Nei giardini dei palazzi della zona, non è raro trovare brevissimi tratti del Muro, portati lì "alla memoria". Ma non solo...
Da queste parti l'idea stessa di muro è spendibile per alcuni network e nel tragitto verso il punto cruciale che divideva Berlino fra Est ed Ovest, con i relativi palazzi del potere, incrociamo una troupe di fotografi che immortala una modella che si appoggia ad uno sfondo reale: un muro, tanto per stare in tema, da cui scende acqua.
In pochi minuti ci ritroviamo sulla Niederkircherstrasse e giungiamo al Martin
Gropius Bau (edificio Martin Gropius), progettato da Martin Gropius
(nipote di Walter Gropius, il fondatore del movimento della Bauhaus)
e da Heino Schmieden, che con la sua originale combinazione di elementi classici e rinascimentali, è considerato uno dei più bei palazzi berlinesi ed è uno dei maggiori punti di riferimento europei per mostre ed eventi.
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"Topografia del Terrore", l'ingresso. |
E lì dietro c'e il museo del Muro, la "Topografia del Terrore". Osservando la modalità con cui è stato costruito il Muro, si comprende come la sua edificazione sia stata veloce: una colata di cemento su una lunga e spessa gabbia metallica sormontata da punte e arrotondamenti senza appigli che ne dissuadessero il valico.
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Dentro la "Topografia del Terrore". |
Ma come mai fu edificato il Muro a Berlino?
Durante la seconda guerra mondiale, l'inizio della disfatta della Germania nazista fu segnata dalla battaglia di Stalingrado, svoltasi tra l'estate del 1942 ed il 2 febbraio 1943, che oppose i soldati dell'Armata Rossa sovietica alle forze tedesche, italiane, rumene ed ungheresi per il controllo della regione strategica tra il Don e il Volga e dell'importante centro politico ed economico di Stalingrado (oggi Volgograd), sul fronte orientale.
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Ubicazione di Stalingrado, oggi
Volgograd, con cerchietto rosso. |
La battaglia, iniziata nell'estate 1942 con l'avanzata delle truppe dell'Asse (tedeschi, italiani, rumeni ed ungheresi) fino al Don e al Volga, ebbe termine nell'inverno 1943, dopo una serie di fasi drammatiche e sanguinose, con l'annientamento della 6ª Armata tedesca rimasta circondata a Stalingrado e con la distruzione di gran parte delle altre forze germaniche e dell'Asse impegnate nell'area strategica meridionale del fronte orientale. Le truppe italiane furono massacrate e i pochi che tornarono, dovettero farlo a piedi, fra i ghiacci della steppa russa. Questa lunga e gigantesca battaglia, definita da alcuni storici come "la più importante di tutta la Seconda guerra mondiale", segnò la prima grande sconfitta politico-militare della Germania nazista e dei suoi alleati e satelliti, nonché l'inizio dell'avanzata sovietica verso ovest che sarebbe terminata due anni dopo con la conquista del palazzo del Reichstag e il suicidio di Hitler nel bunker della Cancelleria durante la battaglia di Berlino. Quindi furono i sovietici i primi a vincere decisamente sui tedeschi e furono loro a prendere Berlino.
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I leaders dei paesi vincitori
alla conferenza di Jalta. |
Tre mesi prima della capitolazione della Germania, dal 4 all'11 febbraio 1945, si tenne una Conferenza a Jalta, in Crimea, fra Churchill, Roosevelt e Stalin, che stavano vincendo la guerra e volevano decidere quindi l'assetto che avrebbe dovuto avere la nuova Europa. L'alleanza tra Stati Uniti ed Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale fu un'eccezione delle relazioni tra i due paesi, che avevano sempre avuto rapporti conflittuali. La rivalità strategica tra le due vaste nazioni, che sarebbero diventate entrambe superpotenze, risale al 1890 quando, dopo un secolo di amicizia durante il quale, fra l'altro, la Russia vendette agli USA l'Alaska, americani e russi divennero rivali nello sviluppo della Manciuria. La Russia zarista, incapace di competere industrialmente con gli USA, cercò di chiudere e colonizzare parti dell'Asia Orientale, mentre gli americani rivendicavano una competizione aperta per i mercati. Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, la rivalità si trasferì sul piano ideologico; gli americani non dimenticarono mai che l'appena costituito governo sovietico, a causa della difficile situazione interna, negoziò una pace separata con la Germania, lasciando gli Alleati soli a combattere le Potenze Centrali. D'altra parte, la sfiducia sovietica nei confronti degli USA fu originata dallo sbarco di truppe statunitensi in Russia nel 1918, le quali furono coinvolte, direttamente o indirettamente, nell'assistere i Bianchi, zaristi anti-bolscevichi, nella guerra civile originata dalla Rivoluzione d'ottobre.
Più tardi, l'esclusione dell'URSS dal Patto di Monaco del 1938, siglato fra Francia, Gran Bretagna, Mussolini e Hitler per autorizzare la Germania ad occupare i Sudeti cecoslovacchi, indusse in Stalin il convincimento che gli alleati democratici avessero l'intenzione di scagliare le forze di Hitler contro
l'Unione Sovietica. Stalin non esitò quindi a trattare con Hitler la spartizione
della Polonia tra sovietici e tedeschi, con il Patto Molotov-Ribbentrop del 1939, che contribuì comunque ad alimentare fra gli Alleati democratici un clima di sfiducia nei confronti dei sovietici. In seguito, durante il secondo conflitto mondiale, i sovietici non dimenticarono le ripetute assicurazioni, a lungo disattese, di Franklin Delano Roosevelt, che USA e Regno Unito avrebbero
aperto un secondo fronte sul continente europeo; infatti, mentre gli USA combattevano nel Mediterraneo e in Italia, l'unico aiuto che dettero ai sovietici furono i massicci bombardamenti nelle aree occupate dai tedeschi; un'invasione su vasta scala dell'Europa centrale da parte degli Alleati, avvenne solo nel D-Day del giugno 1944, più di due anni dopo la richiesta d'aiuto dei sovietici e quando la battaglia di Stalingrado era stata vinta da tempo, per cui l'URSS soffrì perdite tremende, pari a venti milioni di morti. Nonostante questi precedenti, a Jalta, Franklin Delano Roosevelt doveva essere sinceramente convinto dell'esigenza di una pace duratura e probabilmente non pensava di aprire le ostilità contro Stalin, come invece avrebbe voluto fare Winston Churchill. In retrospettiva, Jalta significò l'accordo per cui entrambe le parti, democratici e comunisti, potevano stare dove si trovavano e nessuna avrebbe usato la forza diretta per cacciar via l'altra. Ma Franklin Delano Roosevelt morì il 12 Aprile 1945, prima della fine del conflitto e gli successe Harry S. Truman, che era determinato ad aprire i mercati mondiali al capitalismo e a modellare il mondo del dopoguerra secondo i principi che furono poi stilati nella Carta Atlantica del 1949: autodeterminazione, pari accesso economico e un ricostruito capitalismo in Europa che potesse servire nuovamente come centro degli affari mondiali. Ma non solo, Truman, e Eisenhower dopo di lui, si impegnarono soprattutto in una competizione internazionale con l'URSS e il blocco comunista, evocando così la Guerra Fredda, una guerra contro il comunismo che non poteva essere combattuta militarmente, poiché con le armi nucleari si sarebbe potuto distruggere il pianeta. All'interno degli USA prese vita il fenomeno del Maccartismo, una vera e propria “caccia al comunista”.
L' 8 maggio 1945 la Germania si arrende mentre il Giappone si arrenderà in agosto, dopo lo sgancio di due bombe atomiche americane. Le truppe sovietiche e quelle degli Alleati occidentali (USA, Regno Unito e Francia), erano dispiegate in determinate posizioni, essenzialmente lungo una linea al centro dell'Europa che venne chiamata Linea Oder-Neisse. Secondo lo spirito di Jalta, i vincitori potevano stare dove si trovavano e nessuno avrebbe usato la forza diretta per cacciar via gli altri. A parte alcuni aggiustamenti minori, questa sarebbe diventata la "Cortina di ferro" della Guerra Fredda.
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1945, i russi alla porta del Brandeburgo. |
La Germania fu suddivisa nella Repubblica Federale Tedesca (RFT) a ovest, con capitale Bonn e nella Repubblica Democratica Tedesca (RDT) a est, in tedesco Deutsche Demokratische Republik, abbreviato in DDR. Tale prospettiva si applicava anche all'Asia, come evidenziato dall'occupazione statunitense del Giappone e dalla divisione della Corea.
Così Berlino, simbolo del nazismo e capitale della Germania hitleriana, venne a trovarsi nel territorio della Germania Est, ossia sotto l'influenza sovietica, venendo comunque suddivisa fra i vincitori del conflitto in 4 zone, tre delle quali, a Berlino ovest, controllate dagli Alleati democratici, con un corridoio via terra, all'interno della Germania dell'est, per poterla raggiungere. La quarta zona, Berlino est (la parte orientale della città) rimase appannaggio dell'Unione Sovietica, divenendo la capitale della Germania orientale, la RDT.
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1948, ponte aereo per
approvvigionare Berlino ovest. |
In seguito, dopo alcuni mesi durante i quali i sovietici avevano iniziato a manifestare disagio e dissenso sulla situazione territoriale e logistica "anomala" di Berlino (con un'enclave occidentale in territorio filo-sovietico), che permetteva alle genti sottoposte al regime socialista di transitare facilmente all'ovest trovandovi rifugio, il 24 giugno 1948 decisero di chiudere il corridoio terrestre attraverso il quale Berlino ovest era connessa al mondo occidentale impedendo, di fatto, il suo approvvigionamento logistico: il successivo ponte aereo, organizzato dal mondo occidentale per assicurare la sopravvivenza della popolazione di Berlino Ovest, è entrato nella storia. Questa vicenda impressionò le popolazioni occidentali e, di fatto, fornì la motivazione per istituire un'Alleanza militare del mondo occidentale contro la minaccia sovietica, inaugurando la Guerra Fredda, una guerra fra paesi democratici e comunisti che non poteva essere combattuta con le armi poiché con l'uso delle armi nucleari non ci sarebbero stati vincitori.
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Truman firma il Patto Atlantico. |
I paesi occidentali concretizzarono così le mire del presidente degli USA, Harry S. Truman, costituendo la NATO, (in inglese North Atlantic Treaty Organization, in sigla NATO e in francese Organisation du Traité de l'Atlantique du Nord, in sigla OTAN) il patto atlantico di alleanza militare in funzione anti-sovietica. Il trattato istitutivo della NATO, fu firmato a Washington D.C. il 4 aprile 1949 ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso anno. Attualmente, fanno parte della NATO 28 stati del mondo. Il Patto Atlantico traeva origine dalla percezione che il cosiddetto mondo occidentale (costituito da Stati Uniti d'America, Canada, Regno Unito, Francia, Norvegia, Italia ed altri Paesi dell'Europa occidentale), dopo la seconda guerra mondiale, stesse cominciando ad accusare tensioni nei confronti dell'altro paese vincitore della guerra, ossia l'Unione Sovietica, con i suoi Stati satellite. Iniziava infatti a svilupparsi, nelle opinioni pubbliche occidentali, il timore che il regime sovietico potesse "non accontentarsi" della propria influenza nei territori che aveva occupato al termine della seconda guerra mondiale ma, radicalizzando i contenuti ideologici nelle società democratiche, ambisse ad espandersi per l'affermazione globale dell'ideologia comunista. Ciò generò un movimento di opinione che - anche grazie alle varie attività in tal senso organizzate dagli Stati Uniti d'America - iniziò a svilupparsi in modo generalizzato nei paesi occidentali e che richiedeva la sicurezza del mondo occidentale dalla minaccia comunista; la NATO, quindi, rispondeva all'esigenza di allearsi e di mettere a fattor comune i propri dispositivi di difesa, per reagire "come un sol uomo" ad un eventuale attacco da parte dei comunisti.
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Nel 1955 la "cortina di ferro" divide l'Europa e la Germania
fra Repubblica Federale Tedesca ad ovest, con capitale
Bonn e Repubblica Democratica Tedesca ad est, con capitale
Berlino, anche se Berlino ovest è appannaggio degli Alleati. |
Questo convinse l'URSS ad istituire, nel 1955, il "Patto di Varsavia", l'alleanza militare fra URSS e i paesi dell'est che aveva occupato in tempo di guerra e in cui erano stati instaurati governi filo-sovietici.
Tra il 1949 e il 1961, circa 2,7 milioni di persone avevano
lasciato la Germania orientale, la RDT e Berlino Est: il flusso di fuggiaschi era costituito per circa la metà
da persone giovani, sotto i 25 anni, e poneva la dirigenza della RDT
davanti a difficoltà sempre maggiori. Quotidianamente circa mezzo
milione di persone passava i confini dei settori di Berlino in entrambe le direzioni e quindi potevano confrontare le differenze della qualità della vita fra un settore e l'altro.
Solo nel 1960, circa 200.000 persone si trasferirono stabilmente
nell’Ovest e la RDT si avvicinava al collasso sociale ed
economico.
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Un tratto del Muro com'è ancora. |
Nelle prime ore del 13
agosto 1961, le maestranze di Berlino Est fecero erigere sbarramenti provvisori nei confini con Berlino Ovest e furono tolti tratti di
pavimentazione sulle strade di collegamento fra i due settori. La
scelta di una domenica di ferie in piena estate aveva un senso
preciso. Nelle settimane e nei giorni successivi, gli sbarramenti di
filo spinato sui confini fra Berlino Ovest ed Est furono sostituiti da un
muro di lastre di cemento e blocchi forati, costruito da lavoratori
edili di Berlino Est controllati pesantemente da sentinelle di
frontiera della RDT. Gli edifici sul confine furono trasformati in fortificazioni. In Bernauer Straße, in cui i marciapiedi appartenevano al distretto di Wedding (Berlino Ovest),
mentre la fila di edifici a sud apparteneva al distretto di Mitte
(Berlino Est), il governo della RDT fece murare le entrate delle case e le finestre al piano terradel lato ovest e gli abitanti potevano accedere alle loro abitazioni solo passando dalla parte dei cortili che si trovavano dalla parte di Berlino Est.
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Monumento al Muro. |
Già prima del 1961 si erano verificati numerosi sfratti forzati, non solo in Bernauer Straße, ma anche in altre zone di confine. Attraverso la costruzione del Muro, da
un giorno all’altro furono tagliate e separate strade, piazze, case e i collegamenti del traffico urbano furono interrotti. La sera
del 13 agosto il borgomastro Willy Brandt disse davanti al parlamento
di Berlino: "L’amministrazione (il Senat) di Berlino
denuncia davanti a tutto il mondo le misure illegali e inumane di chi
divide la Germania, opprime Berlino Est e minaccia Berlino Ovest". Il 25 ottobre 1961 carri armati
americani e sovietici si fronteggiarono al "passaggio per
stranieri", il Checkpoint Charlie: soldati delle truppe di frontiera
della RDT avevano appena tentato di controllare rappresentanti degli
alleati occidentali che stavano entrando nel settore sovietico. Agli occhi degli americani questo comportamento infrangeva il diritto vigente alla libertà di movimento illimitata in tutta la città. Per 16 ore si fronteggiarono così, a solo pochi metri di distanza, entrambe le potenze nucleari. Per i contemporanei fu un momento di altissimo pericolo, ma all'indomani tutte e due le parti si ritirarono; un’iniziativa diplomatica di J. F.
Kennedy, il presidente degli Stati Uniti, favorì infatti la dichiarazione del capo del PCUS e dello stato sovietico, Cruschow, che confermava lo status di
divisione di Berlino fra le quattro potenze di Francia, Gran
Bretagna, USA e URSS.
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1961 a Berlino. |
Tra Berlino Ovest e Berlino Est la
frontiera fu fortificata da due muri paralleli di cemento armato,
separati da una cosiddetta "striscia della morte", larga
alcune decine di metri. Durante quegli anni, furono uccise dalla polizia di frontiera della DDR almeno
133 persone, mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest.
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Berlino, 1986, il muro visto da
Berlino ovest. |
Alcuni studiosi sostengono che furono più di 200 le persone uccise mentre cercavano di raggiungere Berlino Ovest o catturate ed in seguito assassinate. Il muro divise in due la città di
Berlino per 28 anni, dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989,
giorno in cui il governo tedesco-orientale decretò l'apertura delle
frontiere con la repubblica federale. Già l'Ungheria aveva aperto le
proprie frontiere con l'Austria il 23 agosto 1989, dando così la
possibilità di espatriare in occidente a coloro che in
quel momento si trovavano li in vacanza.
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Michail Gorbaciov. |
Quelli che nel giro di pochissimo tempo portarono alla
riunificazione
tedesca, furono due fattori decisivi:
- l'arrivo di Gorbaciov
come leader dell'Unione Sovietica e
- le crescenti difficoltà
politiche ed economiche dei paesi dell'est, specialmente della DDR. Gorbaciov istituì la "Perestroika", cioè la radicale ristrutturazione
della politica e dell'economia sovietiche e la "Glasnost", che esigeva la trasparenza nella gestione della politica. Decisivo per gli eventi che
portarono infine alla caduta del muro fu anche la decisione di
Gorbaciov di lasciare libertà nelle scelte agli altri paesi del Patto di Varsavia, promettendo che l'URSS non si sarebbe più intromessa nei loro affari interni.
Da
http://www1.adnkronos.com/IGN/Speciali/Muro_Berlino/9-novembre-1989-Berlino-dice-addio-al-Muro_3930548099.html: Il 9 novembre 1989, nella Germania orientale, il Comitato centrale del partito comunista si riunisce in sessione. Principale punto all'ordine del giorno, la discussione di una proposta del Consiglio dei ministri per un allentamento delle restrizioni sui viaggi all'estero. Guenther Schabowski, capo della sezione del partito comunista a Berlino e responsabile per i rapporti con la stampa del Comitato centrale della Sed, è assente poiché impegnato in una conferenza stampa. Concluso questo impegno, torna al Comitato centrale dove gli viene consegnato il testo del provvedimento adottato, compresa la parte riguardante le nuove norme sui viaggi. Mezz'ora più tardi lo attende una conferenza stampa internazionale. Schabowski non ha avuto il tempo di leggere i documenti, che ha semplicemente sfogliato, ed annuncia, rispondendo ad una domanda, che la gente potrà recarsi per viaggi privati all'ovest senza restrizioni. Gli chiedono a partire da quando, lui sfoglia l'incartamento e dice: "Per quanto mi risulta, da subito, senza rinvii". Schabowski non si accorge che sullo stesso documento che consulta frettolosamente per rispondere alle domande, viene precisato che i nuovi regolamenti dovranno essere annunciati pubblicamente solo l'indomani 10 novembre, per dare tempo all'esercito, alla polizia e alla Stasi di dispiegare le forze necessarie a tenere sotto controllo la situazione.
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Berlin, 1989, prime picconate al muro. |
Ma ormai è tardi. A dissipare i dubbi che restano e la confusione che regna tra i tedeschi dell'est in seguito all'annuncio di Schabowski è l'emittente ufficiale tedesco-orientale "Aktuelle Kamera" che nel notiziario delle 19.30 annuncia: "Potrà essere presentata immediatamente domanda per recarsi in viaggio privato all'estero senza motivi particolari". I berlinesi cominciano ad affluire davanti ai checkpoint che regolano il passaggio da est a ovest attraverso il Muro. Si cerca - inutilmente - di convincere la gente a ripresentarsi l'indomani mattina. Alle 23 davanti ad un solo checkpoint si contano ventimila persone in fila. Temendo che la situazione esploda, due ufficiali della Stasi in servizio a Bornholmerstrasse, danno ordine di togliere la barriera.
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Un tratto del muro oggi,
visto da ovest. |
Alle 23.20 una marea umana si rovescia dall'altra parte.
La notizia raggiunge il Bundestag a
Bonn, la Camera bassa del parlamento tedesco, riunita in sessione. I
parlamentari si alzano in piedi e cantano l'inno nazionale tedesco, lo cantano tutti,
tutto, compresa quella prima strofa che la Germania del dopoguerra ha
messo fuorilegge:
"Deutschland, Deutschland uber alles...", "Germania sopra
tutto"... Tra le 23.30 e la mezzanotte, le
barriere si aprono in altri chekpoint. Migliaia di tedeschi dell'est
raggiungono il centro di Berlino ovest. In tre giorni, saranno due
milioni i tedeschi orientali passati a Berlino ovest, mentre altri
tre milioni di cittadini della Rdt attraversano il confine tra i due
stati in altre zone del paese.
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Lo stesso tratto di Muro, oggi,
visto dall'est. |
Il
Muro è il segno tangibile di una
ferita il cui dolore si avverte ancora... A Berlino ovest si poteva rivestirlo di scritte, colori e graffiti, ma non si poteva nascondere la "divisione", conseguenza di una disfatta bellica inflitta dai nuovi padroni del mondo: gli Alleati atlantici e l'Unione Sovietica, le cui truppe avevano preso Berlino.
Proseguiamo quindi verso il quartiere Mitte, il centro di Berlino est, (4 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse) dove si erge la Fernsehturm, parola composta da "Fernseh", che in tedesco significa letteralmente "vedere lontano", parola usata per la TV e "turm" = "torre", l'antenna della televisione, costruita tra il 1965 e il 1969, che si vede da qualsiasi punto della città.
La sua realizzazione fu un
capolavoro politico e tecnico della DDR, che costruì la torre della
televisione per dimostrare la forza e l'efficienza del sistema
socialista, come emblema architettonico della capitale della "nuova
Germania democratica". La torre è un elemento caratterizzante dello skyline della città e a tutt'oggi è apprezzata nell'intera Germania.
Alta 368 metri, fu eretta con il preciso scopo di farne la più alta torre televisiva d'Europa, seconda solo a quella di Mosca.
All'altezza di 207 metri la torre ingloba una grande sfera che ruota su se stessa, compiendo 360° ogni mezz'ora e che ospita, fra l'altro, un ristorante panoramico.
Appena sotto al ristorante si può spaziare con lo sguardo fino ai limiti della capitale, grazie alle vetrate disposte lungo il perimetro della sfera.
Proprio sotto l'antenna c'è la mitica Alexanderplatz, largamente frequentata da berlinesi, turisti e venditori ambulanti.
Alexanderplatz è
circondata da diversi edifici famosi, oltre alla Torre della Televisione, la seconda struttura più alta in Europa e l'Hotel Park Inn, la struttura abitabile più alta della città.
Nell'Alex sorge inoltre l'Orologio del Tempo del mondo, una struttura che ruota continuamente mostrando l'ora nelle varie zone della Terra.
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Berlin, Alexanderplatz. |
L'orologio Mondiale visualizza l'ora in 24 fusi orari del mondo. Fu realizzato nell'ottobre del 1969 e si trova su un piano in mosaico che simboleggia una bussola su una piattaforma di metallo. E' a forma di cilindro e ruota all'interno di 24 superfici esterne, i fusi orari, riportanti il nome delle 148 città più importanti del mondo, segnando l'ora locale dei vari fusi. Sopra l'orologio c'è una struttura rotante che rappresenta il sistema solare con i pianeti e le loro orbite. A seguito della riunificazione tedesca, Alexanderplatz è stata gradualmente modificata, con il rinnovamento di molti degli edifici che la circondano.
Nei pressi della Fernsehturm sorgono monumenti ed edifici storici di rilievo, a cui diamo una veloce occhiata:
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St. Marienkirche. |
La chiesa evangelica St. Marienkirche (in tedesco "kirche" significa "chiesa"), che venne concepita come chiesa parrocchiale nel contesto del primo
ampliamento urbanistico medievale di Berlino, dopo il 1250 e che è
un'importante testimonianza edilizia della città delle origini.
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Rotes Rathaus. |
Il Municipio Rosso, meglio conosciuto
come Rotes Rathaus ("rotes" significa "rosso" e "haus" = "casa"), il municipio della città di Berlino. È la
sede del sindaco e del governo della città-stato di Berlino. Il nome
dell'edificio deriva dalla facciata completamente rivestita da
mattoni rossi. Il municipio fu costruito al di sopra di un'area
medievale, da sempre sede del Municipio, tra il 1861 e il 1869 da
Hermann Friedrich Wäsemann, nello stile Rinascimentale dell'Italia
settentrionale, ispirandosi in particolare alle città di Ferrara e
Bologna, dove era fatto molto uso del cotto e dei mattoni rossi.
Durante la divisione della città, il Rotes Rathaus era utilizzato
solo come municipio di Berlino Est, mentre il municipio di Schöneberg
ospitava il senato di Berlino Ovest. Nel 1990 l'amministrazione di
Berlino unificata tornò al Rotes Rathaus.
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Neptunbrunnen. |
La fontana di Nettuno (in tedesco
Neptunbrunnen) è posta nel grande spazio verde centrale che circonda
la torre della televisione. La figura principale, quella
del dio greco-romano Nettuno è raffigurata al centro;
attorno a lui sono disposte le figure allegoriche dei più importanti
fiumi della Germania: il Reno, la Vistola, l'Oder e l'Elba. I fiumi
sono accompagnati da un coccodrillo, una foca, una tartaruga e un
serpente.
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Io con Marx ed Engels. |
Di quello che era il Marx-Engels-Forum, uno spazio verde al cui interno si trovava una piazza lastricata di forma circolare che conteneva oggetti monumentali, rimangono le statue di Marx ed Engels; da notare che un ginocchio di Marx è bello lucido, levigato dalle innumerevoli persone che vi sono salite per farsi fotografare. Il progetto complessivo fu dello scultore Ludwig Engelhart, autore
anche delle statue di Marx e Engels.
Ci avviamo quindi ad ovest sud-ovest, lungo la
Karl-Liebknecht-Strasse, strada che proseguirà nell'Unter den Linden, il viale che ci porterà alla porta di Brandeburgo: probabilmente il
percorso più monumentale di Berlin.
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Il duomo di Berlin. |
Attraversiamo un ponte sulla Sprea, che essendosi biforcata a sud-est, forma qui un'isola, chiamata l'isola dei musei, dove incrociamo il
duomo (in tedesco: Dom), la chiesa principale della capitale tedesca, di confessione luterana e mausoleo della famiglia degli Hohenzollern. La casata degli
Hohenzollern è la dinastia tedesca di principi elettori, re di
Prussia, sovrani di Romania e imperatori di Germania, nobilitata
dagli Hohenstaufen, la dinastia di Federico Barbarossa e Federico II
con il rango di Conti ed in seguito Margravi, che ha avuto origine
nell'area intorno alla città di Hechingen, nell'antica Svevia, oggi
nel land del Baden-Württemberg, durante l'XI secolo, che fu la loro
prima dimora. La famiglia, in seguito, si divise in due rami, quello
cattolico di Svevia e quello protestante di Franconia.
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Hechingen, il castello
degli Hohenzollern. |
Il ramo svevo
dominò l'area di Hechingen e Sigmaringen, a sud di Stoccarda, fino
al 1849, per poi rinunciare ai propri domini per riunirsi come ramo
cadetto a quello di Franconia. Quest'ultimo ebbe più fortuna: i
discendenti della linea di Franconia infatti acquisirono il
Brandeburgo nel 1418 e il Ducato di Prussia nel 1525. L'unione di
queste due linee di Franconia, avvenuta nel 1618, permise la
creazione del Regno di Prussia nel 1701, lo stato che portò
successivamente all'unificazione della Germania e all'Impero Tedesco
nel 1871. La dinastia perse il potere alla fine della Prima guerra
mondiale, quando fu deposto l'ultimo re di Prussia e imperatore
tedesco, Guglielmo II.
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Il duomo con violinista. |
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Sulla porta principale del duomo. |
La chiesa originaria venne costruita intorno alla metà del XVII secolo su disegno di Johann Boumann in stile barocco e nel 1822 venne rimaneggiata in stile neoclassico su progetto di Karl Friedrich Schinkel. Nel 1894 l'imperatore Guglielmo
II ordinò la demolizione della chiesa e la sua ricostruzione. I
lavori iniziarono immediatamente, su progetto dell'architetto Julius
Raschdorff, in uno sfarzoso stile neobarocco. Venne ultimata nel
1905, ed è uno dei maggiori monumenti dell'età guglielmina.
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Fontana al Lustgarten. |
Berlin è piena di artisti, soprattutto musicisti, di strada: puoi trovarli ovunque, anche sulla metropolitana! Davanti al duomo, in questo caso, c'era un violinista.
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Lustgarten, il giardino dei piaceri
con l'Altes Museum in fondo. |
L'ingresso principale del duomo si apre sul
Lustgarten, il "giardino dei piaceri", la piazza verde di
Berlino, che costituisce l'ingresso meridionale all'isola dei Musei,
in cui sorge l'Altes Museum. Il lato meridionale era occupato, fino
all'abbattimento del 1950, dal castello, di cui il Lustgarten era il
giardino.
L’assetto del Lustgarten venne
completato con quello che probabilmente è il capolavoro di K. F.
Schinkel: l’Altes Museum, costruito fra il 1822 e il 1830. L’imponente museo, destinato ad accogliere le collezioni reali, chiude il lato settentrionale della piazza.
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Particolare del
ponte sul castello. |
Le diciotto colonne ioniche del fronte riprendono quelle del portico del Duomo e la sua forma a parallelepipedo ricalca quella del vicino Arsenale e del Castello che c'era e che ora è in ricostruzione.
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Sul ponte del castello. |
Attraversiamo ora il secondo ramo della Sprea e ci lasciamo alle spalle l'isola dei musei percorrendo il ponte del castello, lo Schlossbrücke ("schloss" significa "palazzo" e "brücke" = "ponte") realizzato fra il 1819 e il 1824 da K. F. Schinkel in sostituzione di una precedente struttura in legno.
In corrispondenza degli otto piloni sono collocati altrettanti gruppi scultorei rappresentanti guerrieri e vittorie alate e in questo modo il ponte unisce, non soltanto fisicamente, il Lustgarten e l’Unter den Linden, il viale che inizia al di là dell'isola,in un unico e articolato complesso monumentale.
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Il lato a sud del ponte del castello. |
Il ponte, fra l'altro, è largo quanto il viale Unter den Linden, (che significa "sotto i tigli"), di cui costituisce la prosecuzione, e che ci accingiamo a percorrere.
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Zeughaus, l'arsenale di Berlin. |
Attraversato il ponte, alla nostra destra troviamo l'arsenale di Berlino (in tedesco Zeughaus Berlin), il più antico fabbricato sull'Unter den
Linden a Berlino e il più significativo grande edificio barocco
della capitale.
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Zeughaus. |
Lo Zeughaus, edificato nel 1706 per ospitare le armi dell'artiglieria
prussiana, ospita dal 2006 il Deutsches Historisches Museum (museo
storico tedesco).
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Zeughaus, particolare della facciata. |
La guida dei lavori fu dapprima affidata a Nering, il
costruttore del Castello di Charlottenburg, ma in seguito alla sua morte, Grünberg rilevò la costruzione grezza e Schlüter la direzione generale.
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Sopra l'ingresso del
Zeughaus. |
La costruzione, ripartita in quattro ali, ciascuna con una
lunghezza laterale di 90 metri, è collocata intorno ad un cortile
interno (lo Schlüterhof). La sua immagine complessiva è caratterizzata
dall'armonia tra l'articolazione neoclassica della facciata e i
rilievi scultorei riccamente decorati in stile barocco. La funzione dell'arsenale venne
cambiata nel 1875, quando divenne una "sala gloriosa per
l'esercito prussiano", un museo delle armi e della guerra. Dal 1952, lo Zeughaus ospita il Museum für
Deutsche Geschichte (Museo di storia tedesca) e ora ospita la mostra
permanente "Storia tedesca in immagini e testimonianze".
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La casa del comandante. |
Di fronte, dall'altra parte del viale,
sorge la Casa del Comandante (Alte Kommandantur), che insieme
all'Arsenale segna l'inizio del viale Unter den Linden.
Costruito inizialmente come palazzo privato, dopo essere caduto in
rovina è stato ricostruito, una prima volta, nel 1795-1796 dall'architetto Wilhelm Konrad, che vi fece adibire numerosi ambienti residenziali e
di utilità, oltre alle stalle, per cui divenne, nel 1799, la sede del
comandante del presidio di Berlino, che nel 1818 si spostò nella Neue Wache, l'ex Palazzo del principe Heinrich,
progettata da Karl Friedrich Schinkel, dalla parte opposta del viale,
tra l'Arsenale e l'università. Oggi è la sede della Bertelsmann AG,
la cui Fondazione Bertelsmann ha fatto ricostruire l'edificio, con un'architettura ritenuta da alcuni discutibile, da Nikolaus Bernau.
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Il Kronprinzenpalais. |
Di fianco all'Alte Kommandantur, si staglia il
Kronprinzenpalais (Palazzo del Principe Ereditario), dove vivevano
gli eredi al trono reali e imperiali.
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Il Kronrrinzenpalais visto da ovest. |
Costruito originariamente fra il 1663 e il 1669, fu ampliato nel 1732-33 su progetto di Philipp Gerlach, in stile tardo-barocco. Tra il 1856 e il 1857 venne costruito il secondo piano su progetto di Johann Heinrich Strack, che fu poi ricostruito a seguito dei danni dovuti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
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Teatro dell'Opera. |
Di fianco al Kronprinzenpalais c'è lo
Staatsoper, il teatro dell'opera. L'edificio venne costruito come "Hofoper" (Opera di corte) tra il 1741 e il 1743, secondo i progetti di Georg
Wenzeslaus von Knobelsdorff, nel contesto d'insieme del Forum Fridericianum, oggi Bebelplatz, commissionato da Federico II di Prussia; è stato il
primo teatro dell'opera all'aperto della Germania e il più grande
d'Europa. L'edificio, realizzato nello stile del Neoclassicismo
prussiano sotto l'influsso della classica architettura inglese, sulle
scie di Palladio, si ispira alla forma di un tempio corinzio.
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Vista dalla Bebelplatz. |
A fianco, proseguendo verso ovest, c'è la
Bebelplatz, chiamata in origine Opernplatz (Piazza dell'Opera), progettata per essere il punto focale del Forum Fridericianum da Georg Wenzelaus von Knobelsdorff. Il Forum doveva
essere un'area con edifici in stile romano antico, ma infine il progetto fu
realizzato solo in parte. Qui, il 10 maggio del 1933, avvenne il rogo
in cui i nazisti bruciarono circa 25.000 libri ritenuti pericolosi.
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Alte Bibliothek. |
Questo evento è ricordato da un'opera di Micha Ullman, consistente
in un pannello luminoso inserito sulla superficie della strada, che
lascia intravedere una camera piena di scaffali vuoti. Accanto è
posta una targa che riporta una citazione di Heinrich Heine: «
Quando i libri vengono bruciati, alla fine verranno bruciate anche le
persone ». Nel 1947 la piazza fu dedicata al politico August Bebel, assumendo il nome di Bebelplatze.
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Neue Wache. |
Nella piazza sorge
l'Alte Bibliothek (in italiano Biblioteca vecchia), nota anche come
Kommode per la sua forma; nata come biblioteca, oggi ospita la facoltà di giurisprudenza della Humboldt Universität.
Di fronte, dall'altra parte del viale, a fianco dell'Arsenale, sorge la "Neue Wache", il memoriale di guerra costruito da Karl Friedrich Schinkel nel 1816-18, uno degli edifici neoclassici più importanti di Berlino.
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L'ingresso dell'università Humboldt. |
Proseguendo dalla Neue Wache verso la porta di Brandeburgo, si passa davanti all'Università Humboldt (in tedesco
Humboldt-Universität zu Berlin), la più antica delle quattro
università di Berlino.
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Statua di Wilhelm
Humboldt nel cortile
dell'ingresso. |
La facciata dell'edificio chiude su lato nord
il Forum Fridericianum (oggi Bebelplatz). L'edificio venne costruito
nel 1753 per il principe Enrico di Prussia, fratello di Federico il
Grande.
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Statua di Wilhelm
Humboldt all'esterno. |
Nel 1810 vi si insediò la neonata università di Berlino
(dal 1828 Friedrich-Wilhelm-Universität), fondata per iniziativa di
Wilhelm von Humboldt.
Nel 1949 venne ridenominata
Humboldt-Universität in onore dei fratelli Wilhelm e Alexander von
Humboldt, le cui statue di marmo realizzate da Paul Otto fiancheggiano, all'esterno, l'ingresso all'edificio: una rappresenta Wilhelm von Humboldt con in mano un
libro e l'altra il fratello, Alexander von Humboldt, famoso esploratore, rappresentato
seduto sul globo terracqueo.
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Statua di Alexander
Humoldt all'esterno. |
Ai lati della cancellata d'ingresso, due allegorie rappresentano l'Aurora e il
Crepuscolo e nel cortile interno, progettato da Reinhold Begas, un'altro monumento a Wilhelm von Humboldt.
Illustri personalità si sono sedute ai banchi e alle cattedre di questo prestigioso istituto: tra queste il padre della dialettica Georg
Wilhelm Friedrich Hegel, Karl Marx e Friedrich Engels, che diede vita
al materialismo dialettico ribaltando l’idealismo hegeliano.
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Allegoria dell'alba. |
Oltre
a loro, Albert Einstein, Max Planck e i Fratelli Grimm.Nell’atrio è esposta una statua che
rappresenta Karl Marx e Friedrich Engels, con la memorabile
iscrizione che li avviò lungo la strada del materialismo storico: “i
filosofi hanno solo interpretato il mondo; il punto è cambiarlo.” Alla fine della guerra, l'università
si trovò nel settore sovietico, per cui nel 1948, nei settori
occidentali, fu fondata l'Università libera di Berlino.
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Monumento
a Federico II. |
Al centro del viale incrociamo il monumento a Federico II.
Da
http://blog.berlincolor.com/il-monumento-a-federico-ii-di-prussia/, posted on 8 settembre 2015 by Tommaso
Speccher: "Camminando lungo l’Unter den Linden, proprio all’inizio
del cosiddetto Linden Forum (il Forum Friedericianum), sta una statua
poderosa in bronzo di un uomo a cavallo, alta quasi nove metri e ben
rivolta ad est, ovvero verso il castello degli Hohenzollern, ora in
ricostruzione. L’uomo a cavallo non è un personaggio qualunque
bensì Federico II il Grande. La statua venne costruita a metà
dell’800 per la commemorazione della morte del Grande Re di
Prussia. L’artista che ricevette la commissione è Christian Daniel
Rauch, scultore molto noto in quei decenni che dovette tuttavia
passare attraverso la selezione tra molti altri progetti. La presenza
in questo luogo di Federico II a cavallo, come segno della caparbia
visione guerriera e strategica del personaggio, non è frutto di un
caso: Fedrico II si erge simbolicamente all’entrata del vero
salotto prussiano berlinese a colpo d’occhio sull’ Opera
cittadina, il
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L'Unter den Linden visto dalla Pariser
Platz, dalla Porta di Brandeburgo. |
Duomo cattolico, la biblioteca imperiale (ora sede della facoltà di giurisprudenza ) e soprattutto dell'Università Humboldt. La convivenza dei due elementi, del valore guerriero, quanto della “civiltà della cultura” sono i due elementi presenti nel mito del Grande Federico. Le Guerre moderne non sono in fin dei conti guerre tra selvaggi ma guerra di strategia, di intelligenza e soprattutto guerre di diplomazia politica.
L’elemento della necessità politica in particolar modo segnerà i 46 anni di carriera regale del nostro Federico, così capace di mettere assieme interessi diversi, visioni strategiche e soprattutto l’attenzione per il carico simbolico della vita politica.
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In fondo, l'ambasciata russa, vista
dalla Porta di Brandeburgo. |
Non è un caso che a sostenere tutto l’impianto della statua non siano delle semplici colonne quanto una sessantina di figure umane, un ammasso di uomini non poprio sconosciuti, tra loro prelati, militari semplici, generali di alto rango, uomini politici come ambasciatori o ministri, tutta gente insomma indispensabile all’andamento di un sistema statale. A noi di Berlincolor piace però sempre raccontare come guardando il cavallo dalla parte posteriore, proprio all’altezza del sedere dell'equino, si possano notare rannicchiati i filosofi, tra cui Kant e Schlegel…sì, proprio loro! I grandi filosofi della tradizione idealista relegati nella posizione più infame e maleodorante."
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La bandiera russa
sull'ambasciata
dell'ex URSS. |
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La Pariser Platz con in fondo la
porta di Brandeburgo. |
Proseguiamo quindi verso la Porta di Brandeburgo (in tedesco Brandenburger Tor), che costituisce il punto finale occidentale del viale Unter den Linden.
E giungiamo, finalmente, nella Pariser Platz, adiacente alla Porta, da dove, girandosi, ci si può rendere conto dell'ampiezza del viale Uber den Linden.
Sulla destra troneggia l'imponente edificio che era la sede dell'ambasciata della CCCP o URSS, che oggi ospita quella della Federazione Russa.
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Nella Pariser Platz. |
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Nella Pariser Platz. |
La Parisier Platz è una meta
prediletta da turisti, musicisti di strada e giovani a zonzo in cerca di passatempi; e qui possono trovarne.
La Porta di Brandeburgo è il monumento
più famoso di Berlino, edificata nello stile neoclassico di Berlino
e conosciuta in tutto il mondo come simbolo della città e della
Germania. (5 nella mappa dei nostri sette punti d'interesse)
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Pariser Platz a sinistra della Porta. |
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Porta di Brandeburgo a Pariser Platz, |
Inaugurata il 6 agosto del 1791, la
porta venne costruita dal 1788 da Carl Gotthard Langhans, che prese
spunto dalla ricostruzione dei propilei di Atene, per cui lo stile
utilizzato da Langhans è un dorico-romano riveduto. Alta 26 metri e
larga 65, fra le sue colonne doriche in pietra, che a terra hanno un
diametro di 1,75 metri, passano cinque varchi.
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Pariser Platz a destra della Porta. |
Nel 1868, dopo l'abbattimento delle
mura cittadine, Johann Heinrich Strack aggiunse ai lati della
costruzione centrale due basse costruzioni, in stile neoclassico
anch'esse. E sul lato destro della piazza,
intitolata a Parigi, sorge l'ambasciata francese.
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L'ambasciata francese nella Pariser
Platz. |
La quadriga sulla sua sommità fu
creata nel 1794 da Johann Gottfried Schadow.
Napoleone I la trasportò, nel 1807, a Parigi, come bottino di guerra ma nel 1814 i prussiani se la ripresero ed aggiunsero la croce di ferro alla corona che sormonta l'asta in mano alla dea, che più che la dea della pace sembra una vittoria, una nike.
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Sommità della Brandeburger Tor. |
La costruzione e la quadriga vennero seriamente
danneggiate durante la seconda guerra mondiale e restaurate tra il
1956 ed il 1958, grazie anche all'utilizzo degli stampi originali
della quadriga che si trovavano fortunatamente ancora nel deposito
della fonderia Noack, a Berlino ovest. Durante la Guerra Fredda, la Porta di Brandeburgo si trovava lungo il
limite occidentale di Berlino Est e quindi adiacente al Muro che divise
Berlino dal 1961 al 1989. Nel 1963, quando il presidente degli
Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy visitò la porta di
Brandeburgo, i sovietici appesero grandi striscioni rossi su di essa
per impedirgli di guardare ad Est.
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Il Bundestag visto dal lato della
Porta di Brandeburgo. |
Negli anni ottanta, denunciando
l'esistenza di due Stati tedeschi, il sindaco di Berlino Ovest,
Richard von Weizsäcker, disse: «La questione tedesca è aperta fino
a quando la porta di Brandeburgo resterà chiusa».
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Dalla Porta di
Brandeburgo verso
il Bundestag. |
Infatti, il celebre Muro passava proprio davanti alla porta, chiudendola di fatto. Il 12 giugno 1987, il presidente statunitense Ronald Reagan parlò alla popolazione di Berlino Ovest dal retro della porta di Brandeburgo, chiedendo che il Muro di Berlino fosse abbattuto. Rivolgendosi al segretario generale del PCUS Michail Gorbačëv, Reagan disse: «segretario generale Gorbačëv, se si cerca la pace, se si cerca la prosperità per l'Unione Sovietica e per l'Europa Orientale, se cercate la liberalizzazione, vieni qui ad aprire questa porta! Mr. Gorbačëv, apra questa porta! Mr. Gorbačëv, abbatta questo muro!».
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Il palazzo del Reichstag, sede del
Bundestag, il parlamento federale. |
Dal 1989 i resti del Muro e dei vari sbarramenti nelle vicinanze della Porta vennero completamente demoliti.
La Porta di Brandeburgo (5 nella mappa
dei nostri sette punti d'interesse) segna la fine del quartiere Mitte (che
letteralmente significa "mezzo", col significato di "centrale") e da Berlino est si entra a Berlino ovest.
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Memoriale delle vittime del Muro,
fra la Porta di Brandeburgo e il
Bundestag. |
Oltre la Porta di Brandeburgo si entra nel quartiere Tiergarten ("tier" in tedesco significa "animale" e "garten" = "giardino"), nome usato anche come sinonimo di giardino zoologico.
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Il ponticello pedonale sulla Sprea
che parte dagli edifici intorno al
Bundestag e va alla stazione
ferroviaria centrale. |
Un breve tratto di strada, in cui sorgono delle croci con incisi i nomi di alcune vittime del periodo del Muro, ci conduce nel cuore del potere di Berlin.
Il cuore del potere politico di Berlino è disposto nel nuovo quartiere sorto attorno al
Bundestag.
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La stazione ferroviaria centrale. |
In tedesco Bundes significa "federale" e il Bundestag è il
parlamento della federazione tedesca, posto lungo la Sprea tra la Porta di Brandeburgo e la futuristica stazione ferroviaria centrale.
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L'orso, baer in tedesco,
è il simbolo di Berlino,
da cui forse prende il
nome, nella stazione
ferroviaria centrale. |
L'Hauptbahnhof, la stazione ferroviaria centrale è stata costruita sull'altra sponda della Sprea, ma la si può raggiungere attraversando un ponticello pedonale limitrofo al Bundestag.
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Costruzione adiacente alla stazione
ferroviaria centrale. |
Il Bundestag è insediato in quello che era il palazzo del Reichstag (Reich = regno), costruito quando l'entità prussiano-tedesca era un regno.
Il palazzo del Reichstag di Berlino fu costruito come sede per le riunioni del Reichstag, il parlamento del Reich tedesco. Fu inaugurato nel 1894 ma cessò di essere utilizzato negli anni della Germania nazista (1933-1945) e tornò ad essere la sede del parlamento tedesco nel 1999, con la riunificazione della repubblica federale tedesca dell'ovest con la repubblica democratica tedesca dell'est.
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Il Bundestag visto dalla Sprea. |
Quindi, il Bundestag è l'attuale parlamento della federazione tedesca, mentre il termine Reichstag si riferisce all'edificio in cui è insediato.
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Il Bundestag con al centro la sua
cupola di vetro. |
Dopo la seconda guerra mondiale il palazzo faceva parte di Berlino Ovest, era in rovine e non aveva una reale utilità, perché la capitale della repubblica federale tedesca (dell'ovest) era stata situata a Bonn.
Nonostante ciò, nel 1956, dopo alcuni dibattiti, si decise che il Reichstag non sarebbe stato abbattuto, ma restaurato.
Nel 1992, sir
Norman Foster vinse un concorso architettonico per la ricostruzione
dell'edificio, anche se poi il suo progetto era molto diverso da
quello che fu poi eseguito.
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Dietro al Bundestag, visto dalla Sprea. |
Durante la ricostruzione, il palazzo fu completamente svuotato, togliendo tutto ad eccezione dei muri esterni.
La ricostruzione viene ampiamente considerata un successo.
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Edifici moderni intorno
al Bundestag. |
Dell'edificio è particolarmente apprezzata la
grande cupola di vetro, eretta sul tetto in memoria dell'originale in muratura del 1894, distrutta dall'incendio appiccato dai nazisti nel 1933.
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Il Bundestag visto
dalla Sprea. |
Dall'esterno della cupola si possono vedere i visitatori salire lungo la scala a spirale agganciata alle pareti di vetro e da dentro è possibile osservare in basso, attraverso un gioco di specchi, i deputati in seduta parlamentare.
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