trova la Mason (Casa) detta di Nostradamus, con diversi simboli esoterici sulle travi lignee esterne.
Anche Alet era una 'roccaforte' Catara e le guerre di religione portarono alla distruzione dell'Abbazia benedettina che abbiamo visitato con profonda ammirazione. Sulla strada che ci riporterà in Italia, ancora nel cuore della Linguadoca-Rossiglione, notiamo i castelli che erano appartenuti alla nobiltà che appoggiava la fede 'catara',di cui possiamo solo evocare mentalmente il nome ma non visitare; poi Le Corbieres, Narbonne, importantissima, e Béziers, in cui avvenne un orribile eccidio in un sol giorno, di 20.000 catari, per mano dei Crociati di papa Innocenzo III.
In rosso Béziers. Clicca sull'immagine per ingrandirla. |
Certo oggi quelle montagne impassibili, quelle verdeggianti pianure, gli scorrenti fiumi, le autostrade e i viottoli boschivi, i ruderi fortificati, i tetti delle case e delle chiese, arrivano indistinti e anonimi dai finestrini delle auto in transito, si trattengono un momento e se ne vanno, insieme al loro passato insanguinato. Il nostro sguardo li segue ineluttabilmente, il paesaggio cambia di continuo, velocemente e così fuggono frettolosi anche i nostri pensieri, che forse è troppo penoso spendere verso una storia che ci coinvolge tutti, perchè sempre attuale, per un verso o per un altro. Pietas. Come questa parola ci ricorda Pietra. Ricordiamo una frase di Fernand Pouillon: "Entrate nella pietra, e siate vivi come queste pietre". Speriamo di averlo fatto, di esserci riusciti almeno per un breve istante, in questo viaggio che ci ha riservato straordinarie emozioni.
Montpellier, capitale della regione della Linguadoca-Rossiglione, ci fa riaffacciare presto sulla costa mediterranea, con la gente che è sulle spiagge ad abbronzarsi e i cabinati bianchi solcano il mare con le loro spumeggianti scie. Il rammarico che ci portiamo in Italia è di non aver potuto visitare tutto quanto abbiamo incontrato sul percorso, ma è imperativo accontentarsi!
Un Santo Graal tutto italiano - Chi si contenta, gode. Consolante o meno, rientrando in Italia, abbiamo fatto un'interessante sosta alla cattedrale di San Lorenzo a Genova, dove (inconsapevolmente) ci attendevano molti simbolismi degni di essere evidenziati e di cui siamo lieti di rendere partecipi tutti gli interessati, e possiamo scommettere che anche coloro che spesso si siedono su quei gradini, la prossima volta faranno 'caso' a quelle belle triplici cinte...
Cattedrale di S. Lorenzo a Genova. |
Sacro Catino della cattedrale di S. Lorenzo a Genova. |
Simbolismi forse effimeri, questi, ma il Duomo riserva ben altro: dalle sculture dense di significato e sapienza di quei Costruttori medievali, alla sua magnifica architettura, dall'esterno fin giù nei sotterranei dov'è custodita la sua reliquia più importante, il Sacro Catino (spesso additato come uno dei 'tanti' Graal!).
Due corposi passi nel mistero che consigliamo, e stavolta tutti italiani!
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io avevo già visto dei film su questo, ma la mia professoressa di religione insisteva sul fatto che Gesù non era sposato con Maria Maddalena...comunque ora so che invece lo era!
RispondiElimina.
RispondiEliminaIntorno alla figura della Maddalena sono sorte un'infinità di speculazioni. Molto inchiostro è stato speso per cercare di ricostruire una verità quantomeno aderente alla realtà di questa figura indubbiamente affascinante, anche perché gli aspetti più essenziali sono ancora oggi avvolti nel mistero. A contribuire alla nascita di questi 'misteri' e delle varie speculazioni narrative, è dovuto in massima parte alla circostanza che nella realtà storica sono esistite DUE Maddalene: una, Mariamne di Magdala, fu la madre di Gesù, mentre l'altra, Maria Salomè di Magdala fu la moglie di Gesù.
La dicitura 'di Magdala' non significa affatto che esse provenissero da un sito (paese o città) che portava tale nome, cosa assolutamente falsa, perché non è mai esistito un sito con tale nome sulla costa occidentale del lago di Tiberiade. Nei testi neotestamentari più antichi, cioè quelli scritti in greco, è riportato 'Magdalene' e non di Magdala!...Questa falsa denominazione topografica venne aggiunta ai testi neotestamentari in un secondo tempo, quando i giudei della diaspora spiegarono agli eruditi pagani il vero significato dell'attributo Magdalena, vale a dire 'donna della torre', che per i giudei del tempo equivaleva al concetto di 'prostituta', sebbene di un 'particolare' tipo.
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