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martedì 9 giugno 2015

Le città fondate in Italia dai greci antichi ed i loro dialetti

Carta delle colonie greche in Italia con i dialetti greci parlati.
Da http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Magna_Graecia
_ ancient_colonies_and_dialects-en.svg#/media/File:Magna
 _Graecia_ancient_colonies_and_dialects-en.svg
Da http://www.sapere.it/enciclopedia/Magna+Gr%C3%A8
cia.html: L'insediamento dei coloni greci nella Magna Grecia (e più in generale sul suolo italico n.d.r.) ebbe luogo in due fasi.

- La prima fase, in ordine sparso e a opera di gruppi di Achei, (intesi come popolazioni che costituivano la civiltà Micenea n.d.r.) avvenne in età arcaica, tra i secoli XV e XIV a.C., e il ricordo sopravvisse nei racconti degli avventurosi viaggi verso l'Occidente favoloso (ciclo troiano) e nei santuari di divinità ctonie (divinità generalmente femminili legate ai culti di dèi sotterranei, personificazioni di forze sismiche o vulcaniche n.d.r.) che ancora in epoca storica sorgevano al di fuori delle città (come conferma l'archeologia). Quel remoto flusso immigratorio si interruppe verso il sec. XII a.C., forse come conseguenza dell'invasione dorica della Grecia, che spinse gli Achei verso l'Asia Minore.

- Nella seconda fase i flussi, in forme più regolari e massicce, avvennero nel sec. VIII a.C., o per effetto dei rapidi incrementi demografici nelle città greche di provenienza, o per contrasti di fazioni scoppiati in esse, o per attivismo piratesco-commerciale e si sviluppò specialmente in alcune direzioni: i Calcidesi (della città di Calcide, nell'isola Eubea n.d.r.) verso la Campania e lo stretto di Messina (Cuma, Velia, Reggio), i Dori nella Sicilia (Siracusa, Agrigento), gli Achei del Peloponneso (stanziati nell'Acaia n.d.r.) verso la costa calabra (Sibari, Crotone, Metaponto) e gli Spartani verso il golfo di Taranto. Gli antichi empori divennero vere e proprie colonie di popolamento grazie ad un'agricoltura che si fece prospera nelle piane dell'entroterra, lungo i corsi d'acqua. Le antiche popolazioni locali, varie per stirpe e linguaggio, furono sottomesse o assimilate o ricacciate verso l'interno. Lo sviluppo urbanistico fu rapido, con l'affermazione di alcune città dalle piante regolari che operarono concentrazioni territoriali  che si dotavano di costituzioni anche più evolute di quelle della madrepatria (come quelle a opera di Caronda a Reggio e di Zaleuco a Locri Epizefiri), arricchendosi di templi fastosi di cui rimangono oggi resti grandiosi (come a Posidonia, Selinunte, Segesta e Agrigento), sviluppando produzioni d'arte locale (famose le terrecotte di Locri), creando attive scuole filosofiche (quella eleatica di Parmenide a Velia e il pitagorismo a Crotone) e diffondendo l'alfabeto tra gli Italici. Il massimo splendore si ebbe nella Magna Grecia tra i secoli VI e V a.C.: le emissioni monetarie in oro, argento e bronzo del tempo testimoniano il grado di prosperità raggiunto. Gli apporti degli indigeni italici diedero poi una particolare fisionomia alle espressioni delle arti locali.
Operate le concentrazioni locali, con fondazione di numerose nuove città, non mancarono tentativi di sopraffazione delle une a danno delle altre, ripetendosi gli aspri particolarismi delle città greche di provenienza: nel 540 a.C., Siris, sulla costa lucana fu distrutta da una coalizione achea e la stessa sorte toccò nel 510 a Sibari, rasa al suolo dai Crotoniati. Vi furono però anche seri tentativi di concentrazioni politiche ad ampio raggio, come in occasione delle guerre contro i Cartaginesi in Sicilia e contro le popolazioni osche in discesa dall'Appennino nell'Italia meridionale, a iniziativa, specialmente nel sec. VI-V a.C., di tiranni locali. Gelone di Siracusa nel 480 sconfisse, assieme a Terone di Agrigento, i Cartaginesi a Imera, ponendo le premesse di una rapida espansione siracusana che provocò più avanti l'intervento di Atene in appoggio a Leontini: la spedizione ateniese si risolse in un disastro (413 a. C.) ma anche Siracusa ne uscì indebolita nella lotta con Cartagine e solo il tiranno Dionisio I riuscì a ripristinare, nella prima metà del sec. IV a.C., la sua egemonia in quasi tutta la Sicilia e nella stessa Calabria, con la presa di Reggio e di Crotone. Taranto aveva raggiunto, nelle contese locali, un alto grado di potenza ma nella seconda metà del sec. IV a.C. fu costretta a richiedere, a più riprese, aiuto a Sparta per difendersi dalla pressione delle popolazioni italiche e successivamente a far intervenire Pirro per tener testa a Roma finendo, nel 272 a.C., con tutta l'Italia meridionale, sotto il dominio romano dopo il rientro di Pirro in Grecia.
Nel contrasto che seguì tra Roma e Cartagine durante la I e la II guerra punica, anche la Sicilia cadde sotto il dominio di Roma (Siracusa fu espugnata da Marcello nel 212 a.C.), diventando, con la sua economia agricola a intensa produzione, granaio di Roma. Le vicende connesse con la spedizione di Pirro prima e con le guerre puniche poi, provocarono una generale decadenza della Magna Grecia, la quale però continuò ad avere grande influsso sul piano culturale e religioso, specialmente con l'immigrazione a Roma di suoi elementi. Uno schiavo di Taranto fu il primo poeta romano, Livio Andronico ed erano oriundi greci dell'Italia meridionale gli altri poeti della prima letteratura latina, come Nevio, Ennio, Pacuvio. La Magna Grecia, anche se aveva perduto la sua autonomia politica, continuò così nella sua funzione di irradiamento in Occidente della civiltà ellenica. La presenza greca lasciò tracce indelebili nell'Italia meridionale e in Sicilia, mentre i moderni grecismi nei linguaggi locali derivano dalle migrazioni e dominazioni dell'impero romano costantinopolitano (detto bizantino).

Da http://it.wikipedia.org/wiki/Magna_Grecia: Dopo che i greci ebbero colonizzato il Mar Egeo, tra l'VIII ed il VII secolo a.C., nuove genti di civiltà greca (mercanti, contadini, allevatori, artigiani) comparvero nella parte meridionale dell'Italia (nelle attuali Basilicata, Calabria, Campania e Puglia) nell'ambito di un flusso migratorio originato da singole città della Grecia antica, motivato sia dall'interesse per lo sviluppo delle attività commerciali che da tensioni sociali dovute all'incremento della popolazione a cui la magra produzione agricola non riusciva a dare sostentamento. Queste genti, giunte sulle coste Italiche fondarono diverse città quali Kyme e Metapontion, poi Taras e Rhegion.
Per tradizione, la località dove stabilirsi era individuata seguendo l'indicazione che dava l'Oracolo del Santuario di Apollo a Delfi, che veniva interrogato dall'ecista, colui che era stato posto a capo degli aspiranti coloni. 

Le differenti stirpi
Carta con sottolineate le
città di Calcide, Cuma
 (eolica) e Focea.
Gente originaria di Calcide, città della greca isola Eubea, (dove si parlava un dialetto ionico n.d.r.), nel 775 a.C. fondò in Italia una colonia che chiamarono Pithecusa, sull'isola di Ischia e fondarono poi, nel 760 a.C., Kyme (Cuma), nome greco che significa "onda", facendo riferimento alla forma della penisola sulla quale è ubicata, nel continente di fronte all'isola di Ischia, insieme a coloni provenienti da Cuma (è dibattuto se si sia trattato di Cuma euboica o di Cuma eolica, ma probabilmente si tratta della prima).
Percorso dall'isola Eubea
all'isola di Ischia
Secondo la leggenda, i fondatori di Cuma, sotto la guida di Ippocle di Cuma (probabilmente euboica) e Megastene di Calcide, scelsero di approdare in quel punto della costa poiché attratti dal volo di una colomba o secondo altri da un fragore di cembali. Cuma fu la prima colonia greca fondata sul territorio continentale italico (nella seconda fase di colonizzazione n.d.r.) da genti che si definivano "Graikòi" nel loro dialetto, che era il nome distintivo delle genti marittime della costa dell'isola Eubea e della limitrofa costa della Beozia. Nome che i Romani erroneamente recepirono come appellativo di tutte le genti elleniche, trasmettendolo fino a noi come "Graeci": per questo motivo in Occidente l'Ellade è chiamata Grecia.
I fondatori della nuova colonia trovarono un terreno particolarmente fertile ai margini della pianura campana e pur continuando le loro tradizioni marinare e commerciali, rafforzarono il loro potere politico ed economico proprio sullo sfruttamento della terra ed estesero il loro territorio, nonostante le mire dei popoli confinanti.
Cuma fu la colonia che diffuse in Italia la cultura greca, diffondendo l'alfabeto calcidese, che assimilato e fatto proprio dagli Etruschi e dai Latini, divenne l’alfabeto della lingua e della letteratura di Roma e poi di tutta la cultura occidentale.
Prospetto con le derivazioni dall'alfabeto fenicio degli
alfabeti greci, dall'alfabeto greco occidentale di Calcide
deriveranno poi l'etrusco e il latino.
Tante furono le battaglie che i Cumani combatterono per difendere la propria terra dagli attacchi degli Etruschi di Capua, degli Aurunci e dalle popolazioni interne della Campania. Intimamente legato a Cuma è il mito della Sibilla Cumana. Già dal terzo libro dell'Eneide è scritto che Enea, se vorrà finalmente trovare la terra destinata al suo popolo dagli dei, dovrà recarsi ad interrogare l'oracolo di Cuma (Eneide, III, 440-452). Oggi Cuma (Cumae in latino) è un sito archeologico della città metropolitana di Napoli, nel territorio dei comuni di Bacoli e di Pozzuoli, localizzato nell'area vulcanica dei Campi Flegrei e l'antro della Sibilla costituisce un'attrazione turistica di notevole interesse. 
Tra il 756 a.C. ed 743 a.C., coloni che provenivano dalla stessa città euboica di Calcide, fondarono le due città di Zancle (Messina) e Rhegion (Reggio), rispettivamente sulla sponda siciliana e quella calabrese dello stretto che separa le due terre.

Carta con sottolineate Acaia e Locride.
Negli anni successivi, Greci di stirpe achea (dall'Acaia, che parlavano il dialetto acheo) fondarono, sul litorale ionico, prima Sybaris (Sibari, nel 720 a.C.) e poi Kroton (Crotone, nel 710 a.C.), spinti dalla necessità di sfuggire carestie e sovrappopolazione. Sempre sullo Ionio, secondo fonti tramandate dallo storico Eusebio di Cesarea, alcuni coloni spartani (che parlavano un dialetto dorico) fondarono la città di Taras (Taranto, nel 706 a.C.).

Carta con sottolineate Megara,
Corinto e Sparta.
Fra il 710 a.C. e il 690 a.C., un gruppo di genti che parlavano il dialetto locrese, probabilmente un dialetto eolico, provenienti dalle regioni della Grecia sul golfo di Crisa (un'insenatura del golfo di Corinto, limitrofa alla Locride e alla Focide), condotti da Evante, fondarono Lokroi Epizephyroi (Locri Epizefiri), ultima città fondata in Calabria da una popolazione proveniente direttamente dalla Grecia.

Carta delle colonie greche in Sicilia
con date di fondazione e origini dei
fondatori, sub-colonie comprese.
http://commons.wikimedia.org/wiki/
File:Les_fondations_(premi%C3%
A8re_et_secondaire)_grecques_
des_cit%C3%A9s_de_Sicile_%26_
dates_de_fondations.jpg#/media/
File:Les_fondations_(premi%C3%
A8re_et_secondaire)_grecques
_des_cit%C3%A9s_de_Sicile
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In Sicilia vennero fondate: nel 733/734 a.C., da genti provenienti dalla città di Calcide (dove si parlava un dialetto ionico), Zankle (Messina) e Naxos mentre contemporaneamente, nel 733 a.C., genti di Corinto (dove si parlava un dialetto dorico) fondavano Syraka (Siracusa); nel 727/728 genti provenienti dalla Megara greca (dove si parlava un dialetto dorico), fondarono Megara Hiblea e infine nel 688, genti che provenivano dalle isole di Rodi e di Creta, dove si parlava un dialetto dorico, fondarono Gela.

Moneta con foca, di Focea.
Nell'VIII secolo a.C. alcuni coloni greci discendenti degli Ioni, provenienti dalla Focide, da Eretria e da Teos, fondarono Focea, la città più settentrionale della Ionia greca, in Asia Minore. Il suo nome proveniva dalla parola “foca”, che fu il simbolo della città, e forse da Focide, regione della Grecia centrale da cui proveniva parte dei suoi coloni. Secondo Pausania, i focei, sotto la guida ateniese, si stabilirono su un territorio ceduto da Cuma Eolica (Cyme) e furono ammessi nella Lega Ionica dopo aver riconosciuto i re della linea di Codro.
A Focea, la presenza di due porti naturali permise lo sviluppo della flotta navale e del commercio marittimo.
Pentecontera
Secondo Erodoto, i Focei furono i primi greci ad intraprendere lunghi viaggi in mare e a scoprire il Mar Adriatico, la Thyrrenia e l'Iberia a bordo di agili penteconteri. La pentecontera era una nave a propulsione mista essendo sospinta sia dalla vela che da remi e fu la prima imbarcazione adatta alle lunghe navigazioni. Il suo nome deriva dai cinquanta vogatori disposti, venticinque per lato e in un unico ordine, sui due fianchi della nave. L'esemplare più famoso appartiene al mito: la nave Argo e i suoi (circa) cinquanta Argonauti. In seguito il termine andò a designare un'intera classe di navi, anche più potenti, sia a un ordine (monere) che a due (diere), dotate anche di più di 50 rematori. Si trattava sostanzialmente di una nave da guerra, a fondo piatto e dotata di un rostro per le manovre di speronamento. Le sue dimensioni sono stimate in circa 38 metri di lunghezza per 5 metri di larghezza. L'iniziale destinazione bellica non le impedì tuttavia di essere largamente utilizzata dai focei della Ionia per percorrere rotte mercantili e coloniali. Erodoto informa che, proprio utilizzando pentecontere, anziché navi mercantili dallo scafo rotondo, i focei furono i primi a compiere lunghi tragitti, aprendo nuove rotte commerciali a ovest e si spinsero molto lontano, fin sull'Oceano Atlantico, presso Tartesso, e riferisce che anche quando dovettero abbandonare la loro città, i focei utilizzarono le pentecontere, caricandole di tutti gli abitanti e dei loro beni con l'eccezione delle pitture e delle statue di bronzo. Questo successe nella seconda metà del VI secolo a.C., quando Focea perse l'indipendenza assieme alle altre città della Ionia. Prima passò a Creso, re di Lidia, e subito dopo, con la sconfitta di Creso nel 546 a.C., a Ciro il Grande, re di Persia. I Focei si rifugiarono a Chio con l'intenzione di acquistare le isole Enusse e stabilirvisi ma, respinta l'offerta, si diressero verso le loro colonie nel Mediterraneo occidentale e molte furono quelle che fondarono. Focea fondò, fra le altre: Agutha (Agde), Emporiae (Ampurias-Emporium), Massilia (Massalia-Marsiglia), Maenaca (Malaga), Monoecus (Portus Herculis Monoeci-Monaco), Nicaea (Nizza), Rhodae (Rosas), Stoechades (Isole d'Hyères), Tarraco (Tarragona), Alalia in Corsica. Le pentecontere furono per molti anni la spina dorsale della marina bellica greca e si resero protagoniste del grande scontro navale tra i profughi focei stanziatisi ad Alalia e una coalizione di cartaginesi ed etruschi nella battaglia di Alalia, che ebbe come teatro il Mar Tirreno, tra la Corsica e la Sardegna. Lo scontro navale avvenne nel 535 a.C., i focei vinsero ma riportarono gravi danni alle loro navi. Erodoto la definisce una vittoria cadmea e segnò di fatto il primo momento di arresto dell'espansione coloniale e mercantile dei greci di Focea nel mediterraneo occidentale, fino ad allora incontrastata. Dopo la battaglia di Alalia, le pentecontere furono protagoniste della successiva peregrinazione dei profughi focei che, stipati sulle venti navi superstiti, si trasferirono a Rhegion (l'attuale Reggio Calabria) e da lì risalirono la costa per poi fondare Elea (chiamata in seguito Velia, nell'attuale Campania meridionale, nei pressi del parco del Cilento e del Vallo di Diano), dove si parlerà così il dialetto ionico. Tra i fondatori della colonia figurava anche il filosofo Senofane di Colofone. Elea vedrà poi la fioritura della scuola filosofica Eleatica, che annoverò esponenti di rilievo come Parmenide e Zenone.
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca QUI

Carta dell'antica Grecia
 con i vari dialetti parlati.
Le sub-colonie in continente
Nel tempo le nuove città greche, sia per ragioni politiche che di sovrappopolazione, commerciali e di controllo del territorio, ampliarono la loro presenza in Italia, espandendo di fatto la civiltà greca a tutto il territorio oggi chiamato Calabria, allora conosciuto come Enotria o Italia e ad altre zone. I reggini fondarono Pyxus (Policastro Bussentino) in Campania; i locresi fondarono Medma (Rosarno) passando da Città-forte (Polistena) e Hipponion (Vibo Valentia) in Calabria; i sibariti rivitalizzarono i centri indigeni di Laos e Skydros in Calabria e fondarono Poseidonia (Paestum), in Campania; i crotoniati fondarono Terina e Skylletion (a Roccelletta di Borgia) e parteciparono alla fondazione di Kaulon (vicino a Monasterace marina) in Calabria; gli zanclei fondarono Metauros (Gioia Tauro) in Calabria. Continue furono invece le aggressioni dei tarantini condotte ai danni dei vicini Peucezi e Messapi, culminate nella definitiva sconfitta subita ad opera degli Iapigi nel 473 a.C., annoverata dallo storico greco Erodoto tra le più gravi inflitte a popolazioni di stirpe greca. Sarà l'arrivo delle legioni romane avvenuto tra il 290 ed il 280 a.C., a sancire il passaggio sotto la protezione ed il dominio di Roma di tutte le città greche della penisola italiana.

Sub-colonie in Sicilia
Genti di Zancle fondarono poi Himera, genti di Naxos Catana e Leontinoi, i megaresi fondarono Selinus (Selinunte), i siracusani fondarono Casmenai, Akrai e Camarina ed infine le genti di Gela fondarono Akragas (Agrigento). Panormos (Palermo) era invece cartaginese.

Colonie greche nell'Adriatico
Un intenso programma di colonizzazione fu intrapreso da Siracusa, all'epoca della tirannide di Dionisio il grande, intorno al 387-385 a.C.
Mappa dell'antica Siracusa, con
indicata la fonte Aretusa nell'isola
Ortigia.
Questo fenomeno interessò tutto l'Adriatico, e in particolare portò alla fondazione in Italia di Ankon (Ancona) e una sorta di rifondazione di Adria (pare che Adria sia stata fondata dai Pelasgi nel XIII sec. a.C., poco dopo aver fondato Spina); nella costa dalmata si vide la fondazione di Issa (attuale Lissa), Pharos (attuale Cittavecchia di Lesina), Dimos (attuale Lesina) e Korkyra Melaina (attuale Curzola). Issa a sua volta poi fondò Tragyrion (attuale Traù) ed Epetion. Nella costa albanese venne fondata invece Lissos (attuale Alessio).
Moneta siracusana con l'effige
della ninfa Arethusa. Narra il mito che
la ninfa, al seguito della dea Artemide,
fu vista correre libera tra i boschi del
Peloponneso dal giovane Alfeo, che
se ne innamorò perdutamente; lei però
non ricambiò il suo sentimento e chiese
invece aiuto alla dea per rifuggirlo. Così
Artemide la avvolse in una spessa nube
sciogliendo la ninfa in una fonte sul lido
di Ortigia. Alfeo allora chiese aiuto agli
dei, che lo trasformarono in un fiume che
nasceva in Grecia, percorreva il mar Ionio
e si univa infine all'amata fonte. La fonte
Aretusa è ancor oggi una delle maggiori
attrazioni dell'isola di Ortigia a Siracusa.
La leggenda di Alfeo trae origine dal
fiume omonimo del Peloponneso, in
Grecia, e da una fonte di acqua dolce
chiamata "Occhio della Zillica" che
sgorga nel Porto Grande di Siracusa, a
poca distanza dalla Fonte Aretusa.
Con questo programma di colonizzazione Dionisio il Grande si assicurò un controllo totale sulle rotte adriatiche che portavano il grano verso la madrepatria, permettendo così a Siracusa di competere con gli Etruschi in questo commercio. Inoltre risolse un grave problema di politica interna, mandando a popolare le nuove colonie tutti coloro che non sopportavano il suo regime tirannico e dove avrebbero potuto istituire le libertà democratiche da lui soppresse a Siracusa. Prima della colonizzazione siracusana, già erano presenti nell'Adriatico orientale alcune colonie greche: nell'attuale territorio albanese sorgevano Apollonia e Epidamnos-Dyrrachion (attuale Durazzo); nell'odierno territorio croato era invece la colonia di Epidayron (attuale Ragusavecchia).

I discendenti delle genti greche stabilitesi nella Penisola italiana raggiunsero la massima ricchezza economica, a cui s'aggiunse lo splendore in campo culturale ed artistico, avendo proseguito l'evoluzione della Civiltà Greca in letteratura, filosofia e arte, con punte di sviluppo spesso superiori alla stessa madrepatria.
Come conseguenza di questa realtà di grande splendore, le zone colonizzate nella penisola italiana ci sono state tramandate col nome di Magna Grecia (Megàle Hellàs): un nome che volle testimoniare l'orgoglio per aver dato vita, lontano dalla Grecia, ad una comunità di Greci che aveva raggiunto così alti livelli in campo sociale, culturale ed economico, da poter essere considerata più "grande" della stessa madrepatria.
La definizione ricorre per la prima volta in Polibio (II 39, 7), ma certamente verso il III secolo a.C. si cominciò a definire le colonie greche dell'Italia meridionale come facenti parte della Magna Grecia (Megàle Hellàs), definizione che si presume sia stata coniata nelle colonie stesse, per mostrare la loro grandezza in relazione alla vecchia Grecia. Il termine Magna Grecia si riferisce quindi alle popolazioni e civiltà, piuttosto che ad un'entità territoriale e politica.
Le colonie adriatiche siracusane non vengono annoverate in senso stretto come parte della Magna Grecia ma sono di essa un'importante espansione.
In Sicilia sorsero diverse colonie greche, come Zankle (Messina), Naxos, Selinus (Selinunte) e l'influente Syraka (Siracusa), anche se secondo i greci antichi non facevano parte della cosiddetta Magna Grecia, a differenza di quello che invece ritennero gli storici romani.

Da https://it-it.facebook.com/storiaantica/posts/558983327493765: Rilevante fu la colonizzazione greca nelle terre d’occidente. Fondazione dei corinzi fu Siracusa (destinata a divenire la piú grande città greca dell’occidente) attorno al 733; da Siracusa furono fondate Akre e Camarina. Coloni di Calcide ed Eretria si insediarono nell’isola di Pitecussa (Ischia), forse per i giacimenti di rame, attorno al 770-760 (lo stanziamento piú antico dei greci in occidente); questi stessi coloni fondarono Kyme (in latino Cumae), Cuma fondó Neaples (Napoli) attorno al 660. Altri emigranti da Calcide fondarono Zankle (Messana), Mylai (Milazzo), Nasso, Lentini, Katane (Catania); da Zankle furono fondate Rhegion (Reggio Calabria) e Imera. I magaresi fondarono Megara o Iblea (728), da Megara Iblea fu fondata Selinunte. Da Rodi e da Creta, gruppi di coloni fondarono Gela che a sua volta fondó Akragas (Agrigento) attorno al 580. Dagli “achei” (Acaia) del Peloponneso nord-occidentale furono fondate Sibari, Crotone e Metaponto (dal 720 circa); da queste città fu fondata Poseidonia (Paestum). Attorno al 706, coloni di Sparta fondarono Taras (Taranto). Dai locresi fu fondata Locri Epizefiri, a sud di Crotone. Per motivi ignoti, le zone d’insediamento dei greci in Italia meridionale prese il nome di Magna Grecia. Notevole fu, anche nei mari di occidente, l’attività dei coloni di Focea, i quali, intorno al 600 fondarono Massalia (Marsiglia), dalla quale essi si spinsero a colonizzare vari punti delle coste della Spagna settentrionale e della Corsica. Né rimasero assenti, i coloni greci, dalle coste africane, benché la maggior parte di queste, verso occidente (dalla Tripolitania al Marocco), fosse già colonizzata dai fenici. Coloni dorici, partiti dall’isola di Tera, fondarono Cirene, dalla quale tutta la regione circostante ha preso il nome di “Cirenaica”. In Egitto, Naucrati sul delta del Nilo, non era una pólis sovrana, ma uno stanziamento commerciale di molte póleis greche costruito sul territorio egizio col permesso del faraone. Verso la fine del VI secolo a.C. il movimenti migratorio dei Greci, dopo aver disseminato di città tutte le coste del Mediterraneo, dovette segnare il passo: in occidente fu bloccato dalla progressiva resistenza di cartaginesi ed etruschi, mentre in oriente dai persiani.

Carta con le alleanze nella Magna Grecia durante
la seconda guerra punica. Da:
http://poliremi.altervista.org/greci8.html
Durante la seconda guerra punica, che iniziò nel 218 a.C., numerose città greche furono coinvolte nell'alleanza con Roma o con Annibale, fornendo aiuti militari. Segue quindi un'elenco delle colonie greche coinvolte.

Da http://poliremi.altervista.org/greci8.html: Città greche d'Hispania e di Gallia: al nome della città seguono le trasformazioni del nome e la popolazione greca fondatrice della città. (Per focei si intendono le genti provenienti dalla ionica Focea, in Asia Minore, n.d.r.)
Agutha (Agde) (focei)
Emporiae (Ampurias-Emporium) (focei)
Massilia (Massalia-Marsiglia) (focei)
Maenaca (Malaga) (focei)
Monoecus (Portus Herculis Monoeci-Monaco) (focei)
Nicaea (Nizza) (focei)
Rhodae (Rosas) (rodii e focei)
Sagunto (Sacinto) (ardiei?)
Stoechades (Isole d'Hyères) (focei)
Tarraco (Tarragona) (focei)

Preciso che Capua (Santa Maria Capua Vetere) fu fondata nel 470 a.C.dagli etruschi, non greci ma probabilmente di stirpe pelasgica. Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca QUI.
Segue un elenco delle città fondate dai Greci in suolo italico, chiamati perciò italioti: al nome della città segue l'anno di fondazione, la/le popolazione/i greca/che fondatrice/i della città e le trasformazioni del nome della città.
- Akragas (582 a.C.) (dorica-rodiesi+cretesi-gelani) Agrigento
- Akre (663 a.C.) (siracusani). 
- Casmene (643 a.C.) (siracusani)
- Casmarina (598 a.C.) (siracusani) Kamarina
- Catana (730 a.C.) (calcidica-jonica-Nasso)
- Caulonia (700 a.C.) (achei)
- Crotone (753 a.C.) (achei)
- Cumae (760 a.C.) (calcidica-jonica-eubea) Cuma.
- Elea (536 a.C.) (jonica-focesi) Hyele-Velia
- Dikerachia (531 a.C.) (samii) Puteoli-Pozzuoli
- Gallipoli (500 a.C.) (achei)
- Gela (605 a.C.) (dorica-rodii+cretesi)
- Heraclea (433 a.C.) (achei-taranto)
- Heraklea minoa (?) (cretesi-megaresi iblei)
- Imera (648 a.C.) (jonica-eubei)
- Laos (650 a.C.) (achei)
- Leontinoi (750 a.C.) (calcidica-jonica-eubei-nasso) Leontini
- Lipara insulae - Aeoliae (580 a.C.) (cnidi+rodiesi) Isole Eolie
- Locri Epizephiria (683 a.C.) (locresi-ozolii)
- Megara iblea (728 a.C.) (achei-megaresi)
- Messana (667 a.C.) (dorica/messeni-eubei) Zancle-Messina
- Metaponto(900-773 a.C.)(680a.C.)(Nestore-epeo/achei). Fonti antiche riportano che Metaponto fu fondata dall'eroe greco Nestore di ritorno dalla guerra di Troia, e che vi fossero state due Metaponto, una risalente appunto a quel tempo, ed un'altra achea, di età storica.
- Milae (717 a.C.) (eubei) Milazzo
- Naxos (757a.C.) (calcidica-jonica-eubei) limitrofa a Tauromenium-Taormina.
- Neapolis (530 a.C.) (calcidica-jonica) vedi Partenope
- Paestum (510 a.C.) (achei-sibariti) vedi Posidonia
- Partenope (limitrofa a Neapolis) (675 a.C.) (eubei)
- Posidonia (limitrofa a Paestum) (675 a.C.) (achei)
- Pythecusae (775 a.C.) (eubei)
- Pyxus (650 a.C.) (jonica)
- Rhegion (723 a.C.) (calcidica-jonica/messeni) Reggio
- Selinus (645 a.C.) (megaresi iblei) Selinunte
- Salapia (?) (rodii)
- Siri (675 a.C.) (colofone)
- Sybaris (725 a.C.) (achei) Sibari
- Syracusae (732 a.C.) (corinzii) Siracusa. In breve tempo la polis di Siracusa crebbe, espandendosi e fondando tre subcolonie con funzione militare, site nella cuspide della Sicilia sud-orientale: Acre, Casmene ed Eloro. In seguito, nel 598 a.C., fonderanno Kamarina.
- Tarentum (707 a.C.) (dorica/lacedemoni) Taranto
- Tauromenium (736 a.C.)(calcidica-jonica) Taormina
- Thurii (444 a.C.) (achei-ateniesi)
- Uria (320 c.C.) (cretesi). Yria, (Ύρια in greco antico) comunemente indicata come Uria, era un'antica città del Gargano settentrionale, probabilmente situata nella zona tra il Lago di Varano e Vieste.
- Vibo (600 a.C.) (locresi) Hypponium-Monteleone

Carta della Grecia con le sue regioni


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