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venerdì 9 gennaio 2015

Ogham: la scrittura rituale degli antichi Celti

Ogham su pietra a Carn Enoch, in Galles,
 Inghilterra
OGHAM, L'ALFABETO CELTICO SEGRETO
da "Il Vischio e la Quercia" di Riccardo Taraglio:
Si è spesso affermato che i Druidi non conoscessero la scrittura e che utilizzassero al massimo quella greca per le dediche e gli scritti commerciali. Se questo è certamente vero, soprattutto sul continente, perché gli archeologi hanno ritrovato diverse epigrafi, non bisogna tuttavia dimenticare che in Irlanda e in Scozia, ma anche sporadicamente in altri luoghi, si è a conoscenza di un tipo di alfabeto particolare chiamato Ogham che, secondo la leggenda, fu donato alla classe druidica celtica dal dio Ogma-Ogmios, detto grianainech, «dal volto di sole». Ogma lo inventò perché gli uomini colti avessero un linguaggio segreto non comprensibile dagli zotici e dagli ignoranti e per avvertire suo fratello, il dio Lugh, che se non avesse posto una betulla (B beth) a guardia della propria moglie, essa sarebbe stata rapita e portata nell'Altromondo o in regioni lontane.
L'OGHAM, l'alfabeto celtico, con le
lettere corrispondenti ai punti della mano
L'Ogham, il cui nome esatto sarebbe “Duil Feda”, era un alfabeto segreto costituito da una serie di segni tracciati su bastoncini in legno di tasso o nocciolo, utilizzati per fissare nello spazio e nel tempo gli effetti di un incantesimo, di una fascinazione o di un'interdizione. Oltre a questo i Druidi se ne servivano per scrivere su menhir che venivano posti ai confini fra i tùath o sui luoghi dove era caduto un guerriero e/o dove egli era sepolto.
L'Ogham non era utilizzato solamente come linguaggio scritto, ma anche figurato, dato che durante le riunioni, spesso svolte al buio delle capanne o nella penombra dei luoghi sacri rischiarati appena dal bagliore dei fuochi, i Druidi comunicavano fra loro formando le varie lettere usando come linea di riferimento il setto nasale o lo stinco di una gamba, oltre al tocco delle differenti parti delle mani. Il Libro di Ballymote cita così il Cos-Ogham (Ogham delle gambe) e lo Sron-Ogham (Ogham del naso).

OGHAM, l'alfabeto celtico. Ogni OGHA, simbolo-lettera, è l'iniziale
di un'albero-pianta, un uccello e un colore, con i nomi in gaelico:
inoltre qui indichiamo la corrispondenza con il calendario arboricolo
proposto da John King. Clicca l'immagine per ingrandirla.

Le lettere dell'alfabeto oghamico sono venti, divise in quattro gruppi da cinque lettere ciascuno orientate in modo differente. La scrittura oghamica era quindi a uso esclusivamente magico e rituale e si hanno notizie di una sua sopravvivenza fino al VI-VII secolo d.C. L'Ogham veniva inciso a partire dal basso, proprio per seguire la direzione di crescita degli alberi e il moto che dalla terra va verso il cielo. Per avere l'esatta cognizione di tale alfabeto bisogna pensare alla linea verticale che sale verso l'alto e idealmente supera il semplice oggetto, pietra o bastone, per proseguire il suo compito e portare al cielo il proprio messaggio. L'incantesimo raggiungeva in tal modo i piani spirituali e qui veniva «preso in consegna» dagli esseri del Sidh e realizzato grazie al fuoco nel quale si gettavano i bastoncini in legno di Tasso dove era stato inciso l'alfabeto oghamico.
Ogham su pietra: Carn Enoch, Galles, Inghilterra
da: http://brian-mountainman.blogspot.com
In Irlanda, Scozia e Galles si sono ritrovate più di trecento iscrizioni oghamiche incise su pietra e tutte a carattere funerario, composte perlopiù dal nome del defunto e da quello del padre, ma ciò che potrebbe sorprenderci maggiormente è la segnalazione del professor Barry Fell della presenza di iscrizioni recanti il nome del dio Mabon tracciate utilizzando l'Ogham su alcune antiche pietre ritrovate sulle rive di South Woodstock, Vermont, USA. Se tali scoperte dovessero venire confermate si potrebbe anche considerare il fatto che i corraughs (i “coracle”) dei Celti irlandesi giunsero in America molto prima dei drakkar dei Vichinghi di Eric il Rosso o delle caravelle di Cristoforo Colombo (cosa già in parte avvenuta per la presenza presso la tribù dei nativi americani Mandan di persone dalla pelle chiara e dai capelli rossi, oltre che di rituali particolari e di alcune parole gallesi nella loro lingua); e si potrebbero considerare sotto una luce reale i racconti che narrano dell'arrivo di san Brandano in America intorno al VII secolo d.C. o della spedizione del principe gallese Madoc del 1170 d.C. verso le medesime terre. L'Ogham ha la particolarità di essere, oltre che un alfabeto, anche un sistema mnemonico delle numerosissime conoscenze druidiche. Infatti per memorizzare le migliaia di versi poetici e le storie mitologiche, la dottrina filosofica, le qualità di erbe e piante medicinali, i nomi degli dèi e il loro simbolismo, la sequenza dei luoghi sacri e il significato toponomastico, le sterminate genealogie di nobili e re, i passaggi dei rituali e degli incantesimi ecc., i Druidi avevano escogitato un sistema per organizzare in modo semplice tutte queste informazioni. Il corpus delle conoscenze era ordinato nelle famose Triadi bardiche, a loro volta, probabilmente, legate a un segno dell'alfabeto oghamico. Infatti ognuna delle lettere dell'Ogham era associata a un albero e l'iniziale di quest'ultimo serviva da richiamo per un'intera sequenza di informazioni. Seguendo le lettere si potevano così avere Ogham degli alberi, dei colori, degli uccelli, degli animali, degli dèi, delle fortezze, dei nomi di tùath e di clan, dei luoghi sacri, dei re, dei cani, del cibo, delle acque ecc.

Il vischio, sacro per i Druidi
Una leggenda narra il giungere dell'Ogham presso gli umani e il motivo della scelta di particolari legni di alberi per intagliarvi i segni che lo compongono. Si racconta che la moglie di Manannan, Aife-Aoife, rubò l'alfabeto segreto della conoscenza agli dèi per donarlo agli uomini e che, benché scoperta e trasformata in un cigno, riuscì a farlo giungere all'umanità racchiudendolo in una sacca fatta con la propria pelle. Per la scelta dei legni l'Ogham è legato alla leggenda intitolata Scél Baili Binnberlaig (la Storia di Baile dal Dolce Eloquio) in cui si narra dello sfortunato amore di Ailinn e Baile. Ailinn era figlia del re supremo d'Irlanda, Lugaid e si era innamorata di Baile, a cui aveva dato appuntamento sul fiume Boyne per un incontro d'amore. Baile giunse dalla fortezza settentrionale di Emhain Madia e quando si fermò al luogo dell'incontro vide un uomo dall'aspetto orribile arrivare di corsa e comunicargli che la giovane Ailinn era morta. Baile stramazzò al suolo e venne sepolto dai guerrieri dell'Ulster che posarono una pietra sulla sua tomba su cui crebbe un tasso. Il terribile essere corse ad annunciare così ad Ailinn che il suo innamorato era deceduto e anch'essa cadde al suolo morta. Le genti del Leinster la seppellirono e sulla sua tomba crebbe un melo. Dopo sette anni i Filid tagliarono il tasso sulla tomba di Baile e ne fecero delle tavolette su cui incisero le visioni, gli amori e i corteggiamenti del popolo dell'Ulster, mentre con il melo vennero fatte delle tavolette per il Leinster. Durante i festeggiamenti di Samhain le tavolette in mano al re Art McConn si saldarono fra loro e vennero conservate come un tesoro prezioso a Tara.

Vischio su Quercia, che i Druidi recidevano
 con falcetti d'oro
La menzione dell'uso del legno come supporto per incidervi l'Ogham è conosciuto in Irlanda con il nome di tàbhall-lorg, tradotto con «bastone-tavoletta», mezzo impiegato dai Druidi per registrare dati, genealogie, libri di poesie e storie, forse non per esteso ma come semplice richiamo mnemonico delle loro conoscenze. Esso, anche chiamato taibhli-filidh («bastone del poeta») o tamlorga filidh e flese filidh («bacchetta, verga del poeta»), poteva essere portato solo da un poeta riconosciuto per legge, come citato nelle Brehon Laws. Normalmente erano in legno di betulla o faggio, ma se ne conoscono anche in tasso, nocciolo e melo.

Quercia
OGHAM E CALENDARIO ARBORICOLO
da "Il Vischio e la Quercia" di Riccardo Taraglio:
Secondo Robert Graves in "La Dea Bianca", i Celti utilizzavano un calendario lunare composto di tredici mesi di ventotto giorni ciascuno per un totale di soli 364 giorni. Restava quindi un giorno intercalare, il 23 dicembre, vigilia del solstizio d'inverno, giorno nefasto perché moriva l'anno, momento rappresentato dal tasso, l'albero della morte.
Il giorno seguente invece, 24 dicembre, momento del solstizio e della rinascita del Sole (divenute le cristiane celebrazioni del Natale come nascita del Bambino Divino), era presieduto dall'abete rosso, l'albero del parto. Questi due alberi aprivano (Ailm, l'abete rosso) e chiudevano (Idho, il tasso) l'anno, mentre le altre tre vocali arboricole erano assegnate alla guardia dei due equinozi e dell'altro solstizio: Onn (O), la ginestra o ginestrone per l'equinozio di primavera; Eadha (E) il pioppo bianco per l'equinozio d'autunno e infine Ura (U) l'erica per il solstizio d'estate.

OGHAM, l'alfabeto celtico. Ogni OGHA, simbolo-lettera, è l'iniziale
di un'albero-pianta, con i nomi in gaelico: inoltre qui indichiamo la
corrispondenza con il calendario arboricolo proposto da Robert Graves.
Clicca l'immagine per ingrandirla.

Questi alberi non erano assegnati a caso ai vari momenti cardine dell'anno, ma dominavano il periodo che coincideva con l'apice del loro ciclo di crescita annuale. È bene sapere che non esiste una sola teoria circa l'assegnazione ai vari alberi dell'Ogham ai momenti dell'anno. Ecco un elenco stilato da Riccardo Taraglio secondo principi che saranno poi trattati:

B      Beth      betulla             1° feb.-28 feb.
L      Luis       sorbo               1° mar.-28 mar.
N     Nion       frassino           29 mar.-25 apr.
F      Fearn     ontano            26 apr.-23 mag.
S      Saille     salice              24 mag.-20 giu.
H     Huath      biancospino     21 giu.-18 lug.
D     Duir        quercia            19 lug.-15 ago.
T     Tinne       leccio             16 ago.-12 sett.
C    Coll          nocciolo          13 sett.-lO ott.
M    Muin        vite                  11 ott.-7 nov.
G     Gort        edera                8 nov.-5 dic.
NG  Ngetal     giunco               6 dic.-2 gen.
R      Ruis       sambuco          3 gen.-31 gen.
I       Idho        tasso                1° novembre
A     Ailm        abete rosso       23 dicembre
O     Ohn        ginestra            equinozio primavera
E      Eadha     pioppo bianco  1° maggio
U     Ura          erica                equinozio d'autunno

Croce Celtica: i significati
Clicca l'immagine per ingrandirla

Betulla
La Betulla è l'albero sacro alla dea Brigit ed essendo questa dea patrona dei poeti, dei guaritori e degli artigiani, la cui festa era Imbolc (1° febbraio), è giusto pensare che era appunto il tempo dal primo al ventotto febbraio il primo mese del BLN (il calendario arboricolo Beth-Luis-Nion) che nella Croce Celtica appartiene al Grande Ciclo celeste di celebrazioni associato al Nord.
Per il post "Croce Celtica" clicca QUI
Ricordiamo poi che al Nord è associato il dio Ogma, inventore dell'Ogham. Molte coincidenze sembrano condurre alla stessa conclusione.
Inoltre la betulla è l'albero su cui si arrampicano gli sciamani siberiani per «accedere» ai mondi superiori e si sa che durante la festa di Imbolc ai guerrieri veniva fatta bere una bevanda particolare che li poneva in uno stato quasi di trance portandoli a incontrare gli esseri del Sidh (si potrebbe parlare di una sorta di «sciamanesimo celtico» intendendo con tale termine l'uso di tecniche per modificare gli stati di coscienza e accedere ai mondi spirituali). I Celti iniziavano il nuovo giorno dalla sera del giorno precedente e lo stesso facevano per i mesi che iniziavano nella notte dell'ultimo giorno del mese precedente e gli anni che iniziavano in autunno (Samain).

Punti cardinali "celesti" e ricorrenze slittate
di 45° nel "mondo terreno"
Clicca l'immagine per ingrandirla.
Imbolc è una di queste «porte» dell'anno perché si viene a trovare sulla Croce Celtica nel momento di massima oscurità, momento dell'anno in cui le provviste dopo un intero inverno sono quasi finite e la bella stagione non è ancora giunta. Forse è proprio allora che il BLN iniziava il suo ciclo, il 1° febbraio, quando la dea Brigit, patrona delle nascite (dei bambini concepiti a Beltaine) si mostrava ed era messaggera della nuova vita che si affacciava al mondo. Infatti la betulla è considerata un albero «colonizzatore» dei terreni che fino ad allora avevano ospitato solo arbusti o erano rimasti incolti, ragione di più per confermare l'inizio del BLN con il 1° febbraio dedicato alla dea Brigit. Generalmente si associano il Biancospino e la Quercia alla festività del Solstizio d'Estate e alle celebrazioni di Lughnasadh. Infatti nel calendario proposto qui sopra il Biancospino risulta ricoprire il primo periodo, mentre la Quercia è in sintonia con l'estendersi delle celebrazioni di Lughnasadh che duravano un mese intero, sostituite poi, dopo la conquista romana, con le feriae Augustus (Ferragosto).
Il Tasso associato al 1° novembre è giustificato dal fatto che nella leggenda di Oengus Mac Og egli incontra e si innamora di Caer Ibor-meith (Bacca di Tasso) che prende la forma di un cigno. Il padre di Caer, Ethel Anbual del Sidh Uamain, rifiuta che la figlia possa essere corteggiata da Oengus. Allora il dio prende anch'esso la forma di cigno per incontrarla nel periodo di Samhain, il 1° novembre appunto, periodo in cui Caer non è obbligata in forma umana. Inoltre il giorno di Samhain è un giorno al di fuori del tempo che non appartiene né al passato, né al presente, né al futuro e che quindi ben incarna il concetto di «giorno vuoto» (secondo la sequenza temporale che prevedeva il termine dei contratti dopo «un anno e un giorno», quello al di fuori di ogni ciclo e che costituiva il momento di passaggio a un nuovo ciclo).
L'equinozio di settembre è legato all'Erica che proprio in quel periodo prende la colorazione che la rende famosa. La conoscenza del mondo vegetale da parte dei Druidi era molto profonda e le piante facevano parte dell'esperienza quotidiana e di ogni campo del sapere, dalla medicina alla magia, dal calcolo del tempo all'alfabeto, dal simbolismo mitologico all'uso pratico del legno.

TRISKEL, simbolo solare della trinità dell'Uno ( O I W ):
Nerz (Forza), Skiant (Saggezza) e Karantez (Amore)

Il seguente Calendario Arboricolo ci giunge invece da una tradizione non meglio specificata, ed è supportato da un Oroscopo: per il post "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca QUI


dal 23 Dicembre al 1 Gennaio - Melo
dal 2 Gennaio al 11 Gennaio - Abete
dal 12 Gennaio al 24 Gennaio - Olmo
dal 25 Gennaio al 3 Febbraio - Cipresso
dal 4 Febbraio al 8 Febbraio - Pioppo
dal 9 Febbraio al 18 Febbraio - Cedro
dal 19 Febbraio al 28 Febbraio - Pino
dal 1 Marzo al 10 Marzo - Salice Piangente
dal 11 Marzo al 20 Marzo - Tiglio (Albero di Lime)
il 21 Marzo - Rovere
dal 22 Marzo al 31 Marzo - Nocciolo
dal 1 Aprile al 10 Aprile - Sorbo dell'uccellatore (Sorbo Rosso o Rowan)
dal 11 Aprile al 20 Aprile - Acero
dal 21 Aprile al 30 Aprile - Noce
dal 1 Maggio al 14 Maggio - Pioppo
dal 15 Maggio al 24 Maggio - Castagno
dal 25 Maggio al 3 Giugno - Ciliegio
dal 4 Giugno al 13 Giugno - Carpino Bianco (o Hornbeam)
dal 14 Giug al 23 Giugno - Fico
il 24 Giugno - Betulla
dal 25 Giugno al 4 Luglio - Melo
dal 5 Luglio al 14 Luglio - Abete
dal 15 Luglio al 25 Luglio - Olmo
dal 26 Luglio al 4 Agosto - Cipresso
dal 5 Agosto al 13 Agosto - Pioppo
dal 14 Agosto al 23 Agosto - Cedro
dal 24 Agosto al 2 Settembre - Pino
dal 3 Settembre al 12 Settembre - Salice Piangente
dal 13 Settembre al 22 Settembre - Tiglio (Albero di Lime)
il 23 Settembre - Ulivo
dal 24 Settembre al 3 Ottobre - Nocciolo
dal 4 Ottobre al 13 Ottobre - Sorbo dell'uccellatore (Sorbo Rosso o Rowan)
dal 14 Ottobre al 23 Ottobre - Acero
dal 24 Ottobre al 11 Novembre - Noce
dal 12 Novembre al 21 Novembre - Castagno
dal 22 Novembre al 1 Dicembre - Ciliegio
dal 2 Dicembre al 11 Dicembre - Carpino Bianco (o Hornbeam)
dal 12 Dicembre al 21 Dicembre - Fico
il 22 Dicembre - Faggio (Albero dell'Aia)
dal 23 Dicembre al 1 Gennaio - Melo 

Ogham su pietra da Carn Enoch, in Galles, Inghilterra, da:
http://brian-mountainman.blogspot.com/2011/05/ calling-all-ogham-readers.html

Croce Celtica: gli oggetti sacri delle 4 direzioni cardinali
e gli alberi consacrati alle 4 direzioni intermedie.

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