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La specie umana verso il proprio destino. |
La persona non è ancora l'homo faber dei latini, poiché si è convinti che tutta una serie di entità, anche in conflitto fra di loro, decidano gli eventi terreni; per di più, col tempo, si crederà che la materia stessa origini dannazione e dolore. Segnalo comunque che fu proprio dei Sumeri il primo racconto del diluvio universale, il cui Noè si chiamava Utnapishtim, nell'"Epopea di Gilgamesh", un ciclo epico scritto in caratteri cuneiformi su tavolette d'argilla, che risale a circa 4500 anni fa, scritto tra il 2600 a.C. e il 2500 a.C. Esistono sei versioni conosciute di poemi che narrano le gesta di Gilgamesh, re sumero di Uruk, nipote di Enmerkar e figlio di Lugalbanda e la versione più conosciuta dell'"Epopea di Gilgamesh" è babilonese: - Vivevo nella città di Shurrupak, sulle rive dell'Eufrate, servo fedele del saggio dio Ea. La città invecchiò, ed invecchiarono gli dei: Anu, il padre, e i suoi figli, Enlil, Ea, Ninurta, Ennugi, Ishtar e gli altri. Ishtar creò problemi tra gli uomini: guerra e agitazione. Gli dei non potevano dormire a causa della confusione. Alla fine Enlil, il guerriero, disse agli dei: "Liberiamo le acque del mondo e anneghiamo questa folla che disturba il nostro riposo." Gli dei acconsentirono. Anche Ea (Enki) fu costretto a sottostare alla decisione degli dei. Non poteva avvisare il genere umano del diluvio, ma sussurrò il segreto alla mia casa di canne, e il vento, tra le canne, lo sussurrò a me nel sonno: 'Uomo di Shurrupak, abbatti la tua casa e costruisci una barca'. Ubbidiente al dio, costruii una barca, lunga ed ampia, e provvista di un tetto, e portai nella barca i semi di tutte le cose viventi. Portai la mia famiglia e i miei beni, e un maschio e una femmina di tutte le creature viventi del mondo, sia selvatiche che addomesticate. La tempesta infuriò per sei giorni e sei notti, sommergendo il mondo. Il settimo giorno la tempesta si placò. Guardai fuori dalla barca: non c'era nient'altro che acqua sulla faccia della terra. Allora mi misi a piangere. Alla fine la nave si incagliò sulla cima del monte Nisir.
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Sigillo cilindrico sumero al museo di Berlino raffigurante Anu che riceve altri dei, fra i quali si riconosce il sistema solare con il Sole al centro e 11 pianeti che gli ruotano intorno. Per "Astrologia e Oroscopo nei nostri tempi" clicca QUI |
Da http://www.spaziofatato.net/storiamagiaantica1.htm: Gli dei sumerici erano comuni a gran parte del Medio Oriente; magari cambiavano i nomi, ma le attribuzioni restavano le stesse, come Ishtar che presso i Fenici prendeva il nome di Astarte, pur restando sempre la protettrice delle donne e dell'amore. Faceva invece eccezione l'Iran, in cui veniva adorato Mithra, il cui culto seguiva rituali segreti e sacrifici cruenti, i misteri mithriaci che erano riservati ai soli uomini. Nati come culto della vegetazione, erano basati su due divinità, una delle quali doveva morire per assicurare la fertilità, per poi rinascere. Questo culto fu portato in Italia dai soldati dell'esercito romano nel I secolo a.C., e da qui si propagò nei paesi dell'area germanica, in Gallia, Britannia, Spagna: in Europa trovò enorme fortuna.
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La torre di Babele |
Lo gnosticismo è stato un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe tra il II e il IV secolo dell'era cristiana. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis cioè "conoscenza". Sebbene parrebbe collocarsi principalmente in un contesto cristiano, il pensiero gnostico include credenze religiose pre-cristiane e pratiche spirituali comuni al cristianesimo delle origini, al neoplatonismo, al giudaismo del Secondo Tempio, alle religioni misteriche e allo zoroastrismo, specialmente per ciò che riguarda lo zervanismo, una corrente in cui i due dei, Ahura Mazda il dio buono e Ahriman il dio cattivo, sono entrambi soggetti al principio dello Zervan Akarana o Zurvan Akarana, il "Tempo che non è stato creato"; dall'esame di alcuni passi dei testi pahlavici che la riguardano, si riscontra in questa corrente, una grande tendenza al pessimismo e all'ascetismo.
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Croce solare degli gnostici, identica alla croce celtica. |
Nel passato lo gnosticismo veniva considerato come una delle eresie del cristianesimo mentre le prime tracce di sistemi gnostici possono essere trovate già secoli prima dell'era cristiana. Al quinto Congresso degli Orientalisti, (a Berlino nel 1882) Kessler fece notare il collegamento tra gnosis e religione babilonese, non la religione originale della Babilonia, ma la religione sincretistica che si sviluppò dopo la conquista della regione da parte di Ciro il Grande. Sette anni più tardi (1889) F.W. Brandt pubblicò il suo “Mandäische Religion”, in cui descriveva la religione mandea. In tale opera l'autore dimostrò che questa religione è una forma così chiara di gnosticismo, da essere prova che lo gnosticismo è esistito indipendentemente ed anteriormente al cristianesimo. Molti studiosi, invece, hanno ricercato la fonte delle teorie gnostiche nel mondo ellenistico e, specialmente, nella città di Alessandria d'Egitto. Nel 1880 Joel cercò di provare che l'origine di tutte le teorie gnostiche risiedeva in Platone. Anche se la tesi su Platone può essere considerata come una forzatura, l'influenza greca sulla nascita e sullo sviluppo dello gnosticismo non può essere negata. In ogni caso, che il pensiero alessandrino (Alessandria d'Egitto) abbia avuto qualche influenza, almeno nello sviluppo dello gnosticismo cristiano, è dimostrato dal fatto che la maggior parte della letteratura gnostica di cui siamo in possesso arriva da fonti egiziane (copte).
Il pensiero gnostico appare come un sincretismo di tutti i sistemi religiosi dell'antichità (religioni misteriche, astrologia magica persiana, zoroastrismo, ermetismo, Kabbalah ebraica, filosofie ellenistiche, giudaismo alessandrino, cristianesimo dei primi secoli), ma in realtà ha una radice più antica, che ha assimilato in ogni substrato culturale ciò di cui aveva bisogno per la sua vita e per la sua crescita: il motivo portante di questa corrente di pensiero è il pessimismo filosofico e religioso. Gli gnostici, ad onor del vero, presero in prestito quasi completamente la loro terminologia dalle religioni esistenti, ma la usarono solamente per illustrare la loro grande idea del male insito nell'esistenza ed il dovere di fuggirlo con l'aiuto di incantesimi e di un Salvatore sovrumano. Qualunque cosa abbiano preso in prestito dalle altre religioni, sicuramente non fu il pessimismo. Questo pessimismo assoluto, questo piangere l'esistenza dell'intero universo come una corruzione ed una calamità, con una delirante insistente preghiera di essere liberati dal corpo tramite la morte e la speranza che potremmo, attraverso delle parole magiche, se solo le conoscessimo, sopprimere gli effetti del corso di questa "maledetta" esistenza, sono il fondamento di ogni pensiero gnostico. Quando Ciro il Grande entrò a Babilonia nel 539 a.C., si incontrarono due grandi scuole di pensiero e il pensiero persiano cominciò a mescolarsi con l'antica civiltà babilonese.
L'idea della lotta titanica tra bene e male, che pervade l'universo in eterno, è l'idea da cui deriva il Mazdeismo, o dualismo persiano. Questo, e l'immaginata esistenza di innumerevoli spiriti intermedi, angeli e demoni, fu la spinta che fece superare l'idea del monoteismo assoluto dell'Ebraismo, anche se Salomone finì per non professarlo (per "Salomone e il suo tempio, massoneria e demoni" clicca QUI). D'altra parte la fiducia incrollabile nell'astrologia e la convinzione che il sistema planetario aveva un'influenza totale sugli affari di questo mondo si sviluppò proprio tra i Caldei.
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca QUI
Lo gnosticismo, comunque, ebbe i suoi rappresentanti più noti nei primi secoli dopo Cristo, con prominenti insegnanti come Marcione, Valentino e Basilide. Altri gnostici noti furono Cerinto, Carpocrate e Simon Mago con tutta la sua scuola. Anche quando la corrente principale e centralizzata della Chiesa Cattolica Romana divenne il corpo cristiano dominante e iniziò a sopprimere le idee cristiane alternative e il paganesimo, lo gnosticismo non svanì senza lasciar traccia, anche se Sant'Ireneo di Lione, Tertulliano e San Giustino Martire rimasero le sue uniche fonti di conoscenza fino al 1945, anno in cui furono scoperti i codici di Nag Hammâdi, nei pressi del villaggio di al-Qasr, contenenti 44 opere gnostiche. Una delle conclusioni che si ricavano da Sant'Ireneo di Lione, dove per la prima volta appare il termine «gnostico», è che esistono tanti tipi di gnosticismo quante le persone che lo proclamano con una certa autorità.
Lo gnosticismo, seppure permeato apparentemente da ideologie di numerose religioni, assomiglia, come concezioni di base, ai Veda dell'antica India. Il parallelo più evidente sta nel nome, infatti la parola "Veda" sta per "Conoscenza", proprio come la parola "Gnosi". Le cosiddette "parole magiche", all'interno della cultura vedica, descritta dai profani come "induismo", sono rappresentati da mantra espressi in lingua sanscrita, una lingua particolarmente profonda e dal forte potere vibrazionale. La cultura vedica ha origine migliaia di anni fa e la sua prima comparsa nella storia avviene quando i popoli Arii occuparono parte dell'India, trasmettendogli queste culture indoeuropee. Tale cultura considera anch'essa il corpo come una prigione di cui liberarsi per spezzare il ciclo del Samsara (il ciclo di rinascite e morti) e raggiungere il Moksha (ascensione al piano trascendentale) attraverso la realizzazione spirituale. Tale raggiungimento è possibile tramite regole di buon comportamento, chiamate principi regolatori, descritti molto bene dall'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, e l'utilizzo di numerose pratiche tra cui anche particolari mantra, capaci, sempre secondo la cultura vedica, di ripulire il corpo grossolano (corpo fisico) e quello sottile (mente e intelligenza) attraverso la recitazione e l'ascolto di vibrazioni vocali particolari. Tutte queste pratiche devozionali sono volte a pregare l'Unico Dio affinché li liberi dalla miserevole condizione di esseri incarnati nella materia.
Benché la rilevanza del pensiero gnostico comincerà a declinare a partire dal IV secolo, esistono tuttavia tracce della persistenza di tali concezioni nella storia del pensiero religioso e filosofico occidentale fino ai giorni nostri, così come nel caso dei Mandei, la comunità religiosa tuttora attiva in Iraq e Iran, sopravvissuta isolandosi geograficamente, i cui caratteri gnostici sono molto evidenti.
Nel corso della storia, le idee gnostiche continuarono a riaffiorare a intervalli regolari, come dimostra l'apparizione di movimenti quali i Manichei, i Catari, i Bogomili, i Pauliciani e tanti altri, i quali abbracciavano le concezioni dualistiche (lotta fra il dio del bene e quello del male) sviluppate dallo gnosticismo. Per quanto non siano rilevabili continuità tra lo gnosticismo e l'eresia catara medievale, appaiono fra quei sistemi di pensiero notevoli affinità e nel 1208, contro i Catari, definiti dai cattolici come "buoni cristiani" ma definiti dalla Chiesa cattolica come eretici, fu indetta da Innocenzo III la crociata contro gli albigesi (Albi, in Occitania, era una delle loro roccaforti. Per "Occitani: storia e cultura" clicca QUI), scontro che assunse i contorni dell'olocausto e che terminò solo nel 1244, con la caduta della roccaforte catara di Montsegur.
Più tardi ripresero il modello gnostico l'alchimia e l'astrologia rinascimentale, scienze esoteriche che si nutrivano delle pubblicazioni di letterati come Marsilio Ficino (1433 - 1499), che nel 1463 tradusse il "Corpus Hermeticum", una raccolta di scritti sapienziali di epoca ellenistica, attribuiti a Ermes Trismegisto.
Occorre poi precisare che lo gnosticismo, come filone di pensiero, attraversa tutta la storia della filosofia e riemerge periodicamente con movimenti di pensiero, ortodossi ed eterodossi (secondo la Chiesa ufficiale). L'Ottocento, in particolare, vede la nascita di diversi movimenti di tipo religioso o parareligioso che si richiamano dichiaratamente allo gnosticismo antico. Fra essi, a puro titolo di esempio, la teosofia di Helena Blavatsky e di Rudolf Steiner, che la traghettò poi verso l'antroposofia.
In epoca contemporanea, a fianco di movimenti elitari che si richiamano alle correnti gnostiche del passato, non mancano tentativi di identificare caratteri gnostici in correnti di pensiero moderne, così come il nichilismo e in qualche modo, l'esistenzialismo, dove si riscontra l'assenza di significato dell'esistenza terrena.
Va precisato comunque che i gruppi neo-gnostici del XIX secolo non possono vantare alcuna continuità con lo gnosticismo delle origini, tanto che spesso modificano, più o meno consapevolmente, le dottrine originarie.
La scoperta, nel 1945 dei Codici di Nag Hammadi ha dato nuova forza a molti di questi movimenti, ed è possibile riscontrare tracce delle dottrine gnostiche in svariate opere letterarie contemporanee.
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Duomo di Siena: Rappresentazione di Ermes Trismegisto, indicato come contemporaneo di Mosè. |
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Francia, ponte di acquedotto romano sul fiume Gard, che riforniva di acqua la città di Nemasus, l'odierna Nimes. |
La prima strada consolare a essere costruita fu la Via Appia. La costruzione delle strade inizialmente era stata dettata dalla necessità di spostare rapidamente le truppe in qualsiasi regione conquistata, ed infatti le prime strade furono costruite proprio dai legionari. Anche se in principio avevano una funzione militare permisero un notevolissimo sviluppo al commercio dell'Urbe favorendo lo spostamento di merci e mercanti, oltre che della gente comune e dei messaggeri. In poco tempo le prime vie Consolari come: l'Appia, l'Aemilia, la Salaria, la Postumia ed altre, vennero prolungate, fino a formare un complesso sistema che permetteva di raggiungere qualsiasi punto dell'Impero in poco tempo; si calcola che furono costruite più di 29 strade che percorrevano oltre 120.000 Km (due volte il giro della Terra!). Le strade romane avevano il compito fondamentale di mettere in comunicazione Roma con il resto dello Stato nel modo più rapido effettuabile. Per questo venivano tracciate il più rettilinee possibile per evitare allungamenti, anche a costo di lasciare isolati i centri più piccoli, i quali venivano comunque collegati con vie secondarie. La necessità di superare ostacoli naturali come specchi d'acqua o colline per dare continuità al tracciato venne compiuta con la costruzioni di mirabili ponti, viadotti e gallerie in parte tuttora praticabili. Ricordiamo tra tutti il ponte più lungo dell'antichità costruito sul Danubio per volere di Traiano con una lunghezza di oltre 2,5 km!
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La via sacra dell'antica Roma. |
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Le strade che gli antichi Romani hanno edificato in Italia. |
Nel II secolo d.C. l'Imperatore Marco Ulpio Traiano crea una un percorso alternativo tra Benevento e Brindisi passando attraverso gli Appennini, dando origine alla Via Appia Traiana, la quale permetteva di risparmiare oltre un giorno di marcia. Questa opera è ricordata sopratutto per il fatto che durante i lavori di costruzione, per riuscire a oltrepassare uno scaglione di roccia molto alto, i Romani lo fecero letteralmente tagliare! Tutt'ora è possibile vedere ciò che ne resta.
VII. Via Latina: collegava l'Urbe direttamente con Capua spercorrendo passando per Anagnia, Frusino, Casinum.
IX. Via Salaria: prende il nome dalla materia prima (il sale) che per secoli fu trasportata lungo il suo tracciato. Essa partiva da Roma e giungeva fino Castrum Truentinum (Porto d’Ascoli), passando per Reate e Asculum.
X. Via Postumia: passando per la Pianura Padana univa Genua con Aquileia, attraversando Cremona, Verona, Vicetia.
XII. Via Cassia: congingeva l'Urbe al Nord Italia, passando attraverso Arretium, Florentia, Pistoia, Luca.
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Manto stradale sezionato che mostra i vari strati di cui erano costituite le strade romane. |
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Roma nella tavola Peutingeriana. |
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Le strade che i Romani hanno edificato in Europa. |
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La struttura degli acquedotti romani sopraelevati. |
Alcune derivazioni dall'acquedotto giungevano presso il Campidoglio e Trastevere.
Balista romana. |
Due episodi e almeno un'opera meritano di essere ricordati: i ponti fatti costruire da Gaio Giulio Cesare sul Reno germanico, la costruzione del Pantheon e la rampa fatta costruire da Lucio Flavio Silva nell'assedio di Masada.
Gli Ubi (in latino Ubii) erano un'antica popolazione germanica che aveva abitato, fino al 38 a.C., la sponda destra del fiume Reno nei territori di fronte all'attuale città di Koeln (Colonia), territori che confinavano a sud con quelli dei Suebi, di cui gli Ubi dovettero diventare tributari. Appartenenti, secondo Tacito, agli Istaevones (i Germani occidentali), confinavano, nella Gallia al di là del Reno, con i Treveri, anch'esso popolo originariamente germanico. Nel 55 a.C., Giulio Cesare, poco prima di oltrepassare il Reno e compiere la prima incursione romana in territorio germanico, descriveva così questo popolo:
Ricostruzione del ponte sul Reno fatto costruire da Gaio Giulio Cesare, tela di John Soane del 1814, da https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_di_Cesare_sul_ Reno#/media/File:Il_ponte_di_Cesare_sul_Reno.jpg |
Ponte romano sul Reno di Lo Scaligero, da https:// commons.wikimedia.org/wiki/File:Ponte_romano _sul_Reno.png#mediaviewer/File:Ponte_romano _sul_Reno.png. |
I ponti sul Reno, fatti costruire da Gaio Giulio Cesare dai propri legionari nel corso delle campagne condotte per la conquista delle Gallie, sono stati due.
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Il Pantheon visto dall'alto. |
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Interno del Pantheon. |
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Carta dell'antica Giudea con indicata Masada. Clicca per ingrandire. |
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Vista aerea di Masada. "Aerial view of Masada (Israel) 01" di Godot13 - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia .org/wiki/ File%3AAerial_ view_of_Masada_(Israel) _01.jpg |
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La rampa d'assedio vista di lato,
dall'alto di Masada.
"Rampe massada1" di Posi66
dal de.wikipedia.org.
Con licenza CC BY-SA 3.0
tramite Wikimedia Commons |
Torre mobile Romana |
Catapulta dei Romani. |
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Ariete degli antichi Romani |
Anche in alcune filosofie antiche si rifletteva la consapevolezza di essere gli artefici del proprio destino e si esaltavano gli aspetti positivi dell'esistenza.
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Epicuro |
Epicuro (in greco: Ἐπίκουρος, Epìkouros) (Samo, 341 a.C. - Atene, 271 a.C.) è stato un filosofo greco antico, discepolo di Nausifane e fondatore di una delle maggiori scuole filosofiche dell'età ellenistica e romana, l'epicureismo, che si diffuse dal IV secolo a.C. fino al II secolo d.C., quando, avversato dai Padri della Chiesa, subì un rapido declino, per essere poi rivalutato secoli dopo dall'Umanesimo del Rinascimento e dall'Illuminismo. Nato sull'isola di Samo, figlio di un maestro di scuola e di una maga, fu chiamato Epicuro (che significa "soccorritore") in onore di Apollo (questo era uno degli epiteti del dio). Frequentò la scuola di Pamfilo seguace del pensiero platonico, e successivamente quella del democriteo Nausifane a Teo, località sulle coste dell'Asia Minore. All'età di 32 anni fondò la sua scuola prima a Mitilene e a Lampsaco ed infine ad Atene nel 306. La scuola era dotata di un giardino dove i discepoli, tra i quali anche donne, come la famosa etera Leonzia e persino schiavi, seguivano le lezioni del maestro. Sebbene fosse assertore della non partecipazione alla vita sociale e politica sostenne il governo macedone.
Dal 301 a.C. inizia l'Età ellenistica, periodo che va dalla morte di Alessandro Magno fino alla riduzione della Grecia a provincia romana, nel 146 a.C.
Si ha una grande fioritura culturale, con filosofi come Epicuro e Zenone e paleo-scienziati come Euclide, Archimede, Apollonio di Perga, Aristarco di Samo, Eratostene, Ipparco, Erone. Poeti come Callimaco, Apollonio Rodio e Teocrito.
Nel 300 a.C. ad Atene, Zenone di Cizio fonda la sua Scuola Stoica.
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Zenone di Cizio |
Lo stoicismo propone un percorso individuale da cui scaturisce la capacità del saggio di disfarsi delle idee e dei condizionamenti che la società in cui vive gli ha impresso. Lo stoico tuttavia non disprezza la compagnia degli altri uomini e l'aiuto ai più bisognosi è una pratica raccomandata. La fase originaria di tale scuola di pensiero è detta Stoicismo antico. Lo stoicismo fu abbracciato da numerosi filosofi e uomini di stato, sia greci che romani, fondendosi presso quest'ultimi con le tradizionali virtù romane di dignità e portamento. Il disprezzo per le ricchezze e la gloria mondana la resero una filosofia adottata sia da imperatori (come Marco Aurelio, autore dei Colloqui con se stesso) che da schiavi (come il liberto Epitteto). Cleante, Crisippo, Seneca, Catone, Anneo Cornuto e Persio furono importanti personalità della scuola stoica, alla quale si ispirò anche Cicerone. A partire dall'introduzione di questa dottrina a Roma da parte di Panezio di Rodi, ha inizio il periodo dello Stoicismo medio. Si differenzia dal precedente per il suo carattere eclettico, in quanto influenzato sia dal platonismo che dall'aristotelismo e dall'epicureismo.
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