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lunedì 2 novembre 2015

Diario di viaggio: Berlin, ciò che resta del Muro e il nuovo cuore del potere politico della Germania

Il quartiere del potere politico a Berlin con il Reichstag.

Le Alpi viste dall'aereo.
Ho volato verso Berlino nel luglio del '14, da Orio al Serio (BG), con un'ottima compagnia aerea irlandese "low cost". Ho ottenuto un posto vicino al finestrino e così ho potuto scattare qualche foto con il cellulare, naturalmente in "modalità aereo". Sorvolando le Alpi si poteva intravvedere, in basso, il bianco dei ghiacciai perenni che si distingueva da quello delle nubi.

Specchi d'acqua intorno a Berlino.
Dopo aver sorvolato le Alpi e il Bayern, avvicinandoci alla nostra meta si mostrava una pianura che in prossimità di Berlino si macchiettava di specchi d'acqua. Probabilmente questo, nel passato, era un vasto sistema paludoso che fu poi bonificato.

In vista di Berlino.
Ora i vari laghi, laghetti e corsi d'acqua, permettono ai berlinesi di dedicarsi, soprattutto durante i week-end, alla vela, lo sport qui più praticato.

Fila di pale eoliche dall'alto.
Quando è iniziata la manovra di atterraggio, si sono delineate le colture di alberi atti a mantenere il terreno asciutto, a conferma del fatto che la città sorge in una zona bonificata dalle acque, e nei campi in cui non sono stati piantati gli alberi, si notano lunghe file di pale eoliche, per la produzione di energia.

Atterraggio a Berlino.
Dall'alto, Berlino si presenta estesa e piena di verde, circondata da villette monofamiliari con giardino di cui molte con piscina e, nonostante i suoi tre milioni e mezzo di residenti, appare ben distribuita. Atterriamo a Tegel, l'aeroporto a nord della capitale (1 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse), dove mi aspettava mia figlia e prendiamo quindi un treno che ci porti direttamente verso quella parte di città che voglio vedere per prima: Berlino est. Scendiamo dopo l'Ostkreuz, l'incrocio dell'est.

Bici a Berlino.
Nel mio primo impatto con la viabilità berlinese, mi rendo subito conto che si deve prestare molta attenzione alle biciclette, che sfrecciano scampanellando lungo i tragitti ciclabili, segnalati con margini bianchi, sui larghi marciapiedi: occhio alle strisce bianche dei percorsi dedicati a loro.

L'ostello è nell'edificio a destra.
L'ostello, a Warschauer Platz, al costo di 17 € a testa per notte in un alloggio con due camere doppie e un bagno, si trova nell'edificio che nel passato ospitava un'importante industria manifatturiera in cui si producevano tessuti. (2 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse)

La Sprea a Berlino.
Dopo le formalità e una doccia, esco a farmi un giro verso la Spree, il fiume di Berlino, Sprea in italiano, che passa proprio lì vicino.

Ponte sulla Sprea, a Warschauer Str.
La Sprea è il principale corso d'acqua di Berlino e attraversa la città da sud-est a nord-ovest, per poi confluire nel fiume Havel.

Ponte di Warschauer Strasse.
In alcuni punti della città raggiunge una larghezza di 50 metri e nel centro della città forma un'isola.

Sul ponte di Warschauer Strasse.
Un servizio di natanti per turisti permette di attraversare tutta la città sulla via d'acqua, ascoltando, nella propria lingua, la descrizione degli edifici costeggiati e il loro rapporto con la storia della città.

La Spree al ponte di Warschauer Str.
Ai tempi della divisione fra Berlino ovest ed est, un tratto del Muro di Berlino correva parallelamente alla Sprea e in alcuni punti la divisione era costituita dal fiume stesso.

Die Berliner Spree.
Fra l'altro il cognome italiano "Spreafico" deriva da Spree-fischer = pescatore della Sprea.

Die Berliner Spree.
Tra il III° e il VI° secolo infatti, un gruppo di germani, pescatori della Spree, seguendo la lunga migrazione dei longobardi verso l'area mediterranea, si stabilì in Italia, sulle rive del pescoso lago di Como e nel lecchese questo cognome è tuttora abbastanza comune.

Auf-wiedersehen Spree... per ora. Domani vedremo ciò che resta del Muro.

Verso Potsdamer Platz
da Berlino est.
La stazione della metropolitana
a Potsdamer Platz.
Il giorno dopo ci dirigiamo verso la Potsdamer Platz (3 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse), immensa vetrina direzionale e commerciale in cui, da Starbucks Coffee si può gustare anche un buon caffè espresso, e nei cui pressi inizia un'altura erbosa rettilinea che ha sostituito il Muro. La valichiamo per raggiungere ciò che del vecchio Muro è rimasto...

Nei giardini dei palazzi della zona, non è raro trovare brevissimi tratti del Muro, portati lì "alla memoria". Ma non solo...

Muro d'acqua con modella.
Da queste parti l'idea stessa di muro è spendibile per alcuni network e nel tragitto verso il punto cruciale che divideva Berlino fra Est ed Ovest, con i relativi palazzi del potere, incrociamo una troupe di fotografi che immortala una modella che si appoggia ad uno sfondo reale: un muro, tanto per stare in tema, da cui scende acqua.

Martin Gropius Bau.
In pochi minuti ci ritroviamo sulla Niederkircherstrasse e giungiamo al Martin Gropius Bau (edificio Martin Gropius), progettato da Martin Gropius (nipote di Walter Gropius, il fondatore del movimento della Bauhaus)
Monumento a
Freiherr von Stein.
e da Heino Schmieden, che con la sua originale combinazione di elementi classici e rinascimentali, è considerato uno dei più bei palazzi berlinesi ed è uno dei maggiori punti di riferimento europei per mostre ed eventi.

Il Muro dall'Abgeordnetenhaus.
Lungo la Niederkircherstrasse, dalla parte opposta dell'edificio, si staglia il monumento al barone Freiherr von Stein, alle cui spalle sorge l'Abgeordnetenhaus (la Camera dei deputati), sede dell'assemblea legislativa monocamerale della città-stato di Berlino, mentre di fianco al Martin Gropius Bau, ecco apparire il Muro, così com'era.

"Topografia del Terrore", l'ingresso.
E lì dietro c'e il museo del Muro, la "Topografia del Terrore". Osservando la modalità con cui è stato costruito il Muro, si comprende come la sua edificazione sia stata veloce: una colata di cemento su una lunga e spessa gabbia metallica sormontata da punte e arrotondamenti senza appigli che ne dissuadessero il valico.

Dentro la "Topografia del Terrore".
Ma come mai fu edificato il Muro a Berlino?

Durante la seconda guerra mondiale, l'inizio della disfatta della Germania nazista fu segnata dalla battaglia di Stalingrado, svoltasi tra l'estate del 1942 ed il 2 febbraio 1943, che oppose i soldati dell'Armata Rossa sovietica alle forze tedesche, italiane, rumene ed ungheresi per il controllo della regione strategica tra il Don e il Volga e dell'importante centro politico ed economico di Stalingrado (oggi Volgograd), sul fronte orientale. 
Ubicazione di Stalingrado, oggi
Volgograd, con cerchietto rosso.
La battaglia, iniziata nell'estate 1942 con l'avanzata delle truppe dell'Asse (tedeschi, italiani, rumeni ed ungheresi) fino al Don e al Volga, ebbe termine nell'inverno 1943, dopo una serie di fasi drammatiche e sanguinose, con l'annientamento della 6ª Armata tedesca rimasta circondata a Stalingrado e con la distruzione di gran parte delle altre forze germaniche e dell'Asse impegnate nell'area strategica meridionale del fronte orientale. Le truppe italiane furono massacrate e i pochi che tornarono, dovettero farlo a piedi, fra i ghiacci della steppa russa. Questa lunga e gigantesca battaglia, definita da alcuni storici come "la più importante di tutta la Seconda guerra mondiale", segnò la prima grande sconfitta politico-militare della Germania nazista e dei suoi alleati e satelliti, nonché l'inizio dell'avanzata sovietica verso ovest che sarebbe terminata due anni dopo con la conquista del palazzo del Reichstag e il suicidio di Hitler nel bunker della Cancelleria durante la battaglia di Berlino. Quindi furono i sovietici i primi a vincere decisamente sui tedeschi e furono loro a prendere Berlino.

I leaders dei paesi vincitori
alla conferenza di Jalta.
Tre mesi prima della capitolazione della Germania, dal 4 all'11 febbraio 1945, si tenne una Conferenza a Jalta, in Crimea, fra Churchill, Roosevelt e Stalin, che stavano vincendo la guerra e volevano decidere quindi l'assetto che avrebbe dovuto avere la nuova Europa. L'alleanza tra Stati Uniti ed Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale fu un'eccezione delle relazioni tra i due paesi, che avevano sempre avuto rapporti conflittuali. La rivalità strategica tra le due vaste nazioni, che sarebbero diventate entrambe superpotenze, risale al 1890 quando, dopo un secolo di amicizia durante il quale, fra l'altro, la Russia vendette agli USA l'Alaska, americani e russi divennero rivali nello sviluppo della Manciuria. La Russia zarista, incapace di competere industrialmente con gli USA, cercò di chiudere e colonizzare parti dell'Asia Orientale, mentre gli americani rivendicavano una competizione aperta per i mercati. Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, la rivalità si trasferì sul piano ideologico; gli americani non dimenticarono mai che l'appena costituito governo sovietico, a causa della difficile situazione interna, negoziò una pace separata con la Germania, lasciando gli Alleati soli a combattere le Potenze Centrali. D'altra parte, la sfiducia sovietica nei confronti degli USA fu originata dallo sbarco di truppe statunitensi in Russia nel 1918, le quali furono coinvolte, direttamente o indirettamente, nell'assistere i Bianchi, zaristi anti-bolscevichi, nella guerra civile originata dalla Rivoluzione d'ottobre.
Monaco, 1938, parata di Mussolini e
Hitler il giorno prima della firma del
Patto. Con licenza CCBY-SA 3.0 de
tramite Wikimedia Commons - https://
commons.wikimedia.org/wiki/File:
Bundesarchiv_Bild_146-1969-065-24
,_M%C3%BCnchener_Abkommen
,_Ankunft_Mussolini.jpg#/media/
File:Bundesarchiv_Bild_146-1969-065-24
,_M%C3%BCnchener_Abkommen,
_Ankunft_Mussolini.jpg
Più tardi, l'esclusione dell'URSS dal Patto di Monaco del 1938, siglato fra Francia, Gran Bretagna, Mussolini e Hitler per autorizzare la Germania ad occupare i Sudeti cecoslovacchi, indusse in Stalin il convincimento che gli alleati democratici avessero l'intenzione di scagliare le forze di Hitler contro l'Unione Sovietica. Stalin non esitò quindi a trattare con Hitler la spartizione della Polonia tra sovietici e tedeschi, con il Patto Molotov-Ribbentrop del 1939, che contribuì comunque ad alimentare fra gli Alleati democratici un clima di sfiducia nei confronti dei sovietici. In seguito, durante il secondo conflitto mondiale, i sovietici non dimenticarono le ripetute assicurazioni, a lungo disattese, di Franklin Delano Roosevelt, che USA e Regno Unito avrebbero aperto un secondo fronte sul continente europeo; infatti, mentre gli USA combattevano nel Mediterraneo e in Italia, l'unico aiuto che dettero ai sovietici furono i massicci bombardamenti nelle aree occupate dai tedeschi; un'invasione su vasta scala dell'Europa centrale da parte degli Alleati, avvenne solo nel D-Day del giugno 1944, più di due anni dopo la richiesta d'aiuto dei sovietici e quando la battaglia di Stalingrado era stata vinta da tempo, per cui l'URSS soffrì perdite tremende, pari a venti milioni di morti. Nonostante questi precedenti, a Jalta, Franklin Delano Roosevelt doveva essere sinceramente convinto dell'esigenza di una pace duratura e probabilmente non pensava di aprire le ostilità contro Stalin, come invece avrebbe voluto fare Winston Churchill. In retrospettiva, Jalta significò l'accordo per cui entrambe le parti, democratici e comunisti, potevano stare dove si trovavano e nessuna avrebbe usato la forza diretta per cacciar via l'altra. Ma Franklin Delano Roosevelt morì il 12 Aprile 1945, prima della fine del conflitto e gli successe Harry S. Truman, che era determinato ad aprire i mercati mondiali al capitalismo e a modellare il mondo del dopoguerra secondo i principi che furono poi stilati nella Carta Atlantica del 1949: autodeterminazione, pari accesso economico e un ricostruito capitalismo in Europa che potesse servire nuovamente come centro degli affari mondiali. Ma non solo, Truman, e Eisenhower dopo di lui, si impegnarono soprattutto in una competizione internazionale con l'URSS e il blocco comunista, evocando così la Guerra Fredda, una guerra contro il comunismo che non poteva essere combattuta militarmente, poiché con le armi nucleari si sarebbe potuto distruggere il pianeta. All'interno degli USA prese vita il fenomeno del Maccartismo, una vera e propria “caccia al comunista”.

L' 8 maggio 1945 la Germania si arrende mentre il Giappone si arrenderà in agosto, dopo lo sgancio di due bombe atomiche americane. Le truppe sovietiche e quelle degli  Alleati occidentali (USA, Regno Unito e Francia), erano dispiegate in determinate posizioni, essenzialmente lungo una linea al centro dell'Europa che venne chiamata Linea Oder-Neisse. Secondo lo spirito di Jalta, i vincitori potevano stare dove si trovavano e nessuno avrebbe usato la forza diretta per cacciar via gli altri. A parte alcuni aggiustamenti minori, questa sarebbe diventata la "Cortina di ferro" della Guerra Fredda. 
1945, i russi alla porta del Brandeburgo.
La Germania fu suddivisa nella Repubblica Federale Tedesca (RFT) a ovest, con capitale Bonn e nella Repubblica Democratica Tedesca (RDT) a est, in tedesco Deutsche Demokratische Republik, abbreviato in DDR. Tale prospettiva si applicava anche all'Asia, come evidenziato dall'occupazione statunitense del Giappone e dalla divisione della Corea.
Così Berlino, simbolo del nazismo e capitale della Germania hitleriana, venne a trovarsi nel territorio della Germania Est, ossia sotto l'influenza sovietica, venendo comunque suddivisa fra i vincitori del conflitto in 4 zone, tre delle quali, a Berlino ovest, controllate dagli Alleati democratici, con un corridoio via terra, all'interno della Germania dell'est, per poterla raggiungere. La quarta zona, Berlino est (la parte orientale della città) rimase appannaggio dell'Unione Sovietica, divenendo la capitale della Germania orientale,  la RDT.

1948, ponte aereo per
approvvigionare Berlino ovest.
In seguito, dopo alcuni mesi durante i quali i sovietici avevano iniziato a manifestare disagio e dissenso sulla situazione territoriale e logistica "anomala" di Berlino (con un'enclave occidentale in territorio filo-sovietico), che permetteva alle genti sottoposte al regime socialista di transitare facilmente all'ovest trovandovi rifugio, il 24 giugno 1948 decisero di chiudere il corridoio terrestre attraverso il quale Berlino ovest era connessa al mondo occidentale impedendo, di fatto, il suo approvvigionamento logistico: il successivo ponte aereo, organizzato dal mondo occidentale per assicurare la sopravvivenza della popolazione di Berlino Ovest, è entrato nella storia. Questa vicenda impressionò le popolazioni occidentali e, di fatto, fornì la motivazione per istituire un'Alleanza militare del mondo occidentale contro la minaccia sovietica, inaugurando la Guerra Fredda, una guerra fra paesi democratici e comunisti che non poteva essere combattuta con le armi poiché con l'uso delle armi nucleari non ci sarebbero stati vincitori.

Truman firma il Patto Atlantico.
I paesi occidentali concretizzarono così le mire del presidente degli USA, Harry S. Truman, costituendo la NATO, (in inglese North Atlantic Treaty Organization, in sigla NATO e in francese Organisation du Traité de l'Atlantique du Nord, in sigla OTAN) il patto atlantico di alleanza militare in funzione anti-sovietica. Il trattato istitutivo della NATO, fu firmato a Washington D.C. il 4 aprile 1949 ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso anno. Attualmente, fanno parte della NATO 28 stati del mondo. Il Patto Atlantico traeva origine dalla percezione che il cosiddetto mondo occidentale (costituito da Stati Uniti d'America, Canada, Regno Unito, Francia, Norvegia, Italia ed altri Paesi dell'Europa occidentale), dopo la seconda guerra mondiale, stesse cominciando ad accusare tensioni nei confronti dell'altro paese vincitore della guerra, ossia l'Unione Sovietica, con i suoi Stati satellite. Iniziava infatti a svilupparsi, nelle opinioni pubbliche occidentali, il timore che il regime sovietico potesse "non accontentarsi" della propria influenza nei territori che aveva occupato al termine della seconda guerra mondiale ma, radicalizzando i contenuti ideologici nelle società democratiche, ambisse ad espandersi per l'affermazione globale dell'ideologia comunista. Ciò generò un movimento di opinione che - anche grazie alle varie attività in tal senso organizzate dagli Stati Uniti d'America - iniziò a svilupparsi in modo generalizzato nei paesi occidentali e che richiedeva la sicurezza del mondo occidentale dalla minaccia comunista; la NATO, quindi, rispondeva all'esigenza di allearsi e di mettere a fattor comune i propri dispositivi di difesa, per reagire "come un sol uomo" ad un eventuale attacco da parte dei comunisti.
Nel 1955 la "cortina di ferro" divide l'Europa e la Germania
fra Repubblica Federale Tedesca ad ovest, con capitale
Bonn e Repubblica Democratica Tedesca ad est, con capitale
 Berlino, anche se Berlino ovest è appannaggio degli Alleati.
Questo convinse l'URSS ad istituire, nel 1955, il "Patto di Varsavia", l'alleanza militare fra URSS e i paesi dell'est che aveva occupato in tempo di guerra e in cui erano stati instaurati governi filo-sovietici.

Tra il 1949 e il 1961, circa 2,7 milioni di persone avevano lasciato la Germania orientale, la RDT e Berlino Est: il flusso di fuggiaschi era costituito per circa la metà da persone giovani, sotto i 25 anni, e poneva la dirigenza della RDT davanti a difficoltà sempre maggiori. Quotidianamente circa mezzo milione di persone passava i confini dei settori di Berlino in entrambe le direzioni e quindi potevano confrontare le differenze della qualità della vita fra un settore e l'altro. Solo nel 1960, circa 200.000 persone si trasferirono stabilmente nell’Ovest e la RDT si avvicinava al collasso sociale ed economico.

Un tratto del Muro com'è ancora.
Nelle prime ore del 13 agosto 1961, le maestranze di Berlino Est fecero erigere sbarramenti provvisori nei confini con Berlino Ovest e furono tolti tratti di pavimentazione sulle strade di collegamento fra i due settori. La scelta di una domenica di ferie in piena estate aveva un senso preciso. Nelle settimane e nei giorni successivi, gli sbarramenti di filo spinato sui confini fra Berlino Ovest ed Est furono sostituiti da un muro di lastre di cemento e blocchi forati, costruito da lavoratori edili di Berlino Est controllati pesantemente da sentinelle di frontiera della RDT. Gli edifici sul confine furono trasformati in fortificazioni. In Bernauer Straße, in cui i marciapiedi appartenevano al distretto di Wedding (Berlino Ovest), mentre la fila di edifici a sud apparteneva al distretto di Mitte (Berlino Est), il governo della RDT fece murare le entrate delle case e le finestre al piano terradel lato ovest e gli abitanti potevano accedere alle loro abitazioni solo passando dalla parte dei cortili che si trovavano dalla parte di Berlino Est. 
Monumento al Muro.
Già prima del 1961 si erano verificati numerosi sfratti forzati, non solo in Bernauer Straße, ma anche in altre zone di confine. Attraverso la costruzione del Muro, da un giorno all’altro furono tagliate e separate strade, piazze, case e i collegamenti del traffico urbano furono interrotti. La sera del 13 agosto il borgomastro Willy Brandt disse davanti al parlamento di Berlino: "L’amministrazione (il Senat) di Berlino denuncia davanti a tutto il mondo le misure illegali e inumane di chi divide la Germania, opprime Berlino Est e minaccia Berlino Ovest". Il 25 ottobre 1961 carri armati americani e sovietici si fronteggiarono al "passaggio per stranieri", il Checkpoint Charlie: soldati delle truppe di frontiera della RDT avevano appena tentato di controllare rappresentanti degli alleati occidentali che stavano entrando nel settore sovietico. Agli occhi degli americani questo comportamento infrangeva il diritto vigente alla libertà di movimento illimitata in tutta la città. Per 16 ore si fronteggiarono così, a solo pochi metri di distanza, entrambe le potenze nucleari. Per i contemporanei fu un momento di altissimo pericolo, ma all'indomani tutte e due le parti si ritirarono; un’iniziativa diplomatica di J. F. Kennedy, il presidente degli Stati Uniti, favorì infatti la dichiarazione del capo del PCUS e dello stato sovietico, Cruschow, che confermava lo status di divisione di Berlino fra le quattro potenze di Francia, Gran Bretagna, USA e URSS.

1961 a Berlino.
Tra Berlino Ovest e Berlino Est la frontiera fu fortificata da due muri paralleli di cemento armato, separati da una cosiddetta "striscia della morte", larga alcune decine di metri. Durante quegli anni, furono uccise dalla polizia di frontiera della DDR almeno 133 persone, mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest.
Berlino, 1986, il muro visto da
Berlino ovest.
Alcuni studiosi sostengono che furono più di 200 le persone uccise mentre cercavano di raggiungere Berlino Ovest o catturate ed in seguito assassinate. Il muro divise in due la città di Berlino per 28 anni, dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989, giorno in cui il governo tedesco-orientale decretò l'apertura delle frontiere con la repubblica federale. Già l'Ungheria aveva aperto le proprie frontiere con l'Austria il 23 agosto 1989, dando così la possibilità di espatriare in occidente a coloro che in quel momento si trovavano li in vacanza.

Michail Gorbaciov.
Quelli che nel giro di pochissimo tempo portarono alla riunificazione
tedesca, furono due fattori decisivi:
- l'arrivo di Gorbaciov come leader dell'Unione Sovietica e
- le crescenti difficoltà politiche ed economiche dei paesi dell'est, specialmente della DDR. Gorbaciov istituì la "Perestroika", cioè la radicale ristrutturazione della politica e dell'economia sovietiche e la "Glasnost", che esigeva la trasparenza nella gestione della politica. Decisivo per gli eventi che portarono infine alla caduta del muro fu anche la decisione di Gorbaciov di lasciare libertà nelle scelte agli altri paesi del Patto di Varsavia, promettendo che l'URSS non si sarebbe più intromessa nei loro affari interni.

Da http://www1.adnkronos.com/IGN/Speciali/Muro_Berlino/9-novembre-1989-Berlino-dice-addio-al-Muro_3930548099.html: Il 9 novembre 1989, nella Germania orientale, il Comitato centrale del partito comunista si riunisce in sessione. Principale punto all'ordine del giorno, la discussione di una proposta del Consiglio dei ministri per un allentamento delle restrizioni sui viaggi all'estero. Guenther Schabowski, capo della sezione del partito comunista a Berlino e responsabile per i rapporti con la stampa del Comitato centrale della Sed, è assente poiché impegnato in una conferenza stampa. Concluso questo impegno, torna al Comitato centrale dove gli viene consegnato il testo del provvedimento adottato, compresa la parte riguardante le nuove norme sui viaggi. Mezz'ora più tardi lo attende una conferenza stampa internazionale. Schabowski non ha avuto il tempo di leggere i documenti, che ha semplicemente sfogliato, ed annuncia, rispondendo ad una domanda, che la gente potrà recarsi per viaggi privati all'ovest senza restrizioni. Gli chiedono a partire da quando, lui sfoglia l'incartamento e dice: "Per quanto mi risulta, da subito, senza rinvii". Schabowski non si accorge che sullo stesso documento che consulta frettolosamente per rispondere alle domande, viene precisato che i nuovi regolamenti dovranno essere annunciati pubblicamente solo l'indomani 10 novembre, per dare tempo all'esercito, alla polizia e alla Stasi di dispiegare le forze necessarie a tenere sotto controllo la situazione.
Berlin, 1989, prime picconate al muro.
Ma ormai è tardi. A dissipare i dubbi che restano e la confusione che regna tra i tedeschi dell'est in seguito all'annuncio di Schabowski è l'emittente ufficiale tedesco-orientale "Aktuelle Kamera" che nel notiziario delle 19.30 annuncia: "Potrà essere presentata immediatamente domanda per recarsi in viaggio privato all'estero senza motivi particolari". I berlinesi cominciano ad affluire davanti ai checkpoint che regolano il passaggio da est a ovest attraverso il Muro. Si cerca - inutilmente - di convincere la gente a ripresentarsi l'indomani mattina. Alle 23 davanti ad un solo checkpoint si contano ventimila persone in fila. Temendo che la situazione esploda, due ufficiali della Stasi in servizio a Bornholmerstrasse, danno ordine di togliere la barriera.
Un tratto del muro oggi,
visto da ovest.
Alle 23.20 una marea umana si rovescia dall'altra parte.
La notizia raggiunge il Bundestag a Bonn, la Camera bassa del parlamento tedesco, riunita in sessione. I parlamentari si alzano in piedi e cantano l'inno nazionale tedesco, lo cantano tutti, tutto, compresa quella prima strofa che la Germania del dopoguerra ha messo fuorilegge: "Deutschland, Deutschland uber alles...", "Germania sopra tutto"... Tra le 23.30 e la mezzanotte, le barriere si aprono in altri chekpoint. Migliaia di tedeschi dell'est raggiungono il centro di Berlino ovest. In tre giorni, saranno due milioni i tedeschi orientali passati a Berlino ovest, mentre altri tre milioni di cittadini della Rdt attraversano il confine tra i due stati in altre zone del paese.

Lo stesso tratto di Muro, oggi,
visto dall'est.
Il Muro è il segno tangibile di una ferita il cui dolore si avverte ancora... A Berlino ovest si poteva rivestirlo di scritte, colori e graffiti, ma non si poteva nascondere la "divisione", conseguenza di una disfatta bellica inflitta dai nuovi padroni del mondo: gli Alleati atlantici e l'Unione Sovietica, le cui truppe avevano preso Berlino.

Un tratto di Muro.
Alcuni tedeschi dell'ovest, ancora oggi, ritengono che chi è cresciuto nella Germania dell'est ai tempi della DDR manchi di iniziativa e deleghi tutto allo stato... anche se Angela Merkel, figlia di un pastore protestante della Germania ovest, è cresciuta proprio nella DDR; ma poi entrò nella CDU, conobbe Khol e intraprese la carriera politica.

In effetti, nell'est tedesco, la riunificazione non provocò solo approvazioni. Da http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/18/Nazista_miliardario_Frey_all_assalto_co_0_98091812722.shtml - (18 settembre 1998) - Nazista e miliardario, Frey all'assalto del Bundestag: " Mi voterà l' Est ". Secondo gli istituti di ricerca, il 65 % dei cittadini dell'Est è insoddisfatto del sistema democratico e il 52 % di tutto il Paese ritiene che "ci siano troppi stranieri in Germania". "Noi renderemo la patria ai tedeschi - grida Frey - Noi tedeschi abbiamo pagato già cento volte per le nostre colpe. I nostri padri e i nostri nonni sono stati trattati da criminali di guerra mentre la gloriosa Wehrmacht era fatta di eroi, morti per la nazione tedesca. E poi basta con le menzogne sui lager: è tempo di riscrivere i libri di storia che hanno annebbiato la mente dei nostri giovani". Su questo delirio revisionista Gerhard Frey ha costruito un patrimonio di 500 miliardi di lire: pubblica due settimanali, Die Deutsche Wochen - Zeitung e Die Deutsche National - Zeitung (60 mila copie insieme), commercia in monete commemorative da 600 marchi a pezzo e scritti dedicati a Rudolf Hess e altri gerarchi nazisti. Intanto, estende il suo impero immobiliare che gli ha permesso di fare affari nella Berlino del dopo unità. Anche per questo ricorda ancora commosso il 9 novembre 1989: "Il giorno in cui è caduto il Muro è stato il più bello della mia vita. Ho pianto e ho detto a mio figlio che non dovevamo vergognarci di farlo"... Ma qual è il programma della Dvu? Frey risponde contando sulle dita che ha appena asciugato dal sudore con un fazzoletto bianco: "Primo: fuori, raus, tutti gli stranieri che abbiano commesso reati. Secondo: fuori anche tutti i profughi bosniaci, visto che in casa loro la guerra è finita. Terzo: Bruxelles non può paralizzare la nostra economia e, intanto, sovvenzionare i contadini del Sud Italia. Quarto: chi vuole restare in Germania deve piegarsi alle nostre regole, se diamo i sussidi a un turco che fa 16 figli che cosa resta per i nostri ragazzi disoccupati". Frey si volta come per abbracciare il suo strano popolo di giovanissimi e ultrasessantenni: "Vedete, sono i tedeschi dell'Est che ci salveranno: non si sono fatti russificare e non sono stati americanizzati. Il governo e l'esercito della Ddr erano molto più nazionalisti dei burocrati di Bonn: hanno saputo difendere lo spirito vero della Germania". Il raduno è alla fine. I camerati sono in piedi, partono le note dell'inno tedesco: lo cantano tutti, tutto, compresa quella prima strofa che la Germania del dopoguerra ha messo fuorilegge. "Deutschland, Deutschland uber alles...". Di Gianna Fregonara Barbara Stefanelli

Mappa di Berlino con i 7 punti d'interesse descritti in questo diario di viaggio

L'antenna della
 televisione.
Berlin, l'antenna
 di 368 m.
Proseguiamo quindi verso il quartiere Mitte, il centro di Berlino est, (4 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse) dove si erge la Fernsehturm, parola composta da "Fernseh", che in tedesco significa letteralmente "vedere lontano", parola usata per la TV e "turm" = "torre", l'antenna della televisione, costruita tra il 1965 e il 1969, che si vede da qualsiasi punto della città.
La sua realizzazione fu un capolavoro politico e tecnico della DDR, che costruì la torre della televisione per dimostrare la forza e l'efficienza del sistema socialista, come emblema architettonico della capitale della "nuova Germania democratica". La torre è un elemento caratterizzante dello skyline della città e a tutt'oggi è apprezzata nell'intera Germania.
Guardando l'antenna
dal basso, si vedono
 le vetrate. Foto di
Veronica, mia figlia.

Piazzale d'ingresso della Fernsehturm.
Alta 368 metri, fu eretta con il preciso scopo di farne la più alta torre televisiva d'Europa, seconda solo a quella di Mosca.

All'altezza di 207 metri la torre ingloba una grande sfera che ruota su se stessa, compiendo 360° ogni mezz'ora e che ospita, fra l'altro, un ristorante panoramico.

La vista che si gode dall'antenna TV.
Appena sotto al ristorante si può spaziare con lo sguardo fino ai limiti della capitale, grazie alle vetrate disposte lungo il perimetro della sfera.


Vista dalla Fernsehturm.
Proprio sotto l'antenna c'è la mitica Alexanderplatz, largamente frequentata da berlinesi, turisti e venditori ambulanti.

Vista dall'antenna TV.
Qui si può anche gustare il tipico hot-dog farcito con i würstel (dal diminutivo della parola tedesca "Wurst" = "insaccato") doc, per 1 euro.
Alexanderplatz dai berlinesi è chiamata "der Alex", in italiano "l'Alex" ed è un'importante centro commerciale, nodo viabilistico e di trasporti.
Alexanderplatz vista dalla Fernsehturm.
Storicamente considerata il centro della parte orientale della città, in origine era un mercato di bestiame, ed era perciò denominata Ochsenplatz (piazza dei buoi); le fu dato nome Alexanderplatz in onore di una visita dello zar russo Alessandro I a Berlino il 25 ottobre 1805.


Ad Alexanderplatz.
La piazza divenne importante nel tardo XIX secolo con la costruzione di una stazione (con lo stesso nome della piazza) e dei mercati generali: Alexanderplatz divenne così una delle maggiori zone commerciali della città, e tale rimase fino al 1940-45, quando i bombardamenti la danneggiarono gravemente.
L'Alex.
Alexanderplatz è stata soggetta a numerosi riaggiustamenti nella sua storia; tra i più recenti, negli anni sessanta, fu allargata, in un'ottica di riqualifica del centro urbano attuato dalla Repubblica Democratica Tedesca.

Alexanderplatz è circondata da diversi edifici famosi, oltre alla Torre della Televisione, la seconda struttura più alta in Europa e l'Hotel Park Inn, la struttura abitabile più alta della città.
L'orologio mondiale da:
http://www.drogbaster.it/
orologio-mondiale.htm
Nell'Alex sorge inoltre l'Orologio del Tempo del mondo, una struttura che ruota continuamente mostrando l'ora nelle varie zone della Terra.
Berlin, Alexanderplatz.
L'orologio Mondiale visualizza l'ora in 24 fusi orari del mondo. Fu realizzato nell'ottobre del 1969 e si trova su un piano in mosaico che simboleggia una bussola su una piattaforma di metallo. E' a forma di cilindro e ruota all'interno di 24 superfici esterne, i fusi orari, riportanti il nome delle 148 città più importanti del mondo, segnando l'ora locale dei vari fusi. Sopra l'orologio c'è una struttura rotante che rappresenta il sistema solare con i pianeti e le loro orbite. A seguito della riunificazione tedesca, Alexanderplatz è stata gradualmente modificata, con il rinnovamento di molti degli edifici che la circondano.

Nei pressi della Fernsehturm sorgono monumenti ed edifici storici di rilievo, a cui diamo una veloce occhiata:

St. Marienkirche.
La chiesa evangelica St. Marienkirche (in tedesco "kirche" significa "chiesa"), che venne concepita come chiesa parrocchiale nel contesto del primo ampliamento urbanistico medievale di Berlino, dopo il 1250 e che è un'importante testimonianza edilizia della città delle origini.

Rotes Rathaus.
Il Municipio Rosso, meglio conosciuto come Rotes Rathaus ("rotes" significa "rosso" e "haus" = "casa"), il municipio della città di Berlino. È la sede del sindaco e del governo della città-stato di Berlino. Il nome dell'edificio deriva dalla facciata completamente rivestita da mattoni rossi. Il municipio fu costruito al di sopra di un'area medievale, da sempre sede del Municipio, tra il 1861 e il 1869 da Hermann Friedrich Wäsemann, nello stile Rinascimentale dell'Italia settentrionale, ispirandosi in particolare alle città di Ferrara e Bologna, dove era fatto molto uso del cotto e dei mattoni rossi. Durante la divisione della città, il Rotes Rathaus era utilizzato solo come municipio di Berlino Est, mentre il municipio di Schöneberg ospitava il senato di Berlino Ovest. Nel 1990 l'amministrazione di Berlino unificata tornò al Rotes Rathaus.

Neptunbrunnen.
La fontana di Nettuno (in tedesco Neptunbrunnen) è posta nel grande spazio verde centrale che circonda la torre della televisione. La figura principale, quella del dio greco-romano Nettuno è raffigurata al centro; attorno a lui sono disposte le figure allegoriche dei più importanti fiumi della Germania: il Reno, la Vistola, l'Oder e l'Elba. I fiumi sono accompagnati da un coccodrillo, una foca, una tartaruga e un serpente.

Io con Marx ed Engels.
Di quello che era il Marx-Engels-Forum, uno spazio verde al cui interno si trovava una piazza lastricata di forma circolare che conteneva oggetti monumentali, rimangono le statue di Marx ed Engels; da notare che un ginocchio di Marx è bello lucido, levigato dalle innumerevoli persone che vi sono salite per farsi fotografare. Il progetto complessivo fu dello scultore Ludwig Engelhart, autore anche delle statue di Marx e Engels.

Ci avviamo quindi ad ovest sud-ovest, lungo la Karl-Liebknecht-Strasse, strada che proseguirà nell'Unter den Linden, il viale che ci porterà alla porta di Brandeburgo: probabilmente il percorso più monumentale di Berlin.

Il duomo di Berlin.
Attraversiamo un ponte sulla Sprea, che essendosi biforcata a sud-est, forma qui un'isola, chiamata l'isola dei musei, dove incrociamo il duomo (in tedesco: Dom), la chiesa principale della capitale tedesca, di confessione luterana e mausoleo della famiglia degli Hohenzollern. La casata degli Hohenzollern è la dinastia tedesca di principi elettori, re di Prussia, sovrani di Romania e imperatori di Germania, nobilitata dagli Hohenstaufen, la dinastia di Federico Barbarossa e Federico II con il rango di Conti ed in seguito Margravi, che ha avuto origine nell'area intorno alla città di Hechingen, nell'antica Svevia, oggi nel land del Baden-Württemberg, durante l'XI secolo, che fu la loro prima dimora. La famiglia, in seguito, si divise in due rami, quello cattolico di Svevia e quello protestante di Franconia.
Hechingen, il castello
degli Hohenzollern.
Il ramo svevo dominò l'area di Hechingen e Sigmaringen, a sud di Stoccarda, fino al 1849, per poi rinunciare ai propri domini per riunirsi come ramo cadetto a quello di Franconia. Quest'ultimo ebbe più fortuna: i discendenti della linea di Franconia infatti acquisirono il Brandeburgo nel 1418 e il Ducato di Prussia nel 1525. L'unione di queste due linee di Franconia, avvenuta nel 1618, permise la creazione del Regno di Prussia nel 1701, lo stato che portò successivamente all'unificazione della Germania e all'Impero Tedesco nel 1871. La dinastia perse il potere alla fine della Prima guerra mondiale, quando fu deposto l'ultimo re di Prussia e imperatore tedesco, Guglielmo II.
Il duomo con violinista.
Sulla porta principale del duomo. 
La chiesa originaria venne costruita intorno alla metà del XVII secolo su disegno di Johann Boumann in stile barocco e nel 1822 venne rimaneggiata in stile neoclassico su progetto di Karl Friedrich Schinkel. Nel 1894 l'imperatore Guglielmo II ordinò la demolizione della chiesa e la sua ricostruzione. I lavori iniziarono immediatamente, su progetto dell'architetto Julius Raschdorff, in uno sfarzoso stile neobarocco. Venne ultimata nel 1905, ed è uno dei maggiori monumenti dell'età guglielmina.
Fontana al Lustgarten.

Berlin è piena di artisti, soprattutto musicisti, di strada: puoi trovarli ovunque, anche sulla metropolitana! Davanti al duomo, in questo caso, c'era un violinista.

Lustgarten, il giardino dei piaceri
con l'Altes Museum in fondo.
L'ingresso principale del duomo si apre sul Lustgarten, il "giardino dei piaceri", la piazza verde di Berlino, che costituisce l'ingresso meridionale all'isola dei Musei, in cui sorge l'Altes Museum. Il lato meridionale era occupato, fino all'abbattimento del 1950, dal castello, di cui il Lustgarten era il giardino.
L’assetto del Lustgarten venne completato con quello che probabilmente è il capolavoro di K. F. Schinkel: l’Altes Museum, costruito fra il 1822 e il 1830. L’imponente museo, destinato ad accogliere le collezioni reali, chiude il lato settentrionale della piazza. 
Particolare del
ponte sul castello.
Le diciotto colonne ioniche del fronte riprendono quelle del portico del Duomo e la sua forma a parallelepipedo ricalca quella del vicino Arsenale e del Castello che c'era e che ora è in ricostruzione.

Sul ponte del castello.
Attraversiamo ora il secondo ramo della Sprea e ci lasciamo alle spalle l'isola dei musei percorrendo il ponte del castello, lo Schlossbrücke ("schloss" significa "palazzo" e "brücke" = "ponte") realizzato fra il 1819 e il 1824 da K. F. Schinkel  in sostituzione di una precedente struttura in legno.
In corrispondenza degli otto piloni sono collocati altrettanti gruppi scultorei rappresentanti guerrieri e vittorie alate e in questo modo il ponte unisce, non soltanto fisicamente, il Lustgarten e  l’Unter den Linden, il viale che inizia al di là dell'isola,in un unico e articolato complesso monumentale.
Il lato a sud del ponte del castello.
Il ponte, fra l'altro, è largo quanto il viale Unter den Linden, (che significa "sotto i tigli"), di cui costituisce la prosecuzione, e che ci accingiamo a percorrere.

Zeughaus, l'arsenale di Berlin.
Attraversato il ponte, alla nostra destra troviamo l'arsenale di Berlino (in tedesco Zeughaus Berlin), il più antico fabbricato sull'Unter den Linden a Berlino e il più significativo grande edificio barocco della capitale. 
Zeughaus.
Lo Zeughaus, edificato nel 1706 per ospitare le armi dell'artiglieria prussiana, ospita dal 2006 il Deutsches Historisches Museum (museo storico tedesco).
Zeughaus, particolare della facciata.
 La guida dei lavori fu dapprima affidata a Nering, il costruttore del Castello di Charlottenburg, ma in seguito alla sua morte, Grünberg rilevò la costruzione grezza e Schlüter la direzione generale. 
Sopra l'ingresso del
Zeughaus.
La costruzione, ripartita in quattro ali, ciascuna con una lunghezza laterale di 90 metri, è collocata intorno ad un cortile interno (lo Schlüterhof). La sua immagine complessiva è caratterizzata dall'armonia tra l'articolazione neoclassica della facciata e i rilievi scultorei riccamente decorati in stile barocco. La funzione dell'arsenale venne cambiata nel 1875, quando divenne una "sala gloriosa per l'esercito prussiano", un museo delle armi e della guerra. Dal 1952, lo Zeughaus ospita il Museum für Deutsche Geschichte (Museo di storia tedesca) e ora ospita la mostra permanente "Storia tedesca in immagini e testimonianze".

La casa del comandante.
Di fronte, dall'altra parte del viale, sorge la Casa del Comandante (Alte Kommandantur), che insieme all'Arsenale segna l'inizio del viale Unter den Linden. Costruito inizialmente come palazzo privato, dopo essere caduto in rovina è stato ricostruito, una prima volta, nel 1795-1796 dall'architetto Wilhelm Konrad, che vi fece adibire numerosi ambienti residenziali e di utilità, oltre alle stalle, per cui divenne, nel 1799, la sede del comandante del presidio di Berlino, che nel 1818 si spostò nella Neue Wache, l'ex Palazzo del principe Heinrich, progettata da Karl Friedrich Schinkel, dalla parte opposta del viale, tra l'Arsenale e l'università. Oggi è la sede della Bertelsmann AG, la cui Fondazione Bertelsmann ha fatto ricostruire l'edificio, con un'architettura ritenuta da alcuni discutibile, da Nikolaus Bernau.
Il Kronprinzenpalais.

Di fianco all'Alte Kommandantur, si staglia il Kronprinzenpalais (Palazzo del Principe Ereditario), dove vivevano gli eredi al trono reali e imperiali. 
Il Kronrrinzenpalais visto da ovest.
Costruito originariamente fra il 1663 e il 1669, fu ampliato nel 1732-33 su progetto di Philipp Gerlach, in stile tardo-barocco. Tra il 1856 e il 1857 venne costruito il secondo piano su progetto di Johann Heinrich Strack, che fu poi ricostruito a seguito dei danni dovuti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Teatro dell'Opera.
Di fianco al Kronprinzenpalais c'è lo Staatsoper, il teatro dell'opera. L'edificio venne costruito come "Hofoper" (Opera di corte) tra il 1741 e il 1743, secondo i progetti di Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff, nel contesto d'insieme del Forum Fridericianum, oggi Bebelplatz, commissionato da Federico II di Prussia; è stato il primo teatro dell'opera all'aperto della Germania e il più grande d'Europa. L'edificio, realizzato nello stile del Neoclassicismo prussiano sotto l'influsso della classica architettura inglese, sulle scie di Palladio, si ispira alla forma di un tempio corinzio.

Vista dalla Bebelplatz.
A fianco, proseguendo verso ovest, c'è la Bebelplatz, chiamata in origine Opernplatz (Piazza dell'Opera), progettata per essere il punto focale del Forum Fridericianum da Georg Wenzelaus von Knobelsdorff. Il Forum doveva essere un'area con edifici in stile romano antico, ma infine il progetto fu realizzato solo in parte. Qui, il 10 maggio del 1933, avvenne il rogo in cui i nazisti bruciarono circa 25.000 libri ritenuti pericolosi. 
Alte Bibliothek.
Questo evento è ricordato da un'opera di Micha Ullman, consistente in un pannello luminoso inserito sulla superficie della strada, che lascia intravedere una camera piena di scaffali vuoti. Accanto è posta una targa che riporta una citazione di Heinrich Heine: « Quando i libri vengono bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone ». Nel 1947 la piazza fu dedicata al politico August Bebel, assumendo il nome di Bebelplatze.
 Neue Wache.
Nella piazza sorge l'Alte Bibliothek (in italiano Biblioteca vecchia), nota anche come Kommode per la sua forma; nata come biblioteca, oggi ospita la facoltà di giurisprudenza della Humboldt Universität.

Di fronte, dall'altra parte del viale, a fianco dell'Arsenale, sorge la "Neue Wache", il memoriale di guerra costruito da Karl Friedrich Schinkel nel 1816-18, uno degli edifici neoclassici più importanti di Berlino.
L'ingresso dell'università Humboldt.

Proseguendo dalla Neue Wache verso la porta di Brandeburgo, si passa davanti all'Università Humboldt (in tedesco Humboldt-Universität zu Berlin), la più antica delle quattro università di Berlino.
Statua di Wilhelm
Humboldt nel cortile
dell'ingresso.
La facciata dell'edificio chiude su lato nord il Forum Fridericianum (oggi Bebelplatz). L'edificio venne costruito nel 1753 per il principe Enrico di Prussia, fratello di Federico il Grande.

Statua di Wilhelm
Humboldt all'esterno.
Nel 1810 vi si insediò la neonata università di Berlino (dal 1828 Friedrich-Wilhelm-Universität), fondata per iniziativa di Wilhelm von Humboldt.
Nel 1949 venne ridenominata Humboldt-Universität in onore dei fratelli Wilhelm e Alexander von Humboldt, le cui statue di marmo realizzate da Paul Otto fiancheggiano, all'esterno, l'ingresso all'edificio: una rappresenta Wilhelm von Humboldt con in mano un libro e l'altra il fratello, Alexander von Humboldt, famoso esploratore, rappresentato seduto sul globo terracqueo.
Statua di Alexander
Humoldt all'esterno.
Ai lati della cancellata d'ingresso, due allegorie rappresentano l'Aurora e il Crepuscolo e nel cortile interno, progettato da Reinhold Begas, un'altro monumento a Wilhelm von Humboldt. 
Illustri personalità si sono sedute ai banchi e alle cattedre di questo prestigioso istituto: tra queste il padre della dialettica Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Karl Marx e Friedrich Engels, che diede vita al materialismo dialettico ribaltando l’idealismo hegeliano.
Allegoria dell'alba.
Oltre a loro, Albert Einstein, Max Planck e i Fratelli Grimm.Nell’atrio è esposta una statua che rappresenta Karl Marx e Friedrich Engels, con la memorabile iscrizione che li avviò lungo la strada del materialismo storico: “i filosofi hanno solo interpretato il mondo; il punto è cambiarlo.” Alla fine della guerra, l'università si trovò nel settore sovietico, per cui nel 1948, nei settori occidentali, fu fondata l'Università libera di Berlino.

Monumento
a Federico II.
Al centro del viale incrociamo il monumento a Federico II.
Da http://blog.berlincolor.com/il-monumento-a-federico-ii-di-prussia/, posted on 8 settembre 2015 by Tommaso Speccher: "Camminando lungo l’Unter den Linden, proprio all’inizio del cosiddetto Linden Forum (il Forum Friedericianum), sta una statua poderosa in bronzo di un uomo a cavallo, alta quasi nove metri e ben rivolta ad est, ovvero verso il castello degli Hohenzollern, ora in ricostruzione. L’uomo a cavallo non è un personaggio qualunque bensì Federico II il Grande. La statua venne costruita a metà dell’800 per la commemorazione della morte del Grande Re di Prussia. L’artista che ricevette la commissione è Christian Daniel Rauch, scultore molto noto in quei decenni che dovette tuttavia passare attraverso la selezione tra molti altri progetti. La presenza in questo luogo di Federico II a cavallo, come segno della caparbia visione guerriera e strategica del personaggio, non è frutto di un caso: Fedrico II si erge simbolicamente all’entrata del vero salotto prussiano berlinese a colpo d’occhio sull’ Opera cittadina, il
L'Unter den Linden visto dalla Pariser
Platz, dalla Porta di Brandeburgo.
Duomo cattolico, la biblioteca imperiale (ora sede della facoltà di giurisprudenza ) e soprattutto dell'Università Humboldt. La convivenza dei due elementi, del valore guerriero, quanto della “civiltà della cultura” sono i due elementi presenti nel mito del Grande Federico. Le Guerre moderne non sono in fin dei conti guerre tra selvaggi ma guerra di strategia, di intelligenza e soprattutto guerre di diplomazia politica.
L’elemento della necessità politica in particolar modo segnerà i 46 anni di carriera regale del nostro Federico, così capace di mettere assieme interessi diversi, visioni strategiche e soprattutto l’attenzione per il carico simbolico della vita politica.
In fondo, l'ambasciata russa, vista
dalla Porta di Brandeburgo.
Non è un caso che a sostenere tutto l’impianto della statua non siano delle semplici colonne quanto una sessantina di figure umane, un ammasso di uomini non poprio sconosciuti, tra loro prelati, militari semplici, generali di alto rango, uomini politici come ambasciatori o ministri, tutta gente insomma indispensabile all’andamento di un sistema statale. A noi di Berlincolor piace però sempre raccontare come guardando il cavallo dalla parte posteriore, proprio all’altezza del sedere dell'equino, si possano notare rannicchiati i filosofi, tra cui Kant e Schlegel…sì, proprio loro! I grandi filosofi della tradizione idealista relegati nella posizione più infame e maleodorante."
La bandiera russa
sull'ambasciata
dell'ex URSS.

La Pariser Platz con in fondo la
porta di Brandeburgo.
Proseguiamo quindi verso la Porta di Brandeburgo (in tedesco Brandenburger Tor), che costituisce il punto finale occidentale del viale Unter den Linden.
E giungiamo, finalmente, nella Pariser Platz, adiacente alla Porta, da dove, girandosi, ci si può rendere conto dell'ampiezza del viale Uber den Linden.
Sulla destra troneggia l'imponente edificio che era la sede dell'ambasciata della CCCP o URSS, che oggi ospita quella della Federazione Russa.
Nella Pariser Platz.
Nella Pariser Platz.
La Parisier Platz è una meta prediletta da turisti, musicisti di strada e giovani a zonzo in cerca di passatempi; e qui possono trovarne.
La Porta di Brandeburgo è il monumento più famoso di Berlino, edificata nello stile neoclassico di Berlino e conosciuta in tutto il mondo come simbolo della città e della Germania. (5 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse)
Pariser Platz a sinistra della Porta.
Porta di Brandeburgo a Pariser Platz,
Inaugurata il 6 agosto del 1791, la porta venne costruita dal 1788 da Carl Gotthard Langhans, che prese spunto dalla ricostruzione dei propilei di Atene, per cui lo stile utilizzato da Langhans è un dorico-romano riveduto. Alta 26 metri e larga 65, fra le sue colonne doriche in pietra, che a terra hanno un diametro di 1,75 metri, passano cinque varchi.
Pariser Platz a destra della Porta.
Nel 1868, dopo l'abbattimento delle mura cittadine, Johann Heinrich Strack aggiunse ai lati della costruzione centrale due basse costruzioni, in stile neoclassico anch'esse. E sul lato destro della piazza, intitolata a Parigi, sorge l'ambasciata francese.
L'ambasciata francese nella Pariser
Platz.
La quadriga sulla sua sommità fu creata nel 1794 da Johann Gottfried Schadow.
Napoleone I la trasportò, nel 1807, a Parigi, come bottino di guerra ma nel 1814 i prussiani se la ripresero ed aggiunsero la croce di ferro alla corona che sormonta l'asta in mano alla dea, che più che la dea della pace sembra una vittoria, una nike.
Sommità della Brandeburger Tor.
La costruzione e la quadriga vennero seriamente danneggiate durante la seconda guerra mondiale e restaurate tra il 1956 ed il 1958, grazie anche all'utilizzo degli stampi originali della quadriga che si trovavano fortunatamente ancora nel deposito della fonderia Noack, a Berlino ovest. Durante la Guerra Fredda, la Porta di Brandeburgo si trovava lungo il limite occidentale di Berlino Est e quindi adiacente al Muro che divise Berlino dal 1961 al 1989. Nel 1963, quando il presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy visitò la porta di Brandeburgo, i sovietici appesero grandi striscioni rossi su di essa per impedirgli di guardare ad Est.
Il Bundestag visto dal lato della
Porta di Brandeburgo.
Negli anni ottanta, denunciando l'esistenza di due Stati tedeschi, il sindaco di Berlino Ovest, Richard von Weizsäcker, disse: «La questione tedesca è aperta fino a quando la porta di Brandeburgo resterà chiusa».
Dalla Porta di
Brandeburgo verso
il Bundestag.
Infatti, il celebre Muro passava proprio davanti alla porta, chiudendola di fatto. Il 12 giugno 1987, il presidente statunitense Ronald Reagan parlò alla popolazione di Berlino Ovest dal retro della porta di Brandeburgo, chiedendo che il Muro di Berlino fosse abbattuto. Rivolgendosi al segretario generale del PCUS Michail Gorbačëv, Reagan disse: «segretario generale Gorbačëv, se si cerca la pace, se si cerca la prosperità per l'Unione Sovietica e per l'Europa Orientale, se cercate la liberalizzazione, vieni qui ad aprire questa porta! Mr. Gorbačëv, apra questa porta! Mr. Gorbačëv, abbatta questo muro!».
Il palazzo del Reichstag, sede del
Bundestag, il parlamento federale.
Dal 1989 i resti del Muro e dei vari sbarramenti nelle vicinanze della Porta vennero completamente demoliti.

La Porta di Brandeburgo (5 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse) segna la fine del quartiere Mitte (che letteralmente significa "mezzo", col significato di "centrale") e da Berlino est si entra a Berlino ovest.
Memoriale delle vittime del Muro,
fra la Porta di Brandeburgo e il
Bundestag.
Oltre la Porta di Brandeburgo si entra nel quartiere Tiergarten ("tier" in tedesco significa "animale" e "garten" = "giardino"), nome usato anche come sinonimo di giardino zoologico.
Il ponticello pedonale sulla Sprea
che parte dagli edifici intorno al
Bundestag e va alla stazione
ferroviaria centrale.
Un breve tratto di strada, in cui sorgono delle croci con incisi i nomi di alcune vittime del periodo del Muro, ci conduce nel cuore del potere di Berlin.

Il cuore del potere politico di Berlino è disposto nel nuovo quartiere sorto attorno al Bundestag.
La stazione ferroviaria centrale.
In tedesco Bundes significa "federale" e il Bundestag è il parlamento della federazione tedesca, posto lungo la Sprea tra la Porta di Brandeburgo e la futuristica stazione ferroviaria centrale.
L'orso, baer in tedesco,
è il simbolo di Berlino,
da cui forse prende il
nome, nella stazione
ferroviaria centrale.
L'Hauptbahnhof, la stazione ferroviaria centrale è stata costruita sull'altra sponda della Sprea, ma la si può raggiungere attraversando un ponticello pedonale limitrofo al Bundestag.
Costruzione adiacente alla stazione
ferroviaria centrale.
Il Bundestag è insediato in quello che era il palazzo del Reichstag (Reich = regno), costruito quando l'entità prussiano-tedesca era un regno.
Il palazzo del Reichstag di Berlino fu costruito come sede per le riunioni del Reichstag, il parlamento del Reich tedesco. Fu inaugurato nel 1894 ma cessò di essere utilizzato negli anni della Germania nazista (1933-1945) e tornò ad essere la sede del parlamento tedesco nel 1999, con la riunificazione della repubblica federale tedesca dell'ovest con la repubblica democratica tedesca dell'est.
Il Bundestag visto dalla Sprea.
Quindi, il Bundestag è l'attuale parlamento della federazione tedesca, mentre il termine Reichstag si riferisce all'edificio in cui è insediato.
Il Bundestag con al centro la sua
cupola di vetro.
Dopo la seconda guerra mondiale il palazzo faceva parte di Berlino Ovest, era in rovine e non aveva una reale utilità, perché la capitale della repubblica federale tedesca (dell'ovest) era stata situata a Bonn.
Nonostante ciò, nel 1956, dopo alcuni dibattiti, si decise che il Reichstag non sarebbe stato abbattuto, ma restaurato.
Nel 1992, sir Norman Foster vinse un concorso architettonico per la ricostruzione dell'edificio, anche se poi il suo progetto era molto diverso da quello che fu poi eseguito.
Dietro al Bundestag, visto dalla Sprea.
Durante la ricostruzione, il palazzo fu completamente svuotato, togliendo tutto ad eccezione dei muri esterni.
La ricostruzione viene ampiamente considerata un successo.
Edifici moderni intorno
al Bundestag.
Dell'edificio è particolarmente apprezzata la grande cupola di vetro, eretta sul tetto in memoria dell'originale in muratura del 1894, distrutta dall'incendio appiccato dai nazisti nel 1933.
Il Bundestag visto
dalla Sprea.
Dall'esterno della cupola si possono vedere i visitatori salire lungo la scala a spirale agganciata alle pareti di vetro e da dentro è possibile osservare in basso, attraverso un gioco di specchi, i deputati in seduta parlamentare.
Alta 23 metri e larga 40, la cupola è visibile da ogni angolo del centro riunificato di Berlino e trasmette l'idea del legame fra trasparenza e politica, fra cittadini e rappresentanti, immaginata con questa funzione da Norman Foster, cui era stato demandato il compito di inventare il simbolo della nuova Germania unita.

"Il Serpentone", a fianco
 del Bundestag.
A fianco del parlamento (il Bundestag), che sorge sulla Sprea, il fiume che attraversa Berlino, si trovano gli uffici dei gruppi parlamentari, quelli dei deputati, la biblioteca, la cancelleria, il palazzo della stampa e infine il castello di Bellevue, la residenza del presidente federale.
Intorno al Bundestag, gli edifici a
disposizione dei parlamentari.
C'è poi un complesso mezzo vuoto chiamato "il Serpentone", che avrebbe dovuto ospitare gli onorevoli trapiantati da Bonn a Berlino.
Intorno al Bundestag.
Il vetro è il materiale che fa da denominatore comune, utilizzato in abbondanza per edificare i moderni edifici, quasi a moltiplicare l'idea della trasparenza.

Intorno al Bundestag.

La Cancelleria (Bundeskanzleramt) è il dominio di Angela Merkel, il primo capo di governo donna della storia tedesca, che siede in quelle stanze da 8 anni.
La Cancelleria.
È l'edificio più imponente del cosiddetto "Band des Bundes", letteralmente "cintura della federazione", la fila di edifici istituzionali che si susseguono da est a ovest.
Intorno al Bundestag.
Creato su progetto di Axel Schultes e Charlotte Frank è costituito da un cubo bianco centrale di nove piani in cui è incastonata una grande apertura circolare in vetro. I berlinesi, con il loro tipico sarcasmo, l'hanno ribattezzato "la lavatrice".
Il quartiere politico di Berlino, oltre a costituire un'immersione nell'architettura moderna, spiega più di mille reportage cosa sia diventata la Germania oggi.
La Cancelleria vista dalla Sprea.
È passato quasi un quarto di secolo dalla riunificazione tedesca.

Cancelleria vista dalla Sprea.
Adesso la Germania è una potenza economica globale, che signoreggia sull'UE e il segno tangibile della sua supremazia nell'Unione Europea è il fatto che la sede della banca centrale europea è nella Germania stessa, a Francoforte.
La Cancelleria vista dalla Sprea.
Navigando sulla Sprea, dopo la Cancelleria (il Bundeskanzleramt) si scorge la "casa delle culture del mondo" (Haus der Kulturen der Welt), un edificio costruito fra il 1956 e il 1957 su progetto dell'architetto americano Hugh Stubbins, presentato per la Internationale Bauhausstellung ("mostra internazionale dell'edilizia") del 1957.
Casa delle culture del mondo.
Il progetto è stato co-finanziato dal governo americano in simbolo dell'amicizia tedesco-americana. Per la sua forma particolare è conosciuto anche come Schwangere Auster ("ostrica gravida").
Il castello di Bellevue.
Poco lontano sorge il castello di Bellevue (in tedesco Schloss Bellevue, dove Schloss = palazzo), la residenza ufficiale del Cancelliere (il presidente) della Repubblica Federale Tedesca. Il suo nome deriva dal panorama che si gode guardando la Sprea.

La stazione della metro a
Friedrichstrasse.
Il giorno successivo decidiamo di percorrere la Spree con un traghetto turistico e dopo aver preso la metropolitana, scendiamo nella famosa Friedrichstraße (in tedesco la lettera "ß" equivale a "ss"), nei cui pressi ci si può imbarcare. (6 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse)
Particolare del ponte Weinderdammer
a Friedrichstrasse.
Il ponte Weinderdammer, sulla Sprea, a Friedrichstrasse, ha i fregi centrali pieni di lucchetti, come del resto tutti i ponti del mondo frequentati da turisti, come testimonianza di visite da parte di coppie di innamorati.
Il fregio del ponte sulla Sprea
pieno di lucchetti.

Al di là del ponte si staglia la facciata di un hotel che espone, a mo' di cariatide, un orso dorato.
Un hotel di Friedrichstrasse
limitrofo alla Spree che
espone l'orso, simbolo di Berlin.
L'orso è il simbolo di Berlino e c'è chi suppone che il nome stesso di Berlin derivi dalla parola "baer", orso.

Proprio sotto il ponte c'è l'imbarco per il traghetto, che ci condurrà prima a ovest,
Lungo la Sprea, sul traghetto. 
in direzione del Bundestag per poi virare di 360 gradi e tornare verso est, proseguendo poi verso il Nikolaiviertel, il quartiere di S. Nicola.

Verso il Tiergarten.
Dopo essere passati a fianco del Bundestag, proseguiamo fino alla "Casa delle culture del mondo" e ci inoltriamo lungo il parco del Tiergarten.
Il parco del Tiergarten.

Poco più avanti, nella Sprea, affluisce un canale e nello slargo d'acqua così formato, il traghetto trova lo spazio per girarsi ed invertire la propria direzione.
Poco prima dell'incrocio col canale.

Torniamo così verso il Bundestag e costeggiamo di nuovo il "Serpentone", adiacente al Bundestag.
Il "Serpentone".

Proseguendo la navigazione verso est, ripassiamo quindi sotto il ponte di Friedrichstrasse, da cui siamo partiti.

Il ponte Weinderdammer
a Friedrichstrasse.

Ci addentriamo in quella che era Berlino est, con le sue architetture moderne, edificate a dimostrazione della solidità e contemporaneità del regime comunista.
Verso Berlino est.

Grandi pitture murali amplificano la percezione di modernità e contemporaneità.
Verso l'Est.

Sulla nostra destra si avvicina il punto in cui la Sprea, biforcandosi, forma l'isola chiamata "dei musei".

Sulla Spree.

Il primo edificio a cupola che si vede, proprio alla biforcazione della Sprea, è il Bode-Museum.
Edificio di Berlino est.

Il Bode-Museum è uno dei musei di Berlino facente parte dei Musei Statali, situato sulla punta ovest dell'Isola dei Musei.
Oggi accoglie le collezioni di scultura (Skulpturensammlung), il ricco monetiere e medagliere (Münzkabinett), il museo bizantino e una piccola parte delle collezioni della Pinacoteca (Gemäldegalerie).

Edificio tipico di Berlino Est.
Sulla Sprea, verso Berlino Est.

Il museo è ospitato in un edificio costruito in stile barocco, progettato dall'architetto Ernst von Ihne e inaugurato nel 1904.

In origine fu chiamato Kaiser-Friedrich-Museum dall'imperatore Federico III di Germania ma nel 1956 fu rinominato Bode-Museum in onore
Verso l'isola dei musei.
La punta dell'isola dei musei.
del suo fondatore e primo direttore, Wilhelm von Bode. Particolarmente interessanti sono le sale del Rinascimento italiano - con le terrecotte di Luca della Robbia e altri capolavori di Donatello e Desiderio da Settignano e quelle del tardo gotico tedesco.

Il Bode Museum, tuttavia, è noto soprattutto per la sua collezione di numismatica e di arte bizantina, con oltre 150 dipinti e una predominanza di opere di epoca Romana e Bizantina (dal III al XV secolo d.C.) provenienti da diverse regioni del bacino del Mediterraneo: da Costantinopoli alla Grecia antica, dai Balcani ai paesi nordafricani.
Il Bode-Museum.

Completano la collezione una serie di icone russe.
Particolare del Bode-Museum.

Passato l'insieme degli edifici che costituiscono il Bode-Museum e un largo ponte dedicato a treni e metropolitana, ci appare, nella sua maestosità da tempio greco, il Pergamonmuseum.

Lungo il Bode-Museum.
Il Museo di Pergamo (in tedesco: Pergamonmuseum) è uno dei più importanti musei archeologici della Germania e del mondo.
Il Pergamonmuseum.
Il  Pergamonmuseum prende il nome dall'antica città ellenistica di Pergamo, in Anatolia (oggi in Turchia), anche se i reperti che contiene non provengono solo da quel sito.
Il Museo è allestito all’interno di un immenso palazzo in stile dorico a tre ali, sedi di tre distinti musei.
Dall'altro lato della Sprea, il James-
Simon-Park.
- L’Antikensammlung, che è una grande raccolta di antichità,
- Il Vorderasiatisches Museum, il nucleo storico del Pergamonmuseum, dedicato al Vicino Oriente,
- Il Museo islamico.
Tutti i reperti sono stati trafugati da archeologi tedeschi.
Lungo l'isola dei musei.
Il Pergamonmuseum custodisce antichi reperti provenienti dagli scavi archeologici tedeschi a Babilonia, Assur, Uruk e in Siria, compiuti a cavallo del XIX e XX secolo.
L'isola dei Musei.
Tra le principali attrazioni vi sono la babilonese porta di
Ishtar, la porta del mercato di Mileto, l’altare dedicato a Zeus di Pergamo, la strada delle processioni e la facciata della sala del trono di Babilonia.

L'isola dei musei.
Passiamo quindi lungo l'AlteNationalgalerie, dove Alte significa "vecchia", la Vecchia Galleria Nazionale, che raccoglie opere d'arte prodotte da artisti tedeschi nel XIX secolo.
Lungo l'AlteNationalgalerie.

In fondo appare il Duomo di Berlino, il più grande luogo di fede luterana (noi diciamo protestante) della città.

Il Duomo di Berlin.

L'edificio è costruito in uno stile pomposo che richiama il Rinascimento italiano e al suo interno sono sepolti gli Hohenzollern, la famiglia reale prussiana.

L'AlteNationalgalerie.
Sull'altra riva della Sprea sorge un moderno edificio che ospita un altro museo, quello della DDR, la Repubblica Democratica Tedesca.
Il Berliner Dom.

Passiamo quindi sotto il ponte che percorremmo quando andammo dall'antenna della TV (la Fernsehturm) alla Porta di Brandeburgo.

Il museo della DDR.

Sulla sponda destra della Spree, dalla parte del museo della DDR, si notano le tipiche costruzioni in mattoni rossi di Berlino Est.
Edificio in mattoni
tipico di Berlino est.

Nella sponda dell'isola dei musei, dopo il Duomo sorge il Neuer Marstall, edificio in stile neobarocco che dalla parte opposta alla Sprea si affaccia sulla Schlossplatz, la piazza in cui sorgeva il castello e di cui era la stalla, che poteva contenere fino a 300 cavalli.
Il Neuer Marstall.

Di fronte al Neuer Marstall, oltre la Sprea, sorge il quartiere di San Nicola.

Da http://www.viaggio-in-germania.de/nikolaiviertel-berlino.html: Il Nikolaiviertel (quartiere di San Nicola) è di origini medievali e fu quasi completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale.

In vista del quartiere
di San Nicola.
Venne ricostruito dal 1979 al 1987, in occasione del 750º anniversario della fondazione della città.
Per la ricostruzione si realizzarono edifici moderni a pannelli prefabbricati, che imitavano nelle forme e nelle dimensioni gli edifici antichi.
Piazzetta a Nikolaiviertel.
I pochi edifici scampati ai bombardamenti furono contemporaneamente restaurati, fra cui la gotica Nikolaikirche (chiesa di San Nicola), costruita intorno al 1230 e rimaneggiata varie volte nei secoli successivi.
Oggi è una chiesa sconsacrata che ospita un museo sulla storia della Nikolaikirche; spesso si tengono qui anche dei concerti.

A Nikolaiviertel.
Nel quartiere vi sono inoltre:
Suntano le guglie
della Nikolaikirche.
- il Knoblauchhaus, una casa dell'alta borghesia del '700, abitata dalla ricca famiglia Knoblauch, produttori di seta, l'unico edificio del quartiere non distrutto dalla guerra,
- l'Ephraim-Palais, uno degli esempi più riusciti di case residenziali in stile rococò, costruito nel 1766 per un banchiere della corte di re Federico II,
- il ristorante storico Zum Nußbaum (Al noce) del '500,
- il ristorante storico Zur letzten Instanz (All'ultima istanza), del 1621, in cui si ritrovarono spesso i contendenti del vicino tribunale, per festeggiare la vittoria o per annegare nella birra la delusione della sconfitta e da lì il nome.
Neuer Marstall, Dom e Nikolaiviertel
dopo l'inversione di marcia.
Anche Napoleone ha mangiato qui.
- Il ristorante Kartoffelhaus N°1, specializzato - come dice già il nome - in piatti con le patate,
Statua di S. Giorgio che
uccide il drago. Foto di
Manfred Brückels.
- l'Heinrich Zille Museum, museo dedicato all'artista locale Heinrich Zille, famoso per le sue vignette satiriche,
- l'Hanf-Museum, museo dedicato alla canapa, alla sua produzione, i suoi utilizzi pratici e i suoi effetti medicinali.

Nel quartiere di S. Nicola
Nella piazzetta sovrastante la Spree, svetta la statua di San Giorgio che sconfigge il dragone, eretta nel 1853.

Passato il Nikolaiviertel, dove finisce l'isola della Spree, il traghetto vira di 360 gradi e ritorna verso il punto d'imbarco e riattraversiamo così l'isola dei Musei e il quartiere di San Nicola.

Piazzetta ne quartiere di S. Nicola.
Nikolaiviertel.

Tutto sommato sono molto soddisfatto di questa navigazione che ci ha permesso di apprezzare degli scorci di Berlino che non si sarebbero potuti vedere da terra.

Noto comunque angoli, viste ed edifici che all'andata non avevo notato ma che ora mi appaiono in tutta la loro bellezza.
Tipico edificio
di Berlino est.
Vi sono delle costruzioni che pur non ospitando enti particolari, mostrano architetture e decorazioni che impressionano per la loro bellezza e solennità.
Le gru del cantiere per la
ricostruzione del castello.

Sul lato meridionale del Duomo è attivo un cantiere per la ricostruzione del castello costruito nel 1443 dal Principe Elettore Federico II, che fu poi modificato ed ingrandito nel corso dei secoli. Danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo molti contrasti, nel 1950 Walter Ulbricht decise per la sua demolizione. Al suo posto, tra il 1973-78, fu costruito il "Palast der Republik", a sua volta abbattuto nel 2006-08.

Ponticello di un parco.
Sulla Spree verso ovest.

Ammiriamo  così per un'ultima volta gli scorci che il tratto del fiume Spree ci offre nel suo attraversamento della capitale della Germania, uno stato che ha raggiunto per la prima volta la sua unità solo nel 1871, con la costituzione dell'Impero Tedesco, dieci anni dopo la costituzione del Regno d'Italia.
Scorcio visto dalla Spree.
Edificio lmitrofo al Bode-Museum.

Ce ne torniamo quindi sotto il ponte di  Weinderdammer, sulla Friedrichstrasse, dove lasciamo il natante turistico dotato di cuffie che descrivono, nella lingua desiderata, il percorso e gli edifici che si incontrano.


L'imbarco del natante turistico.
L'ostello a Berlino
ovest
Decidiamo di trasferirci a Berlino ovest, a Charlottenburg, (7 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse) in un ostello con wi-fi in cui una camera doppia senza bagno, ma con bagno comune e docce al piano, al costo di 19 € a testa, a Stuttgarter Platz, vicino alla stazione della metro di Charlottenburg.
All'interno dell'ostello, pieno di graffiti murali, c'è anche una cucina con cuoche a cui si possono ordinare cibi a pagamento, ma una sera alla settimana si cena gratuitamente a base di specialità locali.
L'ostello a Stuttgarter Platz 17.
A proposito di specialità tedesche, a chi piace la birra cruda, la weiss, a Berlino non può ordinarla con quel nome poiché non la conoscono... mica siamo nel Bayern.
Nei ristoranti poi, si deve lasciare una mancia, mediamente del 10 %, ai camerieri, l'unico risarcimento che ricevono per il loro lavoro, per cui il servizio, a Berlino, è quasi sempre impeccabile!
Wilmersdorfer Strasse.
A Berlino ovest si respira un'aria decisamente più festosa e meno seriosa che nell'est.
Qui le strade, perlopiù alberate, sono ciclo-pedonali durante le ore di punta con negozi e supermercati che straripano di pubblicità.
Castello di Charlottenburg.
Il quartiere di Charlottenburg prende il nome dal castello omonimo, anche se la parola castello, in tedesco non c'è e si usa la parola Schloss = palazzo.
Lo Schloss Charlottenburg è il più grande palazzo storico rimasto a Berlino dopo la seconda guerra mondiale.
All'ingresso del castello
 Castello di Lietzenburg era il suo nome originario, dalla località dove venne edificato tra il 1696 e il 1699. Lo Schloss fu commissionato da Sophie Charlotte, moglie di Federico III di Brandeburgo e costruito nello stile barocco italiano dall'architetto Arnold Nering. 
Monumento a
Federico Guglielmo I
di Brandeburgo.
Era molto più piccolo di adesso, ma Charlotte lo amava molto. Essendo un'amante della musica aveva fatto costruire, accanto al castello, anche un piccolo teatro di opera lirica. 
Era stato pensato come residenza estiva (Sommerhaus), ma presto divenne la sua residenza fissa. 
Monumento a
 Federico Guglielmo
detto il Grande
Elettore.
Charlotte e Federico si erano sposati nel 1684 ed ebbero tre figli, ma la loro unione - un matrimonio combinato come all'epoca lo erano quasi tutti nella nobiltà - non era felice. Il marito Federico non aveva il permesso di entrare nel castello, a meno che non fosse esplicitamente invitato. Nel 1701, dopo l'incoronazione di Federico come Federico I, re di Prussia e Charlotte come regina, il palazzo fu ingrandito dall'architetto Eosander Von Göthe. Dopo la morte della moglie nel 1705, Federico chiamò lo Schloss e la zona circostante Charlottenburg in sua memoria. 
La Spandauer Damm, con i suoi edifici
simmetrici, vista dal piazzale del
castello di Charlottenburg.
Dal 1709 al 1712 furono aggiunti ulteriori edifici tra i quali le caratteristiche torrette e l'orangerie. Al centro del piazzale del castello si erge il monumento equestre realizzato sul finire del XVII secolo da Andreas Schlüter, grandiosa statua in bronzo del Grande Elettore Federico Guglielmo I di Brandeburgo, probabilmente il suo maggior capolavoro. La statua poggia su un alto basamento ai piedi del quale vi sono quattro figure incatenate. Specie con riguardo a queste ultime si coglie l'eco della lezione di Bernini.

Berlino vista dall'aereo.
Berlin dall'aereo.
E' giunto così il momento di andarcene, soddisfatti di avere colto le particolarità della capitale dello stato che, dopo avere provocato e perso due guerre mondiali, sta signoreggiando sull'Unione Europea.

Ma non torniamo subito a casa... pensiamo di fare un salto a Venezia!

Le Alpi viste sulla tratta Berlino-Venezia.


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